Venerdì, 1° settembre 2023
Duemila circa i ricercatori coinvolti, otto i nodi di intervento, quarantotto i partner tra università, enti pubblici di ricerca, enti privati e imprese. Sono alcuni numeri del National Biodiversity Future Center, il primo centro di ricerca italiano dedicato alla biodiversità, che sarà presentato giovedì 7 settembre alle 10 all’Hospitalis Sancti Antoni.
L’incontro, organizzato dalla Fondazione IMC, Centro Marino Internazionale, in collaborazione con l’istituto CNR-IAS, l’Istituto CNR per lo Studio degli Impatti Antropici e la Sostenibilità in Ambiente Marino di Oristano, sarà l’occasione per analizzare il “Nodo 2”, uno degli obiettivi del nuovo centro, ovvero la ricerca di soluzioni per scongiurare la perdita di biodiversità marina e gestire le risorse in modo sostenibile.
Nel corso dell’incontro, che sarà aperto dal direttore Paolo Mossone e dai saluti del sindaco Massimiliano Sanna, e moderato dal presidente della Fondazione IMC Centro Marino Internazionale, Stefano Guerzoni, interverranno l’assessore della Difesa dell’Ambiente della Regione Sardegna, Marco Porcu; la direttrice generale di Sardegna Ricerche, Maria Assunta Serra; il presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera, Mauro Rotelli, e il direttore del dipartimento Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’ambiente del CNR, Fabio Trincardi.
Seguiranno la dottoressa Maria Chiara Chiantore dell’Università di Genova (Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita); la responsabile area Ecologia e Pianificazione degli Ecosistemi Costieri della Fondazione IMC, Maura Baroli; il responsabile area Acquacoltura sostenibile della Fondazione IMC, Stefano Carboni; il sesponsabile della sede di Oristano CNR-IAS, Giovanni De Falco, e l’assessore dell’Ambiente del Comune di Oristano, Maria Bonaria Zedda.
“L’evento rappresenta un’occasione di grande importanza”, sottolinea Paolo Mossone, direttore dell’IMC di Oristano, “per dibattere sulle iniziative scientifiche e gestionali che possono essere intraprese a livello locale e nazionale per la tutela della biodiversità degli ambienti marini e costieri e delle loro ricadute in campo sociale ed economico”.
È proprio la Fondazione IMC che, in qualità di affiliato del National Biodiversity Future Center, insieme al nucleo CNR-IAS operante presso i locali della stessa Fondazione IMC, sviluppa sul territorio della Sardegna le attività del Nodo 2, orientate all’uso sostenibile della biodiversità marina, al ripristino della biodiversità e degli ecosistemi e alla valorizzazione sostenibile delle risorse marine.
Il nuovo National Biodiversity Future Center sarà istituito e finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e coordinato dal Cnr. “Metterà in campo un insieme coordinato di attività di ricerca”, ha concluso Mossone, “indirizzate alla riduzione della pressione antropica sulla biodiversità marina del Mediterraneo, definendo e testando soluzioni per ridurre la perdita di biodiversità dovuta ad attività umane come la pesca, la navigazione e il turismo”.