Al Santa Maria Bambina la riabilitazione passa anche dallo sport. Lo praticano sempre più pazienti

Nel 2022 sono stati 56 i ricoverati a mettersi alla prova

Tiro con l’arco al Santa Maria Bambina

Giovedì, 6 aprile 2023

Sport sempre più protagonista al centro di cura e riabilitazione Santa Maria Bambina, che da anni ha aperto le porte ai tecnici delle federazioni riconosciute dal Cip, il Comitato Italiano Paralimpico, permettendo ai pazienti di svolgere attività propedeutiche all’attività sportiva.

Proprio oggi le Nazioni Unite celebrano la Giornata mondiale dello sport per promuovere il valore dello sport nella coesione sociale e nello sviluppo. Una filosofia che il Santa Maria Bambina ha fatto sua.

Solo nel 2022 sono stati 56 i ricoverati a mettersi alla prova con il tiro con l’arco, la boccia, la vela, il tennis tavolo e la scherma, attività alle quali quest’anno si è aggiunto il calcio balilla. Il paziente ha possibilità di scegliere quale sport preferisce integrare al suo percorso riabilitativo, in base alle attitudini personali e ai propri interessi. Molti dei ricoverati non hanno mai praticato sport in precedenza, per i troppi impegni personali o per mancanza di servizi nel territorio. Altri ne hanno praticato qualcuno in passato e hanno dovuto confrontarsi con le differenze tra l’allora e l’oggi, con abilità diverse conseguenti all’evento che li ha portati al ricovero.

Gli assistiti descrivono l’esperienza sportiva come “aggregazione tra tutte le persone, come mezzo per creare armonia con l’altro e per dare pace ai sensi e alla mente”. Lo sport sprona al miglioramento sia fisico che cognitivo, affinando forza, resistenza, coordinazione ma anche la concentrazione, l’attenzione e l’interazione sociale. Aumenta la motivazione a tornare alla quotidianità.

La scelta di praticare sport è stata confermata anche al rientro a domicilio. Aumentano gli ex pazienti che proseguono l’attività anche al rientro in comunità, a livello amatoriale e a volte anche agonistico. In alcuni casi organizzandosi per aprire servizi nei territori dove mancavano, espandendo quindi il numero di persone che usufruiscono dei benefici dell’attività sportiva e riducendo l’isolamento sociale che purtroppo accompagna la persona in condizione di cronicità.

L’augurio in questa giornata è che si moltiplichi la presenza di tecnici preparati che possano coprire più territori, di modo da dare l’opportunità ai più di svolgere attività fisica e di partecipare in maniera qualitativa alla vita.

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