Nella Giornata della Memoria, “vigilare affinché il male dei pregiudizi non si risvegli”

Il sindaco Massimiliano Sanna riprende il monito del presidente Mattarella

Il sindaco e il prefetto di Oristano alla cerimonia di questa mattina in piazza Eleonora

Sabato, 27 gennaio 2024

Anche Oristano si è unita al resto d’Italia nel ricordo dei tragici eventi dell’Olocausto, in occasione della Giornata della Memoria. E non è mancata una riflessione sulla drammatica situazione della guerra a Gaza.

Le cerimonie hanno avuto avvio in piazza Eleonora, di fronte alla chiesa di San Francesco, dove il sindaco Massimiliano Sanna e il prefetto Salvatore Angieri, alla presenza delle altre autorità e istituzioni cittadine, hanno deposto una corona di fiori adavanti all’ulivo e alla targa che ricordano la tragedia della Shoah.

“Ritrovarci dinanzi a questa targa, e a questo ulivo, significa rinnovare la nostra testimonianza in occasione del Giorno della Memoria”, ha detto il sindaco Sanna. “Non solo per confermare la necessità di vigilare affinché – come disse il Presidente Mattarella – il male dei pregiudizi non si risvegli, ma soprattutto perché la barbarie non cancelli l’impegno per la pace”.

“Poco meno di 25 anni fa la Repubblica italiana ha riconosciuto il 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, come Giorno della Memoria, allo scopo di ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia e la morte, nonché coloro che, anche in schieramenti diversi, si sono opposti alla pianificazione di sterminio, salvando e proteggendo la vita altrui, a rischio della propria”, ha continuato Sanna. “La nostra comunità desidera ribadire l’impegno affinché non manchino iniziative di riflessione su quanto accadde e facendo memoria di un drammatico periodo della storia nel nostro Paese, e dell’intera Europa, affinché simili eventi mai più possano accadere”.

“Anche da questo trae spunto il rifiuto dell’indifferenza, dell’antisemitismo e del negazionismo, ovunque si annidino, per comprendere e studiare la Memoria e la tragedia della Shoah, in modo coerente, senza tralasciare il ricordo delle vittime civili di tutti i conflitti nel mondo. Essere qui significa perciò promuovere la cultura della pace, accrescere il rifiuto dell’odio e la ripulsa della guerra, secondo la nostra Costituzione”, ha aggiunto il primo cittadino. “Da sempre la sfida della Memoria è difficile, ma è nostro dovere presidiare questo giorno, contrapponendoci all’oblio dello sterminio e degli inganni che celarono l’orrore – umano e diabolico – di quanto accadde. «All’Europa riconciliata era necessario dare una base salda, fondandola su due pilastri: la trasmissione della memoria e la democrazia». Questa frase pronunciò Simone Veil, sopravvissuta ad Auschwitz, e prima donna eletta a presiedere il Parlamento Europeo: essa è un vivido antidoto alla scelleratezza, capace di nutrire di valori le generazioni di oggi e di domani”.

Ha poi preso la parola il prefetto Salvatore Angieri. ”Oggi, tutti insieme, istituzioni e cittadini commemoriamo i tragici avvenimenti che colpirono l’Europa nella prima metà del secolo scorso. La giornata della Memoria si celebra il 27 gennaio, nel giorno in cui – nel 1945 – le truppe sovietiche entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz e vi liberarono i pochi superstiti”, ha detto Angieri. “La scoperta del campo di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l’orrore del genocidio nazista. Nei campi di concentramento nazisti si è compiuto il sacrificio di milioni di vittime innocenti, soprattutto ebrei ma anche rom e sinti, omosessuali, oppositori politici, disabili, prigionieri di guerra. Ricordarli è un dovere di umanità e di civiltà. La storia delle persecuzioni affonda le sue radici nei totalitarismi che si affermarono in Europa nella prima metà del 900”.

“Oggi vogliamo ricordare non solo le nefandezze di quei regimi ma anche i tanti giusti che a sprezzo delle loro vite hanno salvato altre persone. Donne ed uomini, laici e religiosi, partigiani, appartenenti alle forze dell’ordine, funzionari dello Stato, intellettuali e contadini. Di fronte alla barbarie non si sono tirati indietro. Molti hanno pagato il loro coraggio e la loro umanità con la vita. I giusti sono un esempio per tutti noi di altruismo ed abnegazione”, ha proseguito il prefetto. “I giusti, come ha detto ieri il Presidente della Repubblica, ci hanno indicato la strada dell’umanità, della solidarietà e del rispetto della dignità di ogni persona. La memoria è anche il fondamento della nostra Costituzione basata sui diritti di uguaglianza e di libertà e nella quale trovano pieno riconoscimento i diritti universali ed inviolabili di ogni persona”.

Un pensiero è andato alle vittime della guerra a Gaza. “Oggi purtroppo con i tragici fatti del 7 ottobre si è riaperta per la comunità ebraica la ferita dell’odio. C’è ancora angoscia per i numerosi ostaggi nelle mani di Hamas e per le tante vittime tra la popolazione palestinese. Desidero esprimere l’auspicio che sui sentimenti di odio possano prevalere quelli del rispetto e del dialogo tra le diverse popolazioni, razze e religioni, e possa regnare in ogni luogo la pace simboleggiata dalla pianta d’ulivo dove oggi è stata deposta una corona. Auspico infine che la presente commemorazione serva a memoria di tutti noi e sia di monito per le future generazioni”, ha concluso Angieri.

Le celebrazioni per la Giornata della Memoria sono proseguite nella sala consiliare del Comune, su iniziativa dell’Assessorato alle politiche giovanile e della Consulta Giovani, con la conferenza “Le conseguenze di breve e lungo termine della politica della Germania nazista”, a cura del professor Christian Rossi, docente di Storia dell’integrazione europea nel Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Cagliari.

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