Luoghi del cuore FAI: il monastero di Santa Chiara primo in Sardegna

Nella classifica nazionale del concorso è al 30° posto

Il giardino del Monastero di Santa Chiara a Oristano

Giovedì, 16 febbraio 2023

Con 8.094 preferenze, il monastero di Santa Chiara a Oristano è il primo classificato in Sardegna tra i Luoghi del cuore FAI. Ottimo piazzamento anche nella classifica nazionale, al 30° posto. Il complesso conventuale edificato nel 1343 volere di Pietro III d’Arborea precede nella classifica regionale l’Asinara con 7.214 voti (al 40° posto in Italia) e il bosco di Curadureddu di Tempio Pausania (4460 voti, 66° in Italia).

Tra i primi 15 in Sardegna anche Porto Flavia, lo spettacolo viola delle Jacarande a Cagliari, le dune di Porto Pino, le Saline Conti Vecchi ad Assemini, il complesso nuragico Su Nuraxi di Barumini, Nuraghe Casteddu di Stintino, il Parco naturale regionale Molentargius con le saline di Cagliari, Cala Goloritzè a Baunei, la miniera Su Suergiu di Villasanto, lo scoglio del Pan di Zucchero e la spiaggia di Masua a Iglesias, Cala Mariolu a Baunei e il sito archeologico di Nora, a Pula.

Il Fondo per l’Ambiente Italiano e Intesa San Paolo hanno presentato oggi i risultati dell’undicesima edizione del censimento nazionale “I Luoghi del cuore”, chiusa il 15 dicembre. Con 1.500.638 voti raccolti per più di 38.800 luoghi, il censimento si conferma la più importante campagna italiana di sensibilizzazione dei cittadini sul valore del patrimonio e sulla necessità di proteggerlo e valorizzarlo, com’è nella missione del Fai.

Grazie a I Luoghi del cuore, dal 2003 a oggi sono stati sostenuti interventi per 138 luoghi in 19 regioni d’Italia, che erano dimenticati, abbandonati o poco valorizzati, ma amati dalle loro comunità, che votandoli li hanno salvati. I voti raccolti, infatti, innescano un processo virtuoso capace di moltiplicare l’effetto del censimento: luoghi sconosciuti e apparentemente condannati hanno guadagnato una tale attenzione, locale e nazionale, che altri insieme al FAI – Comuni, Regioni e Ministero, aziende, fondazioni e associazioni – si sono mobilitati per salvarli. Il sostegno di Intesa Sanpaolo a questo progetto ha generato investimenti per un valore dieci volte superiore.

Nell’impatto di questa iniziativa, accanto al valore economico, c’è un valore culturale e sociale: grazie a “I Luoghi del cuore” gli italiani scoprono o riscoprono testimonianze di storia e tradizione, simboli dell’identità dei loro territori, e si accende un sentimento collettivo che è puro spirito di cittadinanza, che si concretizza in una mobilitazione diffusa e trasversale.

Nell’edizione 2022 sono stati coinvolti nel censimento 6.508 Comuni d’Italia, l’82,4% del totale, con le segnalazioni arrivate da cittadini, singoli o associati in comitati, sorti dall’iniziativa di tanti e diversi soggetti della società civile, dalle scuole alle parrocchie, dalle biblioteche ai musei, dalle Pro loco agli stessi Comuni. La Repubblica trova ne “I Luoghi del Cuore” lo strumento per esercitare il proprio diritto e dovere alla tutela del patrimonio culturale, come prescrive l’articolo 9 della Costituzione.

Il Monastero di Santa Chiara. Il complesso conventuale oristanese fu edificato nel 1343 su una preesistente chiesa per volere di Pietro III, al comando del Giudicato di Arborea, uno dei quattro regni indipendenti che si formarono tra VIII e IX secolo come conseguenza dell’isolamento della Sardegna in seguito alla dissoluzione in Occidente dell’Impero Bizantino. Realizzata in forme gotiche, la chiesa conserva ancora l’antica abside e non pochi avanzi del monastero. Nell’arcone dell’abside e in un concio situato nella facciata della chiesa, sopra la porta d’ingresso, sono ancora evidenti gli emblemi della famiglia regnante.

Tra i preziosi frammenti di affreschi trecenteschi conservati all’interno, uno sembra riprodurre il giudice Mariano IV, tra i principali personaggi della dinastia, che pone il primogenito, futuro giudice Ugone III, sotto la protezione della Santa. Si conserva inoltre l’importante iscrizione del 1348 che ricorda la sepoltura di Costanza di Saluzzo, moglie del giudice Pietro III, nel complesso claustrale.

A partire dall’erezione del convento, i giudici arborensi stabiliranno un rapporto particolare con il monastero e con la chiesa. È del 1356 il documento del pontefice Innocenzo VI che autorizza Timbora di Roccabertì, moglie del giudice Mariano IV, ad avere libero accesso nel monastero, in compagnia delle due figlie Eleonora e Beatrice, per sette volte l’anno.

Con un documento datato 19 aprile 1369, il sovrano Mariano IV fece al monastero una larga donazione annuale in favore di 13 suore, destinando al servizio religioso due suoi cappellani. L’archivio del convento custodisce documenti preziosi, sigilli di badesse e registri contabili del XV e XVI secolo.

Il comitato “Amici del Monastero”, che si è attivato per la raccolta voti al censimento “I Luoghi del cuore” 2022 ed è formato anche dai volontari FAI di Oristano, desidera supportare le suore di clausura, che ancora vivono nel monastero, nella loro attività di promozione di questo luogo nel cuore della città per la sua valenza storica.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci qui il tuo nome