Dal vizio alla patologia: all’Unla numeri e rischi del gioco d’azzardo

Ieri il primo incontro del ciclo dedicato alle dipendenze

Le dottoresse Ofelia Muscu e Monica Porcu

Sabato, 10 giugno 2023

“Il gioco d’azzardo patologico” era il tema del primo di un ciclo di incontri sulle dipendenze in programma a Oristano, nella sala del Centro servizi Unla. Le psicologhe e psicoterapeute Monica Porcu e Ofelia Muscu, dell’equipe del Serd di Oristano, hanno parlato di una crescita preoccupante, presentando gli ultimi dati sul gioco d’azzardo in Sardegna e in città.

Nonostante la percentuale di giocatori nella provincia di Oristano sia la più bassa dell’Isola, con dei numeri che si aggirano intorno al 32%, secondo le rilevazioni dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nel 2019 su una popolazione di 30.708 si è registrata una spesa media pro capite di 1.504 euro nei giochi d’azzardo.

Una ricerca del Cnrr sul fenomeno in Sardegna dice che il 65% degli abitanti ha giocato una volta nella vita, con il 33% che afferma di aver giocato negli ultimi mesi. La fascia d’età più interessata al gioco è quella tra i 51 e gli 80 anni, con un 89%, seguita da quella tra i 18 e i 50 anni con il 78%.

Considerato da molti semplicemente “un vizio”, il gioco può diventare un’autentica patologia: chi ne è affetto può arrivare a gravi forme di indebitamento, che portano a sviluppare un senso di colpa nei confronti dei familiari e un relativo isolamento.

Tra i giochi più diffusi nel 2019 spiccano i Gratta&Vinci, utilizzati sopratutto dalle donne e dalla fascia d’età più giovane; poi il Superenalotto, il Lotto e le scommesse sportive, che attirano una platea quasi interamente maschile.

Nei prossimi incontri il focus si sposterà sulle dipendenze dalla nuove tecnologie (Internet addiction e gaming, il 21 giugno) e sul gioco d’azzardo patologico nella terza età (27 giugno).

Gli incontri sono organizzati dalla Regione Sardegna e dall’Asl di Oristano, in collaborazione con il Centro servizi culturali Unla di Oristano, nell’ambito del Piano regionale sul gioco d’azzardo patologico, curato dalla responsabile scientifica Graziella Boi dell’equipe multidisciplinare del Dipartimento Salute mentale e dipendenze dell’Asl 8 di Cagliari.

1 commento

  1. Non un vizio ma malattia cronica. Praticamente 1600 euro a cranio e poi son tutti poveri in canna. Pazzesco Stato che permette ste cose. Cosa non si fa per un pugno di soldi. Il 18% allo Stato ed il resto ai malati e al tornaconto delle agenzie. E poi son tutti in crisi. Povera Italia. Uno Stato che si vende per 11 mld anno e ne spende tanti altri per curarli. Qualcosa non torna. Patologia che avanza. Il banco vince sempre.

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