Terza dose del vaccino con tre giorni di ritardo, sanzione da 100 euro a una pensionata

L'obbligo per gli ultracinquantenni non prevede un margine di tolleranza

Immagine d’archivio

Sabato, 11 giugno 2022

Qualche giorno di ritardo per la terza dose anti Covid-19 vale come un rifiuto della vaccinazione? Sembra di sì, nel caso di una pensionata di Oristano che si è vista arrivare l’avviso dell’Agenzia delle entrate per la sanzione amministrativa da 100 euro: gli ultracinquantenni avrebbero dovuto vaccinarsi entro il 1° febbraio, la signora l’ha fatto il 4.

Sulla base dei dati forniti dal Ministero della Salute, da un paio di mesi l’Agenzia delle entrate sta contestando la violazione dell’obbligo introdotto dal decreto legge 44 del 2021: si stima che circa due milioni di italiani abbiano ricevuto l’avviso.

“Credo che sia un’ingiustizia”, commenta la pensionata oristanese che – come tanti altri – venerdì mattina si è vista recapitare una raccomandata dell’Agenzia delle entrate. “Non sapevo di questa norma. Ero prenotata per il 1° febbraio e lo stesso giorno avevo disdetto la prenotazione per fare la vaccinazione insieme a mia figlia, il 4 febbraio. Ora mi sono trovata questa brutta sorpresa. Per chi campa di una modesta pensione, 100 euro non sono pochi. In Italia si continua a penalizzare i più deboli”.

Che fare? La norma prevede la possibilità di spiegare le proprie ragioni alla Asl: c’è ad esempio chi vorrebbe vaccinarsi ma non può farlo, per motivi medici, e in questo caso – certificati alla mano – può ottenere l’annullamento della sanzione. Ma è necessario dimostrare la “ragione di assoluta e oggettiva impossibilità” che ha impedito di rispettare il termine.

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