I dehors spariranno dal centro storico, nuovo regolamento approvato in Commissione

Sette tra bar e ristoranti dovranno eliminare gli spazi chiusi, ma la scadenza ancora non è fissata

Tavolini e dehors in piazza Eleonora d’Arborea

Giovedì, 9 febbraio 2023

Via i dehors chiusi da piazza Eleonora, piazza Roma e via Garibaldi. È quanto prevede il regolamento che ieri ha ricevuto il via libera dalla Commissione consiliare Attività produttive, presieduta da Gian Michele Guiso, senza i voti dei consiglieri di minoranza Massimiliano Daga ed Efisio Sanna. Una volta entrato in vigore il testo – che dovrà prima passare in Consiglio comunale – le attività avranno un anno di tempo per adeguarsi, ma questa scadenza potrebbe anche slittare.

I bar e ristoranti che saranno costretti a eliminare i dehors chiusi nel centro di Oristano sono sette e ovviamente non fanno salti di gioia per la nuova linea decisa in Comune.

“Per installare il dehors in piazza Roma”, ha detto amareggiato Antonello Coa, del bar Memento 51, “abbiamo speso oltre 30.000 euro. Quello spazio mi permette di avere altri trenta coperti e di far lavorare due dipendenti in più. Siamo già in contatto con le attività del centro che hanno posizionato i dehors, ci muoveremo compatti”.

“Non ci diamo per vinti”, ha aggiunto Silvia Pala, del Caffè La Piazza, in piazza Eleonora, “un dehors come il nostro costa circa 20.000 euro, sono tanti soldi. Hanno autorizzato un investimento così importante per noi in un periodo non semplice, segnato dalla pandemia. E adesso ci bastonano? Togliere il dehors sarebbe un grosso danno. Significherebbe perdere posti di lavoro, in una piccola realtà come Oristano”.

“Al regolamento”, ha spiegato l’assessora alle Attività produttive Rossana Fozzi, “hanno lavorato la Commissione e gli uffici. Ci confronteremo con le associazioni di categoria, che avranno modo di esprimere le proprie osservazioni. Dopodiché il testo andrà in Consiglio”.

“Nel centro storico”, ha aggiunto Fozzi, “non abbiamo gli spazi per garantire il passaggio dei mezzi di soccorso. Non è possibile lasciare i dehors chiusi, ma chi vorrà potrà mettere qualche tavolino e ombrellone in regola. Abbiamo cercato di impattare il meno possibile sugli esercizi. I dehors nascono in un periodo di emergenza, chi ha investito su quelle strutture era consapevole che allora non esisteva un regolamento. In questi anni c’è stato il tempo per l’ammortamento dei costi di installazione”.

Rossana Fozzi

Il documento regolamenta l’occupazione di marciapiedi e strade, per garantire la sicurezza in tutta la città. Sono previste anche regole da seguire sulle dimensioni dei dehors aperti e chiusi, sui colori e sui materiali utilizzati.

È positivo il giudizio del consigliere dell’Udc Antonio Iatalese, tra i componenti della Commissione Attività produttive. “È un regolamento ben fatto”, ha dichiarato, “ma si può pensare a qualche accorgimento. Dobbiamo tenere conto delle esigenze di tutti, non soltanto di quelle degli operatori. Chi però ha investito tanto denaro non va penalizzato. I dehors non devono essere smontati dall’oggi al domani. Sono del parere che dovremmo dare a queste attività la possibilità di continuare a sfruttare i dehors in centro almeno per un paio di anni. Non siamo troppo rigidi”.

Antonio Iatalese

“Questo regolamento ha un buon impianto”, ha commentato il consigliere comunale Efisio Sanna, di Oristano più, “alcune cose, però, non ci piacciono. È giusto colpire abusivismi e arlecchinate, ma non sono d’accordo con il divieto per i dehors chiusi nel centro cittadino. L’emergenza Covid ha creato tanta confusione. Effettivamente alcune strutture sono state posizionate dove non dovrebbero stare. Chiaramente il centro città merita un’attenzione particolare: bisogna valutare con attenzione le esigenze di cittadini, operatori e fruitori delle strutture. Coniugare questi bisogni non può portare al divieto assoluto”.

Efisio Sanna

3 Commenti

  1. Era tutto già scritto,non li vorranno mai levare. Mi viene spontanea una domanda: ma li ha obbligati il dottore a spendere 20 o30 mila euro?

  2. Caro Marcolino, la tua domanda è per così dire lanciata così senza riflettere….hai pensato che prima di investire tutti quei soldi, quegli imprenditori hanno chiesto ed ottenuto dal Comune un permesso per l’installazione? È come se a lei dessero un permesso per ampliare la casa, poi dopo un anno le fanno buttar giù tutto, perché la maggioranza di turno non ritiene il suo progetto gradevole… Questi imprenditori non si sono svegliati la mattina e hanno costruito abusi che non si adattano al contesto, hanno ottenuto un permesso presentando un progetto (poi si potrebbe discutere del contesto creato sempre dai geni di turno)…. Ora è normale che un imprenditore programma un investimento, ottiene parere favorevole, spende i soldi e dopo poco tempo alcune persone decidono che in nome del loro discutibile buongusto e con le tasche degli altri facciano smantellare tutto ed a spese di una categoria già flagellata da altre avversità appena trascorse??? Ma sempre questi buongustai hanno visto in pieno centro lo stato di alcuni immobili pericolanti, transennati, tane di topi ed inguardabili dal punto di vista del decoro?

  3. concordo con u, Oristano intera e il centro storico in particolare, versa nel più degradante abbandono. Strade e marciapiedi da quarto mondo, sporcizia dappertutto, edifici e immobili di ogni tipo abbandonati in condizioni indecorose anche nella centralissima piazza Roma. Tutto ciò ormai da decenni senza che nessuna delle amministrazioni succedutesi nel tempo abbiano adottato le più elementari iniziative a tutela del decoro urbano. E questa amministrazione sembra purtroppo muoversi sulla scia delle precedenti. L’importante è trovare i soldi per la Sartiglia e per le sontuose retribuzioni dei dirigenti.

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