Disabili gravi, contributi in ritardo a Oristano: “Un dramma, dobbiamo scegliere se pagare l’assistenza o fare la spesa”

La denuncia della figlia di una donna oristanese

Immagine d’archivio

Giovedì, 2 febbraio 2023

Pratiche bloccate a Oristano per i beneficiari del finanziamento indiretto previsto dalla Legge Regionale 162, destinato a coprire i costi dei servizi di sostegno e, in generale, della vita a domicilio delle persone con grave disabilità.

Lo denuncia la figlia di una donna residente in città con disabilità al 100% degenerativa.

Il progetto prevede un importo annuale che viene rimborsato, o dovrebbe essere rimborsato con regolarità, man mano che la mensilità è stata anticipata e giustificata dalle firme delle buste paga dei lavoratori domestici”, spiega la giovane. “Mia madre percepisce mensilmente di pensione 1.300 euro e deve anticipare 1000 euro ogni mese per l’assistenza. In famiglia siamo solo io e lei, io studio ancora e non ho un lavoro fisso. I ritardi del Comune nei rimborsi mi portano a dover scegliere se pagare puntualmente le lavoratrici o fare la spesa per mia madre”.

“Attualmente ci è stato detto che gli uffici non sono riusciti ad adeguarsi al nuovo sistema informatico, ma ogni mese ce n’è una diversa. La volta precedente il problema era il Covid e gli uffici vuoti”, accusa la giovane. “Mia mamma è stata inserita tra le persone con priorità con l’attuale amministrazione ed è andato tutto bene solo i primi due mesi”.

La giovane vorrebbe costituire un comitato composto dalle persone con il suo stesso problema: “Chi percepisce il finanziamento indiretto è nella mia stessa e identica situazione”, denuncia. “Il finanziamento diretto, erogato direttamente alle cooperative dal Comune, non tutela le famiglie che hanno già le persone di fiducia e vorrebbero continuare ad avere semplicemente quelle e i rimborsi che le spettano”.

“Portano le persone a licenziare le proprie collaboratrici di fiducia in favore delle cooperative alle quali i finanziamenti arrivano”, continua la giovane, “ma uno conto è fare pulizia in una casa, un conto è occuparsi di una persona con disabilità. Il rapporto di fiducia è fondamentale”.

“Stanno togliendo dignità a mia mamma e costringendoci a scegliere se pagare le due persone che si occupano di lei e che hanno famiglia, o mangiare. Il problema economico sta diventando peggio di quello di salute”, conclude la giovane, che chiede alla Regione: “Maggiori controlli sui comuni relativamente alla erogazione di quanto spetta ai pazienti che usufruiscono della Legge 162”.

1 commento

  1. Trattandosi di gestione di denaro pubblico, consiglio di procedere con un esposto alla Procura della Repubblica, in modo che si possa accertare se ci sono delle irregolarità nella gestione dei fondi. Solo in questo modo, si riuscirebbe a sensibilizzare chi di dovere. Purtroppo siamo alle solite, il diversamente abile non è considerato al pari dei normodotati, e purtroppo te ne accorgi solo quando sei in questa condizione, dove, purtroppo, ti serve tutto e costa tanto tutto. Vergognoso!!!

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