Conoscere i rischi: una piazza virtuale per le buone pratiche della Protezione civile

"Io non rischio 2020", la campagna di divulgazione quest'anno si terrà online. Parla il presidente della Prociv Arci di Oristano

Sabato, 10 ottobre 2020

Conoscere i rischi e sapere come comportarsi in caso di pericolo. Di questo e tanto altro si parlerà domani, domenica 11 ottobre, nell’ambito di “Io non rischio 2020”, la campagna nazionale di comunicazione sulle buone pratiche di protezione civile promossa e realizzata da DPC, Anpas, Ingv e ReLuis.

Quest’anno però, a causa dell’emergenza coronavirus, l’evento si sposta sul web. “Una piazza virtuale “, così la definisce Raffaele Erbì, presidente dell’associazione di volontariato Prociv Arci di Oristano. “Per ovvi motivi legati alle norme di sicurezza anti-covid, il nostro annuale appuntamento con la campagna di promozione e divulgazione della Protezione civile non si terrà nè in piazza Eleonora nè in piazza Roma. Saremo online, e solo due volontari gireranno per la città a segnalare ai cittadini questo appuntamento virtuale”.

“La piattaforma scelta dalla Prociv Arci di Oristano”, spiega il presidente Erbì, “è Facebook. L’appuntamento a livello nazionale è per le 8 del mattino, noi inizieremo verso le 9 e saremo collegati fino alle 21”.

Il programma online prevede un’intervista al sindaco di Oristano, Andrea Lutzu, vari video e mini interviste ai volontari dell’associazione che raccontano le loro esperienze e illustrano i pericoli e come ci si deve comportante in situazioni di rischio. “Tra i fenomeni naturali che possono avvenire nel nostro territorio”, ricorda Raffaele Erbì, “ci sono le alluvioni, e tratteremo l’argomento nei nostri video”.

Già da oggi, sulla pagina Facebook della Prociv Arci di Oristano è possibile conoscere il piano di Protezione civile del Comune di Oristano riguardo al rischio idraulico.

Per seguire l’evento di domani, basterà connettersi sulla pagina Facebook dedicata all’iniziativa Io Non Rischio 2020 – Oristano

La campagna “Io non rischio 2020”. “Il sistema più efficace per difendersi da un rischio è conoscerlo. Questo tipo di conoscenza, per essere realmente utile, di solito richiede un livello di approfondimento che difficilmente può essere riassunto in un semplice spot radiofonico o televisivo. L’ideale, per un cittadino, sarebbe poter parlare con qualcuno capace di raccontargli tutto quello che occorre sapere sul terremoto, su una frana, su un’alluvione o su qualsiasi altro rischio, magari incontrandolo direttamente nella sua città, in piazza, un sabato o una domenica mattina.

Ed è qui che si è accesa la lampadina: perché non mobilitare i volontari di protezione civile? Le associazioni di volontariato in questo settore sono presenti in tutta Italia. I volontari vivono e operano sul proprio territorio, lo conoscono, e a loro volta sono conosciuti dalle istituzioni locali e dai cittadini. Chi meglio di loro per fare informazione sui rischi che su quel territorio sono più probabili?

Da questi presupposti è nata l’idea originaria di Io non rischio. Formare i volontari di protezione civile sulla conoscenza e la comunicazione del rischio, per poi farli andare in piazza, nella loro città, a incontrare i cittadini e informarli. Un’idea concepita e proposta da Anpas e subito sposata dal Dipartimento della Protezione civile, dall’Ingv e da ReLuis, e poi progressivamente allargata ad altre associazioni di protezione civile. Perché se è vero che le idee camminano con le gambe delle persone, per un’idea come questa di gambe ce ne vogliono davvero tante”.

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