A Bitti i volontari oristanesi. Le immagini di Alberto Marcias nel paese devastato dall’alluvione

Il racconto e la testimonianza dalla prima linea dei soccorsi

C’è una ruspa al lavoro tra il fango, che stride con l’immagine vicina di un colorato murale. E ancora, una chiesa vuota dove le impronte in terra sono quelle di uno straccio e non le orme dei fedeli. Stivali sporchi e oggetti distrutti. E poi tanti uomini che spalano insieme per restituire al paese di Bitti l’aspetto che aveva prima che il fiume d’acqua e fango lo colpisse.

È ciò che traspare dalle immagini scattate da Alberto Marcias, oristanese d’adozione (è nato a Cagliari) da mesi volontario della Prociv Arci Oristano, guidata dal presidente Raffaele Erbì.

Con una squadra di 4 volontari dal capoluogo e un’altra squadra di Riola, Marcias ieri è arrivato in prima linea, a Bitti, devastata dalla nuova alluvione.

“C’è molto lavoro da fare”, commenta Marcias. “Dal vivo, la situazione è abbastanza impressionante”.

“Verso le 12 siamo stati chiamati, in particolare, a rimuovere il fango dalla Chiesa di San Giorgio, dove abbiamo lavorato per diverse ore”, racconta il volontario oristanese, “con intervalli di piacevole incontro con i residenti, che ci hanno accolto con grande ospitalità”.

E oltre a lavorare per liberare il paese dal fango, Alberto Marcias, laureato in giurisprudenza, ma da alcuni anni impegnato anche con la fotografia, ha scattato alcune immagini, pubblicate sul suo profilo Instagram, albemar_90. Scatti forti e impressionanti nella loro drammatica realtà.

Tra i progetti di Alberto Marcias, che ha avuto modo di realizzare durante il volontariato con la Prociv Arci nel corso del primo lockdown, c’è “DOORS”, pubblicato anche su La Stampa. Il fotografo ha fermato nei suoi scatti gli attimi di gioia di alcuni anziani che rivedono i propri cari dopo tanto tempo.

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