Progetto turistico-immobiliare a Torre Grande, il Tar discute il ricorso degli ambientalisti

Il Gruppo di intervento giuridico contesta il via libera all'intervento di Ivi Petrolifera: mercoledì l'udienza

Un rendering del progetto presentato da Ivi Petrolifera negli anni scorsi

Lunedì, 20 novembre 2023

Mercoledì prossimo, 22 novembre, si svolgerà l’udienza di trattazione del ricorso presentato al Tribunale amministrativo regionale della Sardegna contro il via libera al progetto turistico-immobiliare da 36 milioni di euro presentato da Ivi Petrolifera per Torre Grande. Prevede la realizzazione di un complesso turistico ricettivo, con un campo da golf, e interventi di riqualificazione ambientale, oltre alle opere di urbanizzazione secondarie. A dicembre 2021 una delibera della Giunta regionale aveva chiuso la valutazione dell’impatto ambientale e dato il benestare all’intervento, tra una parte della pineta e l’area industriale dismessa dell’ex raffineria Sipsa.

Il Gruppo di intervento giuridico, rappresentato dall’avvocato Carlo Augusto Melis Costa del Foro di Cagliari, si era rivolto al Tar. Secondo l’associazione ambientalista, il progetto turistico-immobiliare “vorrebbe lucrare su coste e beni pubblici, a iniziare dalla pineta litoranea”, con un intervento “di ben dubbia legittimità che andrebbe a degradare ambiente e pineta costiera sul quale, oltre al Grig, sono intervenuti nel procedimento di valutazione di impatto ambientale il locale Comitato per la tutela della Pineta e ben 488 cittadini oristanesi”.

Il progetto prevede tre hotel e residenze turistico-alberghiere per un totale di 551 posti letto, una Spa, un ristorante e un percorso da golf a nove buche più il campo pratica, oltre alla club house. L’area interessata si estende per oltre 110 ettari.

Tra gli interventi anche la riqualificazione dell’area del pontile, la realizzazione di una pista ciclabile lungo la strada provinciale che conduce al pontile, l’ammodernamento del depuratore, la riqualificazione ambientare del compendio forestale, dell’area dunale, della strada che dalla Provinciale 2 porta al primo pontile e della strada sterrata che conduce alla foce del Tirso.

La superficie boscata soggetta a deforestazione è stata quantificata in circa 10 ettari, equamente divisi tra pineta e zona di eucalipti. Sono inoltre previsti interventi di rimboschimento compensativo – al di fuori dell’area Sic dello stagno di Mistras – che dovranno procedere simultaneamente alla realizzazione del campo da golf.

Negli anni scorsi il Grig e il Comitato civico per la tutela e lo sviluppo di Torre Grande avevano lanciato una raccolta firme con alcune osservazioni da indirizzare al Servizio di valutazione ambientale della Regione, nell’ambito della procedura di approvazione del progetto. La petizione aveva raccolto oltre 39.000 adesioni.

“Non è solo il litorale di Torre Grande che corre il pericolo di esser stravolto”, si legge in una nota pubblicata sul sito web del Gruppo di intervento giuridico, “ma lo stesso Piano paesaggistico regionale rischia un pesante stravolgimento, visto che nella fascia costiera non consente simili trasformazioni edilizie: infatti, ‘nella fascia costiera […] si osserva la seguente disciplina […] Non è ammessa comunque la realizzazione di […] strutture ricettive connesse a campi da golf’ (art. 20, comma 1°, lettera b, delle norme tecniche di attuazione del P.P.R.). Per legge, inoltre, ‘Sono dichiarati […] sottoposti a vincolo di integrale conservazione dei singoli caratteri naturalistici, storico-morfologici e dei rispettivi insiemi […] i terreni costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea della battigia, anche se elevati sul mare, con esclusione di quelli ricadenti nelle zone omogenee A, B, e D, nonché nelle zone C e G contermini agli abitati […]’ (art. 10 bis, comma 1°, lettera a, della legge regionale Sardegna n. 45/1989, come integrato dall’art. 2, comma 1°, lettera a, della legge regionale n. 23/1993)”.

“Tali aspetti”, va avanti il Grig, “erano già stati evidenziati dal Servizio regionale Tutela paesaggistica per le Province di Oristano e del Medio Campidano (nota prot. n. 32806 del 23 luglio 2014), eppure il provvedimento conclusivo del procedimento di V.I.A. glissa sul punto. Il Grig si è rivolto al Tar Sardegna per difendere il litorale e la pineta di Torre Grande e per difendere il Piano paesaggistico regionale dalle aggressioni anche di chi dovrebbe esserne il primo difensore, l’amministrazione regionale, oggi purtroppo guidata da chi vorrebbe spazzar via ogni norma di tutela”.

“Chi volesse sostenere le spese legali del ricorso”, conclude il Gruppo di intervento giuridico, “può effettuare un versamento sul conto corrente bancario n. 105627456 presso Unicredit Banca intestato a ‘Gruppo d’Intervento Giuridico o.n.l.u.s.’ (codice IBAN IT66 D 02008 04811 000105627456), indicando nella causale ‘Per Torregrande’. Abbiamo difeso, difendiamo e difenderemo la nostra terra, millimetro per millimetro. Ne stiano certi”.

3 Commenti

  1. ricordo molto bene quando, da bambino, vivevo al “pontile di Torregrande” nella caserma della Guardia di finanza. una meraviglia. Le navi che attraccavano e noi bambini, con nostro padre, andavamo a visitarle. Sovente, venivamo invitati a cena dal comandante della nave. Allora tutto era bello. Ora no. Prima i vari, stra inetti, politici han distrutto, ora altri politici, inetti ma affaristi, svendono, e noi assistiamo al continuo sfacelo. una merda

  2. Ben vengano queste strutture, in queste zone dimenticate e abbandonate al degrado da tutti gli enti di loro competenze, porterà sicuramente lavoro e turismo che ne abbiamo molto bisogno, se si sacrifica un pezzo di pineta, ce ne resta moltissima ancora , voglia di camminare ci vuole

  3. Voglia di camminare ce n’è tanta!
    Ma anche di correre, andare in bicicletta, portare a spasso il cane.
    La pinetta di Torre Grande non è una “zona dimenticata ed abbandonata al degrado”.
    È un posto bellissimo, splendido, frequentato da tantissime persone; è un patrimonio di tutti ed è un delitto che la pineta venga sacrificata per la realizzazione di un progetto immobiliare molto accattivante ma di enorme impatto ambientale in linea con la vecchia concezione di sviluppo basato sulla cementificazione e totalmente in controtendenza con un moderno sviluppo ecosostenibile incentrato sulla salvaguardia del territorio.
    Non abbiamo ancora capito che la nostra vera ricchezza è il territorio dal quale possiamo ricavare anche reddito e posti di lavoro valutando soluzione alternative di utilizzo.

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