All’ospedale di Oristano attivata la prima cuffia chemioterapica in Sardegna

L'iniziativa della Lilt. Tilocca (Cisl): "Ne serve almeno una per ogni Asl"

Federica Tilocca, la prima paziente ad aver utilizzato la cuffia chemioterapica

Giovedì, 15 giugno 2023

Al via ieri presso l’Unità Operativa di Oncologia-Ematologia dell’ospedale San Martino l’utilizzo della cuffia chemioterapica: per la prima volta le pazienti potranno usufruire del casco refrigerante, indossato in occasione della somministrazione della chemioterapia per permettere la riduzione della probabilità di perdita dei capelli.

A darne notizia il dottor Luigi Curreli, direttore dell’Unità Operativa di Oncologia e Ematologia dell’Ospedale San Martino di Oristano, Eralda Licheri presidente della LILT di Oristano e la prima utente, la segretaria regionale della Cisl Federica Tilocca.

Con questo nuovo presidio, il primo assoluto in Sardegna, l’Ospedale di Oristano ottiene grazie alla LILT un nuovo strumento, che porterà all’aumento dei servizi offerti, in questo caso, alle donne: la perdita dei capelli dovuta alla chemioterapia è una delle conseguenze dolorose a cui le donne si trovano esposte e, in alcuni casi, la paura derivante da questo effetto collaterale può portare anche alla non adesione alla chemioterapia stessa.

“Ritengo che questo evento sia un segnale importante di come i professionisti che operano nella struttura di Oncologia e Ematologia e le associazioni di volontariato, in questo caso la LILT, siano attenti e sensibili verso tutte le problematiche che riguardano il paziente oncologico, fra queste l’attenzione alla salvaguardia della immagine corporea, nonché a tutte le problematiche relazionali ad essa inevitabilmente connesse”, ha commentato il dottor Luigi Curreli.

“Come LILT di Oristano, siamo veramente contenti che finalmente la cuffia inizi ad essere usata. Continua così la nostra collaborazione con lo staff del reparto di Oncologia-Ematologia per implementare i servizi offerti e aggiungere un minimo di sollievo alle donne colpite da neoplasia”, ha dichirato Eralda Licheri.

 L’acquisto del presidio, da parte della LILT, è stato possibile grazie al contributo economico ricevuto dalla Regione Sardegna, dall’azienda ‘L’Orto di Eleonora’, dal Comune di Oristano e da altre imprese Oristanesi oltre che da privati cittadini.

“Sebbene ogni malato reagisca in maniera soggettiva alle cure, la cuffia è stata sopportabilissima. Si sa che la cuffia non fa miracoli, ma ogni donna deve comunque avere una possibilità di scelta o anche di sospenderla, perché la serenità e -laddove possibile- l’autoderminazione della paziente diventa fondamentale. Ecco perché ogni ASL dovrebbe avere almeno un macchinario che in Europa e nel nord Italia è usata da anni”, ha concluso Federica Tilocca, segretaria regionale della Cisl sarda, che ha potuto utilizzare la cuffia per la prima volta. “Per molte donne e uomini, io per prima, la perdita dei capelli è un trauma e allora proviamo a partire da una verità inconfutabile: è la medicina a doversi adeguare ai/alle pazienti e non il contrario. Sono sempre troppo pochi i/le pazienti che trovano una sanità che si adegua a loro e che si adegua soprattutto alla personalità del/la paziente per fargli vivere questo pezzo di vita secondo il proprio essere… e non si può essere solo fortunati, conosciuti o ricchi per avere un diritto… perché i diritti sono tali se sono per tutti”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci qui il tuo nome