Nuovo no dal Consiglio comunale di Oristano al deposito di scorie nucleari in Sardegna

Approvato all'unanimità un ordine del giorno

La seduta di ieri del Consiglio comunale di Oristano

Mercoledì, 13 marzo 2024

Il Consiglio comunale di Oristano ha approvato all’unanimità un ordine del giorno contro ogni ipotesi di realizzazione del deposito nazionale di scorie nucleari nel territorio isolano.

Il documento, presentato dai consiglieri della minoranza di centro sinistra Della Volpe, Marchi, Marcoli, Federico, Obinu, Daga e Obinu, è stato illustrato in aula dal primo firmatario Efisio Sanna e ribadisce la denuclearizzazione del territorio Comunale di Oristano e l’assoluto divieto, di stoccaggio e transito, anche temporaneo, di scorie nucleari; riafferma la totale contrarietà all’individuazione della Sardegna quale sede di siti per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi; condivide la battaglia delle comunità di Albagiara, Assolo e Usellus e del sud Sardegna contro il deposito di scorie nucleari. Attraverso l’ordine del giorno si dà mandato al sindaco per esercitare e favorire ogni aziona utile a rappresentare in qualunque sede la deliberazione del Consiglio comunale e per promuovere l’unità delle forze politiche e sociali del territorio Oristanese perché i comuni dell’Alta Marmilla e l’intera Sardegna vengano stralciati dai possibili siti idonei ad ospitare le scorie nucleari.

Sanna ha ricordato un analogo precedente pronunciamento del Consiglio comunale di Oristano e ha sottolineato “l’importanza di riaffermare un no categorico alle scorie in Sardegna e la disponibilità ad affrontare una battaglia politica e sociale con tutte i comuni coinvolti”.

Nel corso del dibattito Francesco Federico (Oristano democratica e possibile) ha sottolineato come il territorio sardo fa già i conti con l’inquinamento da sostanze radioattive per l’utilizzo dell’uranio impoverito nei poligoni militari, mentre Maria Obinu (Alternativa sarda Progetto Sardegna) ha auspicato un coro unanime contro l’eventualità di un deposito in Sardegna.

Gian Michele Guiso (PSDAZ), intervenendo a titolo personale, ha evidenziato come le scelte su temi di grande rilievo nazionale come il trattamento dei rifiuti speciali non possa essere presa a livello locale. Ha quindi annunciato il voto favorevole, ma con riserve.

Umberto Marcoli (Alternativa sarda Progetto Sardegna) ha ricordato come già nel 2017 il Consiglio comunale votò un ordine del giorno contro il deposito di scorie nucleari in Sardegna e ha evidenziato il diritto delle comunità ad essere difese considerato anche il dazio molto alto già pagato dell’isola con le servitù militari.

Sergio Locci (Aristanis) ha sottolineato come la Sardegna sia priva dei parametri necessari alla realizzazione del deposito per le scorie nucleari, riferiti ai trasporti marittimi e terrestri, l’interferenza con il sistema antropico, gli aspetti economici, una valutazione di tipo agrario e la valenza naturale dei territori.

Per Francesca Marchi (Oristano più) la Sardegna è la regione più militarizzata d’Italia e con un deposito di scorie naturali si ripeterebbe un copione che ha prodotto danni. “Realizzare un deposito in Sardegna è un’idea irragionevole per i pericoli legati ai trasporti – ha detto -. Non ci sono altre isole che ospitano depositi di scorie nucleari”.

Carla Della Volpe (Oristano più) ha evidenziato i rischi legati alla realizzazione del deposito: “Nonostante le rassicurazioni della SOGIN, il materiale radioattivo non è scevro da rischi per l’uomo e l’ambiente, anche in uno scenario di perfetta programmazione. Lo stesso trasporto in nave è a rischio”.

Secondo Antonio Iatalese (UDC) i rifiuti nucleari ci sono e vanno gestiti, l’energia deve essere prodotta e quella nucleare è giudicata tra i meno impattanti dall’Unione europea. “Dobbiamo però opporci a questo progetto perché è calato dall’alto, senza possibilità alcuna di poter incidere sulle scelte”.

Per Pino Carboni (FDI) il pericolo nucleare è presente ovunque: “Le scorie non le vuole nessuno ovviamente. Ma il pericolo di contaminazione lo corriamo comunque a causa della presenza delle centrali nucleari in Francia, Spagna e Svizzera”.

“Il tema del trasporto delle scorie nucleari è centrale nella valutazione delle sede idonea per il deposito” ha detto Gigi Mureddu (Forza Italia), mentre per Gianfranco Licheri (Prospettiva Aristanis) “sul tema dell’energia ci giochiamo il futuro della Sardegna”.

Il sindaco Massimiliano Sanna ha condiviso l’ordine del giorno e la preoccupazione per le conseguenze derivanti dalla presenza del deposito. Il sindaco ha ricordato la Legge Regionale n. 8 del 3/07/2003, che definisce la Sardegna “territorio denuclearizzato”, e il risultato del Referendum del 2011, con il 97 per cento dei votanti esprimersi contro l’installazione in Sardegna di centrali nucleari e dei relativi siti per lo stoccaggio di scorie radioattive.

“La riproposizione della Sardegna come sede di deposito di rifiuti nucleari – se la notizia dovesse trovare un riscontro definitivo – sarebbe un attacco frontale alla Regione e all’intero Popolo sardo – ha detto il sindaco Sanna -. Sarebbe inaccettabile che si calpestassero esiti referendari e specifiche norme regionali, di cui la Sardegna ha voluto dotarsi per scongiurare inaccettabili forme prevaricatorie come queste”.

“La tutela dell’ambiente, oggi più che mai, deve essere al primo posto di ogni politica – ha proseguito il sindaco -. Per questo motivo è un dovere da parte anche di questa assemblea, e più in generale di tutta la Sardegna, opporsi a ogni ipotesi di stoccaggio di materiale pericoloso nella nostra isola. Non si tratta di seguire la nota espressione “non nel mio giardino”, ma semplicemente di assumersi la responsabilità di tutelare un ambiente già troppo spesso messo in pericolo da azioni scellerate. È un dovere per noi, per i nostri figli e per la nostra terra”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci qui il tuo nome