Conversazioni in Monastero: dalle Clarisse un invito al dialogo su famiglia, identità e violenza

Al via un ciclo di incontri aperto a tutti, su prenotazione

Venerdì, 8 marzo 2024

Famiglia, identità e violenza. Saranno questi i temi che verranno affrontati nel ciclo di incontri promosso dalla clarisse del Monastero di Santa Chiara di Oristano sotto il titolo di “Conversazioni in Monastero”.

Il primo appuntamento è fissato per mercoledì 13 marzo alle 18.30. Il professor Stefano Pilia parlerà di famiglia. Affronterà gli aspetti del matrimonio e della famiglia stessa nell’attualità della chiesa e della vita laicale e la sfida del dialogo e della prossimità, nella pluralità delle forme familiari.

Gli altri appuntamenti si svolgeranno il 10 aprile e il 15 maggio, sempre alle ore 18.30, nel Monastero. L’ingresso sarà in via di Santa Chiara 27 (non dalla ruota). Tutti gli appuntamenti vedranno la partecipazione delle suore e del professor Pino Atzori. L’ingresso è libero fino ad esaurimento posi, è bene prenotare.

“Nei secoli la nostra società occidentale si è retta, nelle sue relazioni ed equilibri sociali, su un modello di famiglia e un concetto di persona ben preciso e condiviso, frutto dell’incontro tra la cultura greco-romana e la religiosità cristiana”, spiegano le Clarisse. “Oggi siamo testimoni di trasformazioni sociali che stanno spingendo verso nuove comprensioni circa l’identità della persona e l’accettazione di nuovi modelli di famiglia. Sono trasformazioni che creano perplessità e dibattiti duri anche all’interno della Chiesa cattolica, arrivando a essere considerati da alcuni espressione di pericolose idee anticristiane”.

“Sappiamo bene, ma troppo spesso lo dimentichiamo, che il Vangelo non è un trattato di diritto o di morale con degli elenchi di divieti e obblighi, ma può essere considerato un luogo in cui trovare spunti che, visti nell’accezione francescana sine glossa, possono essere base di riflessione comune da cui partire per approfondire le loro conseguenze e degenerazioni”, continuano. “Spesso noi Clarisse in parlatorio accogliamo dall’esterno perplessità, problemi, dubbi della vita personale quotidiana, che poi generano dibattiti anche all’interno della nostra famiglia religiosa. Per questo siamo liete di accogliere nella nostra casa chiunque voglia confrontarsi con noi su alcuni dei temi da noi maggiormente sentiti. Per ognuno dei tre incontri incentrati su un argomento preciso abbiamo chiesto a tre studiosi di introdurre l’argomento specifico, illustrando il punto di vista della chiesa e quali sono le motivazioni che portano tali posizioni, come fertile terreno di partenza”.

“Il dialogo che ne scaturirà tra le persone che parteciperanno potrebbe portare a individuare quali siano le situazioni che spingono un credente ad allontanarsi dalla chiesa e un non credente ad avere un atteggiamento critico, ma potrebbe essere anche portatore di nuovi temi da proporre, nuovi punti di vista non ancora considerati o conosciuti per ragionare con una visione più ampia degli aspetti scelti”, si legga ancora nella nota diffusa dal Monastero di Santa Chiara. “Non è semplice esercizio intellettuale voler partecipare a questo dibattito, noi auspicano che all’interno degli incontri nasca e venga stimolato da tutti i partecipanti un dialogo così vivo e molteplice che possa aiutare a comprendere che cosa concretamente ci si aspetti dalla Chiesa in una realtà così mutevole; ad analizzare e dare il giusto valore alle diverse concezioni di famiglia e di identità; a verificare nel concreto se, e come, si possano sanare le relazioni, spesso intrise di violenza e guastate dal morbo del potere; ad arricchire con ogni specifico contributo la conoscenza dell’altro per poter aiutare a comprendere più profondamente anche realtà distanti dalle proprie o dalla Chiesa”.

“La nostra volontà è che questo confronto con la comunità si possa trasformare in azioni concrete, capendo quale direzione intraprendere: ad esempio scrivere un articolo o una lettera aperta o altre suggestioni che i partecipanti possano indicare”, concludono, “ma soprattutto vorremmo che il nostro monastero diventasse un luogo di ascolto reciproco e di dialogo”.

La locandina

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