Primo sardo su una cima di 8000 metri, il Cho Oyu: lo scalatore Max Caria ricevuto dal prefetto di Oristano

Lo sportivo si prepara ora a completare le sei celebri maratone del circuito World Marathon Majors

Il prefetto Salvatore Angieri e Max Caria – Foto Prefettura di Oristano

Martedì, 21 maggio 2024

Il prefetto Salvatore Angieri ha incontrato oggi, nei suoi uffici in Prefettura, l’esploratore Max Caria, primo sardo a scalare una cima superiore agli 8.000 metri.

Oristanese doc, Caria è uno sportivo polivalente e catalogarlo “semplice” alpinista è sicuramente riduttivo, essendo un grande appassionato di cavalli e abile cavallerizzo, nonché un istruttore subacqueo e fotografo naturalista.

Dopo aver scalato le principali vette alpine, come il Monte Bianco, il Breithorn e il Cervino, ha cambiato emisfero e conquistato prima il Monte Kenya, seconda cima del continente africano, poi il vulcano Seirecabur, in Cile. Dopo l’Africa e il Sud America ha fatto tappa in Asia. Qui ha conquistato il Pik Lenin, nel Pamir kirghiso nell’Asia centrale, e il Monte Kinabalu, in Borneo. Il suo capolavoro è il Cho Oyu, la Dea Turchese, la sesta montagna più alta della Terra, situata all’interno della catena dell’Himalaya al confine tra Cina e Nepal. Dopo un’ascensione di 8.201 metri Caria ha posato lì la bandiera dei Quattro Mori. 

Non pago dell’impresa appena compiuta, lo scalatore sardo ha già programmato la prossima avventura, completare le sei celebri maratone del circuito World Marathon Majors.

“Da uomo di sport”, ha detto il prefetto Angieri a margine della visita, “so riconoscere un’impresa quando la vedo, e nel caso di Max Caria ne conto diverse. Non è da tutti riuscire a primeggiare in un ambito sportivo, ma farlo in tre diverse discipline, per giunta cosi agli antipodi tra loro, è un caso più unico che raro. La provincia di Oristano si rivela ancora una volta terreno fertile per eccellenze in grado di portare l’orgoglio sardo in giro per il mondo”.

2 Commenti

  1. Tempo fa Angelo Lobina, nuorese, è arrivato, primo sardo, sulla cima dell’Everest. Le informazioni riportate nell’articolo sono, dunque, errate.

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