Oristano, il Sinis ed Eleonora d’Arborea protagonisti di un documentario sulla Rai

L'appuntamento domenica prossima, 9 luglio

Martedì, 4 luglio 2023

Fa tappa nell’Oristanese il nuovo programma documentario di Antonello Murgia e Fabio Marceddu Rastros e Visus (Segni e Sogni), prodotto dal Teatro dallarmadio per Rai Sardegna con il sostegno della Sardegna Film Commission.

Dove finiscono i “Segni” (Rastros) iniziano i Sogni (Visus). La seconda puntata – che andrà in onda domenica prossima, 9 luglio, alle ore 9.30 su Rai Tre Sardegna – ruota intorno al Giudicato di Arborea, partendo dall’antica città di Tharros, Santa Giusta, la città di Oristano con la Torre di San Cristoforo e l’Antiquarium arborense, la chiesa romanica di San Giovanni di Sinis, fino a Bonarcado con il suo meraviglioso santuario e la basilica, i Condaghes e la carta linguistica della parola “pipistrello” e le parti del corpo umano comparate con l’isola di Sardegna. 

Tracce di un potere che ha racchiuso nella figura di Eleonora una donna simbolo ancora troppo poco raccontata.

Tra i protagonisti della puntata oristanese ci sono Fabio Marceddu, Antonello Murgia, Vanessa Podda, Lia Careddu, Daniela Usala, Bruno Tognolini e Chiara Marceddu.

Rastros, è un programma in itinere, uno sguardo che riporta le fonti non sempre ufficiali, ma anche quelle appartenenti alla comunità, sospesa fra mito ed epica, senza voler confutare teorie, ma che racconta quello che a volte sfugge agli sguardi fugaci o ufficiali. Un programma che si ispira idealmente al percorso “illustrato”, qualche decennio fa, da Marcello Serra nella sua summae sull’isola “Sardegna, quasi un continente”. Una trasposizione in immagini di segni (Rastros),  sogni (Visus), testimonianze  fra miti e leggende, epicità e fonti storiche e d’archivio, nuove acquisizioni: “La Sardegna assomiglia solo a se stessa”, è quello che ha realizzato il regista Antonello Murgia con il suo sguardo attento e poetico,  orchestrando di fatto (anche con le sue musiche originali pensate per questo documentario) e “miscelando” elementi unici che fanno dell’isola una unicità nel campo di molte arti e non solo. 

Karalis, Arborea, Logudoro e Gallura sono le quattro macroaree storico/geografiche che verranno raccontate. Un percorso archeologico, storico-artistico, dove ricercare i denominatori comuni che si tramandano da secoli, da generazioni e dell’arte povera tipica della Sardegna, che per secoli ha sofferto la periferia dai dominatori centrali, ed è stata più una terra di conquista da “spogliare” senza che questo le impedisse di diventare comunque luogo di stagioni “d’arte e di archeologia” che non stupiscono di raccontaci nuovi aneddoti, i cui segni sono visibili a 360 gradi.

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