Fondi a tre giovani imprenditori per sviluppare le loro start-up: un aiuto dall’Arcidiocesi

Questa mattina a Oristano la presentazione del progetto

Foto di gruppo

Sono state illustrate oggi le iniziative imprenditoriali nate in provincia di Oristano attraverso il progetto “Policoro”, promosso a livello nazionale dalla Conferenza Episcopale Italiana e che si configura come servizio rivolto, nelle varie diocesi, ai giovani.

Il progetto si propone come uno sportello rivolto ai giovani che desiderano affacciarsi al mondo del lavoro. Come è stato spiegato, non si tratta di un centro per l’impiego, ma di una vera e propria officina dove i giovani che desiderano creare nuove realtà imprenditoriali possono trovare uno spazio di confronto, di accompagnamento e di formazione per dare forma ai loro sogni.

Incentivare la creazione di nuove realtà lavorative nel territorio diventa evidente azione concreta di carità in quanto prevenzione della povertà: è questo ciò che ha cercato di fare l’Arcidiocesi di Oristano per volontà del suo Arcivescovo, che ha messo in campo le risorse finanziarie necessarie per portare avanti l’attività del Policoro, e attraverso l’impegno e il lavoro dell’animatore del progetto che ha offerto il suo servizio, nel tempo di un triennio, come giovane che intercetta e accoglie altri giovani che desiderano dare forma a un loro sogno imprenditoriale.

L’iniziativa è stata illustrata in Episcopio dall’arcivescovo Roberto Carboni, al direttore dell’ufficio Pastorale giovanile e tutor del progetto Policoro Matteo Ortu, dal direttore dell’ufficio comunicazioni sociali da Mauro Dessì e da Giovanna Lai direttrice della Caritas.

I tre gesti concreti che sono stati presentati stanno prendendo forma e si spera possano vedere la luce attraverso il bando proposto dalla Caritas italiana lo scorso mese di maggio che aveva come finalità quella di creare nuove start-up per giovani dai 18 ai 35 anni e che prevedeva e provvedeva con il finanziamento di due terzi dell’idea imprenditoriale per un massimo di 20 mila euro a fondo perduto.

Il Policoro diocesano è stato contattato da otto ragazzi interessati al bando di cui solo cinque rispettavano i requisiti richiesti dal bando nazionale: tre di questi cinque sono stati selezionati all’interno dei 50 ammessi al finanziamento in tutta Italia (solo 4 i progetti sardi in tutto).

“È importante per noi promuovere questo progetto che ha fatto nascere tre iniziative imprenditoriali”, ho spiegato Mauro Dessì, “il progetto Policoro è un atto concreto che coinvolge tre giovani e li sta accompagnando nel mondo del lavoro”.

“Il progetto Policoro nasce a livello nazionale dalla volontà della Conferenza episcopale di prestare attenzione al mondo giovanile”, ha detto don Matteo Ortu, “la Diocesi di Oristano come tante in Italia ha attivato il progetto sul territorio coinvolgendo le tre pastorali: Giovanile, sociale e del lavoro e della carità, la Caritas. La figura dell’animatore di comunità è stato quello di accompagnare e sostenere i ragazzi che hanno avuto queste idee di imprenditorialità all’interno della Diocesi. Un’officina nella quale i ragazzi hanno trovato quell’accompagnamento che ha permesso loro di avviare le tre iniziative”.

Il bando finanziato dalla Caritas nazionale ha messo a disposizione dei tre giovani fino a 20mila euro a fondo perduto.

Questi i tre progetti imprenditoriali.

“L’Arte delle api”. “Il progetto che abbiamo presentato a Siamanna nasce dall’amore per la natura e il ruolo delle api: cuore e ali per l’ambiente”, ha spiegato Simona Russo, laureata in pianificazione del paesaggio e docente, “a causa dei cambiamenti climatici oggi le api sono cosa rara. Vogliamo offrire non solo un prodotto fine a se stesso ma anche delle attività collegate. Offrire all’utente la possibilità di assaggiare sul campo il prodotto, ma spiegare anche come nasce e dove nasce il miele. Ed avere delle etichette personalizzate, realizzando anche appositi eventi a tema. A Siamanna realizzeremo un laboratorio per l’utenza. Un’attività nomade perché va a ricercare il prodotto nel territorio specifico.

“Easyreclame”. “E’ nata quasi in modo spontaneo nel periodo della pandemia per sbarcare il lunario”, ha raccontato Andrea Piroddi di Tramatza, “sino a poco tempo fa lavoravo in una palestra ed ora grazie al progetto Policoro ho decido di aprire un’agenzia che si occupa di marketing e pubblicità. Aiutare le aziende, piccole, medie e grandi, a gestire la propria figura e la propria immagine. Seguendola anche sui siti web e sui social. Creiamo del materiale fotografico e video per promuovere le aziende. Sono contento di aver partecipato e che mi ha dato l’opportunità di conoscere nuove persone”.

“Sa butega de tzia Domantiglia”. “Si tratta di una piccola casa museo che nasce a Villaurbana”, ha spiegato Daniel Meloni, che ha svolto anche il ruolo di animatore e coordinatore dei tre progetti. “una dimora storica del primo novecento, una casa padronale, e si propone di far conoscere e vivere alle nuove generazioni e anche a agli anziani, quelle che sono le nostre peculiarità, le tradizioni popolari e culinarie. Laboratori di caseificazione, di pastificazione soprattutto, visto che Villaurbana è legata alla tradizione del pane.  Attività che già da tempo portiamo avanti in associazione e con i quali abbiamo dato vita alla bottega storica di rione del passato. Abbiamo riqualificato il vecchio stabile, recuperato vecchi arredi e utensili, con una location databile negli anni 50: un vero salto nel tempo. Al visitatore offriamo esperienze vive e attive, non solo da semplici spettatori”.

Le tre attività sono quasi operative e verranno avviate entro metà gennaio del prossimo anno, diventeranno operative appena saranno avviate le ultime pratiche amministrative con il deposito dei business plan.

“Questa è un’occasione da non perdere e pubblicizzare”, ha concluso l’Arcivescovo Carboni, “finalmente i giovani dialogano e con la loro creatività realizzano impresa. Nel nostro mondo di adulti parliamo molto di giovani e di lavoro, ma poi non riusciamo a mettere insieme le due cose. Poi anche l’opportunità, lasciare alla creatività dei ragazzi di aprire nuove strade. Il lavoro, che si compone di tanti aspetti, si è trasformato nella società con alcune specificità: la tradizione, il digitale e la natura”.

Un momento della presentazione del progetto questa mattina a Oristano

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