Mercoledì, 8 agosto 2023
L’ultima domenica e martedì di Carnevale, Oristano si anima con la sua manifestazione più importante: la Sartiglia, uno dei più importanti tornei equestri di origine medievale dell’area mediterranea che, tra fede e tradizione, resiste nel tempo.
In realtà però di Sartiglia si vive tutto l’anno, anche d’estate. Nella borgata marina di Torre Grande sta per tornare uno degli eventi più attesi del mese di agosto: la Sartigliedda estiva in programma per domenica prossima, 13 agosto.
Protagonisti una ventina di mini cavalieri guidati da Giulia Atzei, giovane amazzone oristanese di 14 anni, nel ruolo di su Cumponidoreddu, accompagnata da Laura Firinu nei panni di su segundu e da Letizia Puggioni, su terzu, anche loro giovanissime (12 anni). Sarà dunque una pariglia tutta al femminile ad aprire la giostra equestre estiva che, quest’anno, si terrà nel nuovo percorso realizzato all’ingresso della borgata marina, sulla parte sinistra (per chi arriva da Oristano).
Si inizia alle 18.30 con la tradizionale vestizione di su Cumponidoreddu, mentre alle 19 via alla corsa alla stella, preceduta dal tradizionale incrocio delle spade. Seguiranno le pariglie e le evoluzioni a cavallo dei mini cavalieri, alle 19.45, per poi terminare alle 20.45 con la benedizione finale con sa pippia de Mmaju. In chiusura la svestizione.
A fare da colonna sonora, i mini tamburini e mini trombettieri della Pro loco di Oristano insieme ai tamburini e trombettieri adulti.
Il rituale simile a quello della Sartiglia, che a Oristano il prossimo anno si correrà l’11 e il 13 febbraio.
Ancora una volta gli abili cavalieri guidati da su Componidori si sfideranno lungo la via Duomo, cercando, al galoppo, di infilzare la stella. Poi le acrobazie a cavallo, lo spettacolo della pariglie, lungo la via Mazzini.
La storia
Il termine Sartiglia deriva dal castigliano “Sortilla” che, a sua volta, deriva dal latino “Sorticula”: significa anello ma anche “Sors”, ossia fortuna. La stessa che tentano i cavalieri della tradizionale giostra equestre, sfidando la sorte, durante la corsa. La Sartiglia ha origini molto lontane: i documenti più antichi riguardanti la sua storia si trovano in un registro di consiglieria all’interno dell’Archivio Storico della città. Il registro è datato 1547-48. Vi si parla di una “Sortilla” organizzata in onore dell’Imperatore Carlo V, probabilmente nel 1546.
Negli ultimi anni è stato istituito il Centro di Documentazione e Studio sulla Sartiglia, oggi visitabile in via Eleonora 15, che si occupa di ricerca, analisi e studio della manifestazione, con l’obiettivo di scoprire i dettagli sulla storia della Sartiglia e diffonderla.
I protagonisti e personaggi della Sartiglia
Alla Sartiglia partecipano 120 cavalieri, capitanati da Su Componidori, il capo della corsa. Quest’ultimo viene nominato ogni anno dai Gremi. Al Gremio dei Contadini sono affidate le fasi cerimoniali della Sartiglia che si corre la domenica e dunque la nomina de Su Componidori che nello stesso giorno guida la corsa. Mentre il Gremio dei Falegnami segue la Sartiglia del martedì e ugualmente nomina Su Componidori.
L’investitura ufficiale de Su Componidori avviene il 2 febbraio di ogni anno, durante la festa della Candelora, con la consegna dei ceri benedetti da parte dei Gremi.
I cavalieri sono, senza dubbio, un’altra delle componenti principali della Sartiglia. Ogni anno il passaggio del corteo, composto da eleganti cavalli adornati con fiocchi, rasi colorati e rosette, montati dai loro cavalieri, vestiti anche loro con preziosi costumi della tradizione sarda e di quella spagnola, esprime la ricerca della ricchezza e della bellezza della giostra equestre.
La vestizione
È il momento che segna l’inizio della Sartiglia: un rito lungo e complesso in cui gli abiti tradizionali vengono letteralmente cuciti addosso a Su Componidori. La mattina il capocorsa, dopo aver fatto visita ai cavalieri nelle scuderie, si dirige verso la casa del presidente del Gremio. Da qui parte il corteo (formato dal gruppo dei tamburini e dei trombettieri, dalle massaieddas guidate da sa Massaia Manna, dai componenti del Gremio e da Su Componidori) e diretto nella sede preposta del Gremio in cui avverrà il rito.
Un volta arrivati, il capocorsa raggiunge sa mesitta, il tavolo dove appunto si celebrerà questa sorta di rito che ormai è diventata la vestizione.
La cerimonia viene presidiata da sa Massaia manna e dalle massaieddas, perlopiù giovani, ognuna con un compito preciso da svolgere. La cucitura della maschera e il posizionamento del velo ricamato e del cilindro sul capo de su Componidori portano verso la chiusura della cerimonia chiusa con l’apposizione di una camelia sistemata sul petto del capocorsa: rossa quella del capocorsa della domenica, rosea quella de su Componidori del martedì.
Al termine della vestizione, il cavallo del capocorsa viene portato nella sala e Su Componidori dalla “mesitta” monta in sella al suo destriero. Gli viene consegnata sa Pippia de Maiu, il doppio mazzo di pervinche e viole mammole e con questo “scettro” benedirà i presenti per poi raggiungere in corteo la sede della giostra, la via Duomo. Sino alla cerimonia della svestizione, che si svolge in serata, non potrà smontare da cavallo.
La corsa e le pariglie
Su Componidori si lancia per primo al galoppo in via Duomo per infilzare con la spada la stella appesa a un filo. A seguire i cavalieri da lui prescelti. In chiusura il tentativo de Su Componidori impugnando su stoccu, un bastone lavorato, privilegio riservato anche a su secundu e terzu, in alcuni casi. Quindi Sa Remada segna la fine della corsa: su Componidori riverso sul cavallo, affronta a gran galoppo il percorso salutando e benedicendo i presenti con sa pippia de maiu.
Conclusa la corsa, il corteo dei cavalieri si sposta ripercorrendo il centro storico, verso la via Mazzini dove si svolgeranno le Pariglie: evoluzioni acrobatiche di tre cavalieri alla volta sui loro cavalli che partendo da Su Brocci, il piccolo tunnel che si immette nella via Mazzini, danno vita a spericolate acrobazie. Anche qui apre la corsa la pariglia de su Componidori, che non potrà cimentarsi nelle evoluzioni per preservare l’incolumità del capocorsa. La stessa chiuderà questa fase, con il passaggio di Su Componidori che esegue un’altra Remada. Questa volta affronterà il percorso con i suoi compagni che a gran galoppo guideranno i cavalli mentre lui riverso sulla groppa del cavallo saluta e benedice la folla sempre con sa pippia de maiu.
I luoghi
La Sartiglia percorre e anima le strade storiche di Oristano. Al termine della vestizione de Su Componidori tutto il corteo si dirige verso la via del Duomo dove avviene la corsa alla stella. I cavalieri partono al galoppo da piazza Manno per infilzare la stella, retta dal nastro verde sotto il campanile trecentesco della cattedrale di Santa Maria Assunta. La loro galoppata termina nel piazzale antistante la chiesa di San Mauro, dopo aver superato la chiesa di Sant’Antonio, cappella di un antico ospedale medievale cittadino, e la chiesetta dello Spirito Santo, di origine bizantina.
Terminata la corsa alla stella, il corteo dei cavalieri si dirige verso Piazza Eleonora, per raggiungere la via dove si svolgeranno le Pariglie, via Mazzini. Stavolta i cavalieri escono al galoppo da su Brocci e raggiungono la piazza Mariano, proponendo abili numeri con diverse coreografie.
La vestizione del capocorsa avviene in due luoghi diversi: quella della domenica per su Componidori del Gremio dei contadini si svolge nella stessa sede del Gremio, in via Aristana, e si può partecipare solo ad invito; mentre il Gremio dei falegnami generalmente riserva alla vestizione del suo Componidori (il martedì di Sartiglia) la corte di un’antica casa del centro storico di Oristano che si affaccia in via Solferino. Le sedi della vestizione sono, rispettivamente, anche la sede della cosiddetta svestizione de su Componidori.
I simboli
La stella è il simbolo stesso della corsa. Infilzarla è l’obiettivo tanto ambito di tutti i cavalieri che partecipano alla Sartiglia. Ad oggi, vengono utilizzate stelle a sei o a otto punte ma fino al XX secolo si ha notizia anche di stelle a cinque punte con un foro più grande di quello attuale.
Sa pippia e maju che letteralmente vuol dire “bambina di maggio”, invece, il doppio mazzo di pervinche e viole mammole e rappresenta la rigenerazione della natura, ovvero la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera. Con questo “scettro”, simbolo propiziatorio, Su Componidori può benedire il popolo presente alla corsa, con ampi gesti del braccio che vanno a formare una croce. Un altro simbolo importante è
Anche su stoccu rientra tra i simboli principali della Sartiglia. Un’asta di legno lavorato con la quale Su Componidori e su segundu (a discrezione del capocorsa anche su Terzu) si possono cimentare una seconda volta nella corsa alla stella. Essendo una lancia più grossa rispetto alla spada, centrare la stella è ancora più difficile e riuscirci è considerato indice di grande abilità. Nel caso in cui su Componidori riesce a centrare la stella sia con la spada che con su stoccu, ottiene il riconoscimento della stella d’oro.
Infine, il volto della Sartiglia è iconicamente rappresentato dalla maschera che Su Componidori indossa. Senza tempo né nome, color terra se appartiene al Gremio dei Contadini, chiara, color cera se appartiene invece a quello dei Falegnami. La maschera cela così le sembianze umane, che siano di uomo o di donna, dietro i tratti di una figura androgina ed eterea, un’entità quindi astratta, sospesa tra cielo e terra. Le maschere avvolgono anche i volti dei restanti cavalieri, anch’esse dai ratti androgini e che richiamano valori mitici e sacri.
Lo stesso abito di Su Componidori è intriso di simbologia e richiama tutta una serie di rituali precisi che lo vanno a comporre: il capocorsa del Gremio dei Contadini indossa una camicia bianca i cui sbuffi vengono raccolti da dei fiocchi rossi. Sulla camicia viene indossato il “coietto”, una giacca smanicata che ricorda l’antico indumento da lavoro, stretto sul petto da lacci di pelle. L’abito del su Componidori del gremio dei Falegnami indossa anch’esso una camicia bianca i cui sbuffi sono stavolta raccolti da fiocchi rosa e celesti mentre delle borchie d’argento a forma di cuore chiudono sul petto il coietto.
Alla maschera, viene poi ricamato il velo e posizionato il cilindro nero in testa. L’abito si completa poi con un fiore, altro simbolo importante della Sartiglia: la camelia che va sul petto de Su Componidori, rossa quella del capocorsa della domenica, rosea per quello del Martedì.
Infine le rosette. Colorano i cavalli della Sartiglia e tutti le vogliono. I cavalieri, a fine corsa, le offrono in dono a parenti e amici. E ormai c’è chi le colleziona.
Come e cosa vedere alla Sartiglia
Per assistere alla Sartiglia ci sono diverse possibilità: dalle tribune i cui biglietti sono acquistabili online – in prevendita sul sito ufficiale della Sartiglia qualche mese prima – o fisicamente recandosi i giorni prima della Sartiglia, presso la biglietteria situata in via Eleonora 15.
Per quanto riguarda la corsa alla stella, le tribune sono posizionate nella via Duomo da cui si può vedere il momento esatto in cui ciascun cavaliere tenta di infilzare la stella. Altre due tribune sono posizionate in via Cagliari, nel punto dove vengono consegnate le spade ai cavalieri, e davanti a piazza Eleonora D’Arborea. Sempre seduti sulle tribune si possono ammirare anche le Pariglie. Le tribune principali sono posizionate al centro della pista, in via Mazzini, da cui si può assistere a pieno alle evoluzioni acrobatiche dei cavalieri. Altre due tribune sono posizionate all’inizio del percorso e una terza verso la fine, alla Torre Portixedda.
Chi non acquista il biglietto, può comunque assistere alla Sartiglia anche da dietro le transenne, in piedi, posizionate lungo i percorsi principali della giostra equestre. Ovviamente deve recarsi per tempo a prender posto.
Le strade del centro città, in questa occasione, vengono chiuse al traffico e ci si potrà quindi muovere a piedi in tutta tranquillità.
Le scuderie
Per l’edizione di quest’anno, i visitatori e i turisti hanno potuto assistere alla preparazione dei cavalli e dei cavalieri partecipanti alla Sartiglia, vistando due scuderie, grazie alla collaborazione tra l’Associazione Culturale Cavalieri di Oristano per la Sartiglia e la Fondazione Oristano.
Visite guidate
Sempre la Fondazione Oristano organizza visite guidate sul percorso della Sartiglia e in città. Per l’ultima edizione la partenza era prevista dal Museo Antiquarium Arborense in piazza Corrias per poi proseguire in un percorso storico-artistico che ha visto diverse tappe: dalla Cattedrale di Oristano, con visita alla Cappella del Gremio dei Falegnami, alla via Duomo, Piazza Roma con visita alla Torre di Mariano II, passando per via Mazzini con visita al percorso della corsa delle pariglie e alla Torre di Portixedda. Non solo, tra le tappe anche il Centro di Documentazione e Studio sulla Sartiglia, in via Eleonora 15, la Pinacoteca Comunale e infine l’Antiquarium Arborense.
Il villaggio Sartiglia
Si tratta di un’ampia area nel centro storico della città interamente dedicata all’offerta turistica e commerciale della Sartiglia. Un percorso caratterizzato da degustazioni, artigianato locale, spettacoli e intrattenimento per bambini. Nei giorni della Sartiglia, presente anche un InfoPoint, un ampia area coperta con punto ristoro dotata di tavoli e panche e una ricca offerta enogastronomica di prodotti tipici locali e internazionali, hobbistica, artigianato locale e estero.
Per tutto il centro città, inoltre, diversi stand di street food e non solo animano le vie principali, mentre a fine serata, dalle 19 in poi spazio nella piazza Roma alla musica live e ai concerti.
Dolci e vino della Sartiglia
Ad accompagnare la Sartiglia non possono mancare i gusti e i sapori tradizionali tipici della città di Oristano. Nel periodo di Carnevale, sono quindi immancabili le zippole, un dolce di pasta, fritte al momento e mangiate caldissime, qualcosa a cui è difficile rinunciare. Il vino della Sartiglia è l’immancabile Vernaccia di Oristano.
Accompagna i momenti più importanti della vita degli oristanesi, specialmente quelli più sacrali e quindi anche la giostra equestre di carnevale. È con la vernaccia che brinda Su Componidori; prima che la maschera ne copra il volto e l’uomo si trasformi in un semidio, il vino suggella il patto con il presidente del Gremio e con la città: andrà tutto bene.
[ Progetto realizzato in collaborazione con l’Assessorato al Turismo della Regione Sardegna ]
L’unico pensiero degli oristanesi… la Sartiglia… una città che cade a pezzi, inesistente, sporca e loro pensano alla Sartiglia… vi meritate questa città
ha pienamente ragione……
unica preoccupazione…..la sartiglia……la città è uno scempio,il degrado urbano impera,però pensano alla Sartiglia, meritiamo questi che si definiscono “politici”…… Totò gli direbbe “ma mi faccia il piacere…mi faccia…..