L’attacco dell’Asce: “Il Comune di Oristano vede i rom solo come un problema”

L'associazione sarda contro l'emarginazione critica le affermazioni del sindaco Lutzu

L’ex mattatoio di viale Fondazione Rockefeller

Martedì, 13 aprile 2021

Dura presa di posizione dell’Asce sulla vicenda della comunità rom di Oristano che da anni occupa l’area dell’ex mattatoio, in viale Fondazione Rockefeller. L’Associazione sarda contro l’emarginazione non vede di buon occhio le soluzioni proposte dal sindaco Andrea Lutzu e dall’assessora ai Servizi sociali Carmen Murru, che ieri – a margine di un incontro con tre rappresentanti della comunità rom – avevano invitato gli occupanti a liberare l’ex mattatoio e trovare abitazioni in affitto rivolgendosi a privati. Sindaco e assessora hanno inoltre prospettato ai rom la possibilità di richiedere un contributo al Plus, che andrebbe a coprire il pagamento della caparra.

“Dalle parole del sindaco Lutzu e dell’assessora Murru”, si legge in una nota diffusa dall’Asce, “ci sembra che, invece di venire incontro alla difficoltà delle famiglie, si stia cercando di approfittare della disgrazia successa giovedì scorso per liberarsi una volta per tutte del ‘problema’ rom”.

“Dopo anni di inerzia e di proposte irricevibili, dopo essersi lasciati sfuggire i fondi europei per il reinserimento sociale delle famiglie rom messi a disposizione dalla Regione negli anni scorsi”, continua l’Associazione sarda contro l’emarginazione, “pretendere che adesso, in tempi brevissimi e sull’onda dell’emergenza abitativa le famiglie trovino casa da sole, è una assurdità. Il Comune dovrebbe sapere quanto è difficile per una famiglia rom trovare casa in affitto, visto che il Comune stesso non è stato in grado di trovarne”.

Secondo l’Asce, per i rom sarebbe molto difficile trovare un locatore disposto a dare loro in affitto un appartamento. “C’è un problema”, sottolinea l’associazione, “che al Comune sembra sfuggire: si chiama razzismo. Ed è il motivo alla base di tutta questa vicenda di emarginazione sociale su cui, una volta di più, l’istituzione pubblica rifiuta di svolgere una riflessione, e prendersi le proprie responsabilità”.

L’associazione ha poi criticato direttamente il sindaco Lutzu. “Troviamo ipocrite le affermazioni del sindaco, quando si dice ‘fortemente preoccupato’ per la condizione dei bambini che vivono in via Rockefeller, e ‘costretto a segnalare al Tribunale dei minori’ la loro condizione. Per anni”, prosegue il comunicato, “al Comune di questa condizione non è interessato per niente, mentre oggi si usa questa situazione come minaccia da agitare dinnanzi alle famiglie rom, la minaccia esplicita di portare loro via i figli, per spingerle ad arrangiarsi da sole a trovare una soluzione abitativa purchessia”.

L’Asce ha quindi teso la mano ai rom e ha invitato il Comune di Oristano a fare altrettanto. “Come Asce”, scrivono, “ci dichiariamo disponibili a offrire una mano per trovare nel tempo più breve possibile una soluzione abitativa per queste famiglie. Riteniamo che però, da parte dell’istituzione pubblica, ci debba essere maggiore volontà di collaborare a una soluzione, non il solito atteggiamento pilatesco, che finisce sempre per fare ricadere sui rom le responsabilità della emarginazione che subiscono e hanno subito sinora”.

“Riteniamo assurdo che in una città come Oristano non si riesca a trovare una soluzione abitativa per queste famiglie. Se c’è la volontà politica”, conclude la nota, “se si coinvolge la società civile, se si rispettano i componenti della comunità rom come persone, invece di trattarli come ‘problema’, le soluzioni si possono trovare”.

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