In Piazza Manno via ai getti di cemento tra chiusure e infinite polemiche

Ancora tensioni nel cantiere

Venerdì, 23 giugno 2023

Via ai getti di cemento per la nuova pavimentazione della piazza Manno a Oristano. Dopo infinite polemiche, le ultime delle scorse ore, operai al lavoro stamane con le betoniere impegnate già da presto. Si è cominciato sul lato della piazza che si affaccia lungo la via Cagliari. Un’area che al momento non sembra aver riservato evidenze sul fronte archeologico, come, invece, accaduto in altre porzioni. I lavori hanno comportato la chiusura dei varchi pedonali sul lato di via Cagliari, mentre risultavano aperti quelli in via Vittorio Emanuele. Ieri sera l’amministrazione comunale aveva dato notizia della necessità di chiuderli per consentire l’esecuzione dei lavori. Unica eccezione per residenti e lavoratori. E proprio alcuni residenti questa mattina si sono lamentati perché le eccezioni non sono state rispettate.

L’avvocato Sebastiano Atzeni si è fatto portavoce: “Si tratta dell’ennesimo disagio, dopo le varie rotture di tubi, conseguenti blackout ed eliminazione di parcheggi, che sta assumendo connotati esasperanti per chi è costretto a subire tutto ciò nel silenzio e nell’inerzia delle istituzioni”.

In effetti da dire che stamane i lavori di getto del cemento rendevano pressoché impossibile il passaggio e dunque le eventuali deroghe.

La situazione, comunque, nel cantiere resta sempre delicata. Ieri sera sui social è circolato un video che dava conto di un incontro svoltosi in piazza Manno tra il vicesindaco Luca Faedda, il titolare dell’impresa Ghiaccio e una referente della Sovrintendenza. A registrarlo un privato cittadino che ha seguito almeno parte del colloquio e a un certo punto ha mosso anche alcune osservazioni. Da quanto registrato si desume ancora una volta che, da un lato, l’impresa Ghiaccio lamenta forti difficoltà nella gestione del cantiere e nell’esecuzione dei lavori previsti da capitolato per la presenza appunto di presunte evidenze archeologiche, e dall’altro l’amministrazione e la sovrintendenza stiano cercando di vagliare con molta attenzione queste evidenze per eventuali forme di tutela.

La conferma ancora una volta della precarietà in cui quest’importante opera sta andando avanti.

4 Commenti

  1. Comprendo i residenti ma quando si realizza un’opera i disagi sono immancabili ma saranno loro i primi a fruire delle migliorie. Fossi in loro mi preoccuperei della seconda cosa e cioè della poca chiarezza su come procedere in presenza delle evidenze archeologiche perché se ancora oggi la ditta appaltatrice si lamenta è segno di poca chiarezza da parte della Giunta e a questo proposito non sento la voce di super Prevete…

  2. Credo che un’impresa seria dovrebbe sapere di eventuali evidenze archeologiche prima di partecipare alla gara d’appalto, e non lamentarsi dopo.

  3. occorre muoversi anziché cercare il tesoro di Alì Babà scomparso o distrutto da tempo. Ma in fase progettuale che indagini preventive sono state fatte? Si è preferito attendere l’inizio dei lavori che con l’ombra della Sovraintendenza andrànno avanti a zappetta per anni.

  4. una domanda da incompetente: è evidente la presenza di reti di servizio, telefonia, acqua, fognatura, acque reflue; emergono con una conformazione evidentemente confusa e disordinata, ora tutto ciò andrà coperto da una rete di ferro , a occhio, da cm 0,8 o più, e poi calcestruzzo; vediamo se, quando tutto sarà finito, chi sarà il primo a spaccare basolato e cemento per inseguire i danni alla vecchie fogne o altro…

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