Al teatro Garau arriva “S’Accabadora”. Ultimi biglietti disponibili al botteghino

Si potranno acquistare esclusivamente la sera dello spettacolo

Una foto tratta dallo spettacolo “S’Accabadora” – CedacSardegna.it

Giovedì, 15 dicembre 2022

Dopo Gioele Dix, la stagione di prosa del Cedac prosegue a Oristano con “S’Accabadora”. L’appuntamento è per sabato prossimo, 17 dicembre, al teatro Garau. Lo spettacolo, liberamente ispirato a “Le serve” di Jean Genet, avrà inizio alle 21. La durata è di 60 minuti.

Restano 70 biglietti disponibili (15 euro a prezzo pieno, 12 euro il ridotto): si potranno acquistare esclusivamente il giorno dello spettacolo, a partire dalle 19 al botteghino del teatro, in via Serneste. È confermato il limite di due tagliandi acquistabili a persona, non è possibile prenotarli.

La produzione di “S’Accabadora” è a cura di Anfiteatro Sud, con drammaturgia e regia di Susanna Mameli, con Marta Proietti Orzella e Elisa Pistis.

Finalista al concorso Nuove sensibilità del Festival Teatro Italia di Napoli, “S’Accabadora” nella sua versione integrale si propone per la prima volta al pubblico nello stesso anno e vince il premio nazionale Teatro “Lauretta Masiero” per la drammaturgia. Dopo molti anni – si legge sul sito del Cedac Sardegna – l’autrice decide di riprendere questa pièce e trasfigurarla nei colori e nelle immagini, trattando il testo e lo spazio come fossero un caleidoscopio nella memoria della protagonista, utilizzando la multi-proiezione e gli effetti straordinari del videomapping e della realtà aumentata, ricostruisce un universo interiore che ingloba e coinvolge lo spettatore facendolo divenire parte del viaggio e dello spettacolo.

In questo lavoro Mameli ha cercato di mettere a fuoco il lato umano e personale di una figura così crepuscolare e sfuggente, ma storicamente reale, come quella di sa femmina Accabadora. Così veniva chiamata la donna che in passato, come sostengono anche gli ultimi studi sul tema, si occupava nelle comunità della Sardegna di dare non solo la vita, come levatrice, e il sollievo della guarigione, come donna di medicina popolare, ma anche la “bona morte”, quando ormai la malattia non lasciava via di scampo.

La fautrice tollerata di eutanasia nel passato diventa oggi personaggio di straordinaria attualità per i legami con i dilemmi etici del presente. Così, il testo, con le scene minime ed essenziali, risolve l‘azione teatrale nel rapporto tra Antonia e sua sorella, rispettivamente interpretate da Elisa Pistis e Marta Proietti Orzella. Una relazione che è una finzione nella finzione e che lascia trapelare lentamente la verità atroce sulle loro vite.

La rassegna è organizzata con il patrocinio e il sostegno dell’Assessorato alla Cultura e Spettacolo del Comune di Oristano, della Regione Sardegna e del MiC / Ministero della Cultura, con il contributo della Fondazione di Sardegna. Dallo scorso novembre il teatro Garau è gestito della Pro loco di Oristano, guidata dal presidente Gianni Ledda.

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