Stand up, anche in Comune il progetto che insegna a ribellarsi alle molestie

Si allarga la platea dei destinatari dell'iniziativa

Martedì, 27 aprile 2021

Anche i dipendenti del Comune di Oristano saranno coinvolti nel progetto Stand Up, un programma formativo che vuole proteggere la dignità di uomini e donne, offrendo gli strumenti per ribellarsi a chi sia vittima o testimone di un atto di molestie in un luogo pubblico.

Il progetto, ideato dalla ONG americana Hollaback!, in Italia è sostenuto da L’Oreal Paris, con la collaborazione dell’associazione Alice Onlus e del Corriere della Sera. Prevede 160 seminari online nel corso del 2021, tenuti dalle formatrici di Alice con il coordinamento di Stefania Andreoli e Cristina Obber. Ogni webinar dura settanta minuti ed è gratuito.

Il progetto a Oristano era stato inizialmente destinato agli studenti maggiorenni delle scuole superiori ma ora gli Assessorati comunali alla Cultura e Pubblica istruzione e ai Servizi sociali hanno deciso di ampliare la platea.

“Condannare il fenomeno delle molestie, siano esse attuate in strada, al parco, nei mezzi pubblici, nelle palestre o luoghi di lavoro”, sottolineano gli assessori Carmen Murru e Massimiliano Sanna, “è un dovere che si deve però tradurre in azioni concrete. Il Comune si vuole impegnare in un’azione di prevenzione, invitando i cittadini e le cittadine, i dipendenti dell’ente, e gli studenti maggiorenni a non essere testimoni inerti e silenziosi di episodi di molestie. Conoscere e comprendere un problema e stimolare un dibattito pubblico crea il presupposto di rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili”.

Massimiliano Sanna

Da una ricerca internazionale sulle molestie sessuali nei luoghi pubblici, condotta dai ricercatori di Cornell University e L’Oreal Paris in partnership con Ipsos (con 15.500 interviste in otto paesi, differenti per società e culture), è emerso che il 79% delle vittime di molestia in luoghi pubblici dichiara che la situazione migliora quando interviene un testimone. Spesso assistere a un atto di molestia crea disagio, si vorrebbe intervenire, ma non si sa come e si finisce col pensare che non sia niente di grave. La capacità di agire è limitata e così viene minata la dignità di uomini e donne che subiscono l’atto.

Carmen Murru

“Data la rilevanza educativa e responsabilizzante dell’iniziativa”, aggiunge Massimiliano Sanna, “sull’orma di quanto già sperimentato con successo a Milano, Torino e Bergamo, oltre che proporlo alle scuole vogliamo aprirlo anche ai dipendenti comunali, in un’ottica di virtuosa sensibilizzazione e di massima diffusione alla cittadinanza dei principi di salvaguardia della persona”.

“Insegnare a reagire in sicurezza quando si assiste a una molestia e quando la si subisce”, aggiunge Carmen Murru, “è indice di attenzione profonda alla tutela di cittadine e cittadini nella propria comunità. Con questo spirito abbiamo deciso di aderire al progetto”.

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