Tre settimane per decidere il futuro delle scuole oristanesi. Il Pd: “Si garantisca continuità didattica”

Convocati due incontri, il primo in Comune, l'altro in Provincia

Martedì, 26 settembre 2023

Si riunirà martedì 10 ottobre la Conferenza provinciale per la programmazione della rete scolastica e dell’offerta formativa per l’anno scolastico 2024-25. Nell’Oristanese sono quattro le dirigenze che saranno soppresse.

La nuova bozza regionale è stata trasmessa dall’Assessorato regionale della Pubblica istruzione alla Conferenza Interistituzionale regionale, convocata per il 27 ottobre. Entro il 20 ottobre dovranno invece essere trasmessi i piani provinciali.

Ecco il motivo della convocazione della Conferenza provinciale per il 10 ottobre, alle ore 10 nella sala del Consiglio della Provincia di Oristano.

In una nota inviata ai sindaci, ai dirigenti scolastici, alle organizzazioni sindacali, a quelle datoriali e alla dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Elisa Serra, l’amministratore straordinario della Provincia Massimo Torrente ha fatto presente che “le proposte da sottoporre all’approvazione della Conferenza, con riguardo sia all’assetto delle autonomie scolastiche, sia all’offerta formativa, dovranno pervenire entro la mattina del 5 ottobre all’indirizzo Pec provincia.oristano@cert.legalmail.it, corredate delle informazioni di supporto necessarie, come richiesto nelle linee guida, proposte che dovranno essere formalizzate, anche successivamente, mediante atti deliberativi degli organi competenti, da allegarsi al piano provinciale”.

Un’altra riunione è stata convocata per lunedì prossimo, 2 ottobre, sempre alle ore 10, dal sindaco di Oristano Massimiliano Sanna. L’incontro si terrà nella sala consiliare di Palazzo degli Scolopi. Sarà l’occasione “per condividere congiuntamente una strategia comune e adottare possibili soluzioni”. L’invito è stato rivolto all’amministratore provinciale Torrente, alla dirigente provinciale Anna Paola Iacuzzi, alla dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Elisa Serra, ai dirigenti delle scuole cittadine e alle organizzazioni sindacali.

Intanto, sul tema del dimensionamento scolastico ha preso posizione la segreteria provinciale del Partito Democratico. “Alla fine tanto tuonò che piovve e nessuno ha cercato di mettere riparo al danno prima che fosse compiuto. La recente riforma sul dimensionamento scolastico”, si legge in una nota diffusa dalla segreteria dem, “solo ora sta sollevando diverse preoccupazioni riguardo ai suoi effetti negativi sulla continuità didattica, l’abbandono scolastico e le piccole comunità, in particolare nella provincia di Oristano. Uno degli aspetti più critici riguarda la possibile interruzione della continuità didattica”.

“Accorpando diversi plessi scolastici”, prosegue il comunicato, “si rischia di creare un ambiente frammentato, in cui gli studenti potrebbero essere costretti a cambiare scuola più volte durante il loro percorso educativo (i dirigenti potrebbero decidere, in accordo con le istituzioni, di chiudere i plessi meno affollati). Questo può portare a una rottura nell’apprendimento, nella relazione con i compagni di classe e negli investimenti emotivi nella propria istituzione scolastica. A rischio per il 2024/25 ben quattro autonomie della provincia di Oristano e due potrebbero riguardare la città capoluogo”.

“L’accorpamento dei plessi scolastici potrebbe anche contribuire a un aumento dell’abbandono scolastico (ricordiamo che la Sardegna ha il primato italiano). Le scuole di piccole comunità spesso svolgono un ruolo importante nel fornire un ambiente familiare e di supporto per gli studenti. Eliminando queste scuole locali”, va avanti la nota della segreteria provinciale del Pd, “gli studenti potrebbero trovarsi costretti a viaggiare per raggiungere le nuove scuole centralizzate. Questo potrebbe comportare difficoltà logistiche per le famiglie e una mancanza di senso di appartenenza per gli studenti, aumentando così il rischio di abbandono scolastico”.

Nella provincia di Oristano, le piccole comunità rappresentano la maggioranza del territorio. Accorpando i plessi scolastici, si rischia di impoverirle ulteriormente. La riforma è stata inserita in Finanziaria e ora, la protesta tardiva, da parte di istituzioni e territori rischia di essere solo sterile demagogia. Di sicuro i tagli, che vanno a toccare la città di Oristano e la sua provincia, impoverendola di ben quattro autonomie scolastiche, sono stati decisi dall’alto senza che nessuna delle parti interessate abbia partecipato al tavolo nel quale queste decisioni venivano prese. Spiegare ora che i tagli non verranno accettati invece che intraprendere una strada per essere parte in causa cercando di essere finalmente parte del processo decisionale e non solo spettatori o peggio vittime di quanto viene deciso a livello nazionale, rischia di non avere nessuna conseguenza. Il Partito Democratico”, conclude la nota, “crede che sia necessario attivarsi ora per evitare che i tagli vengano decisi senza tenere conto delle caratteristiche complesse del territorio della nostra provincia, che è la più piccola dal punto di vista territoriale e che maggiormente è stata penalizzata dalla decisioni del Governo nazionale con una Regione rimasta inerme davanti a queste prese di posizione che ledono il diritto all’istruzione dei sardi”.

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