“Solo promesse dal Comune”, il Comitato per la difesa dei pini di Torre Grande va avanti col ricorso al Tar

Nessuna intesa raggiunta nell'incontro di ieri. Documento della presidente del Comitato: "Gli alberi sono sani e stabili"

Il lungomare di Torre Grande

Venerdì, 11 novembre 2022

Nessuna intesa è stata raggiunta tra il Comune di Oristano e il Comitato “Lungomare con i pini”, i cui referenti si sono incontrati ieri. Presenti anche i progettisti dell’opera di restauro nella borgata marina. “Solo vaghe promesse”, commenta la presidente del Comitato, Anna Paola Cruciani, che annuncia: “Il comitato, a questo punto, si è visto costretto a procedere col ricorso”.

Sarà il Tar Sardegna a decidere la sorte dei pini, valutando il ricorso annunciato ieri contro la determinazione di conclusione positiva della Conferenza di servizi che a settembre aveva dato il via libera al progetto di riqualificazione del lungomare.

“I pini sono in perfetta salute”, precisa la presidente del Comitato, che spiega: “Dopo ripetute richieste da parte del Comitato di una relazione che attestasse la condizione dei pini, i progettisti hanno finalmente dovuto ammetterlo. Non hanno il minimo problema di stabilità. Questo sia chiaro una volta per tutte”.

Il Comitato contesta anche la modalità con la quale i lavori sarebbero eseguiti: “Lo smantellamento dell’asfalto e dei marciapiedi di tutto il lungomare sarebbe fatto con i mezzi meccanici, al costo complessivo di appena 170.000 euro. È più che evidente, come dichiarano i nostri esperti agronomi, che in questo caso il lavoro sarebbe svolto in modo brutale, tagliando radici di superficie e radici portanti: a quel punto, con la prova di trazione, sarebbe necessario abbattere non solo i primi 31 pini previsti, ma tutti quelli esistenti sia sul lato case che sul lato mare”, contesta la presidente. “Per uno smantellamento accurato e a regole d’arte del manto stradale, occorre ben altra cifra e altri strumenti, usati in tutta Europa”.

“Inoltre”, continua Anna Paola Cruciani, “all’abbattimento di un primo gruppo di 31 pini, secondo i progettisti, dopo cinque o sei anni (grosso modo) ne seguirebbe un secondo gruppo e in seguito un terzo, rimettendo mani a un cantiere infinito”.

“Il valore ornamentale ed ecologico dei primi 31 pini da abbattere è di circa 800.000 euro. La spesa destinata al verde nel nuovo progetto con l’abbattimento di tutti i pini è di circa 360.000 euro, per cui, in proporzione, possiamo immaginare una spesa di circa 150.000 euro a fronte di 800.000 euro buttati al vento”, prosegue Cruciani. “Certamente una spesa cosi esigua per la sostituzione del verde non garantirà il mantenimento dell’attuale bellezza”.

Altro punto sollevato dal Comitato: “le indicazioni dei progettisti non rispettano le norme paesaggistiche che prevedono la sostituzione con alberature della stessa specie e stessa dimensione, quindi non con fusti di 11cm di diametro”.

“Le poche case danneggiate dalle radici con i nuovi accorgimenti tecnici non avranno più problemi”, aggiunge la presidente precisando di avere a favore della tesi le documentazioni di alcuni esperiti.

“Gli aghi dei pini su alcuni tetti e grondaie sono un fastidio da risolvere in accordo col Comune. Non possiamo comunque chiedere al sindaco di prosciugare il golfo perché le mareggiate sporcano di alghe la spiaggia”, chiarisce Anna Paola Cruciani, che conclude: “Il Comitato desidera ardentemente il rifacimento del Lungomare, ma che sia fatto in modo tale da preservare la bellezza e la memoria esistenti e che non dia problemi dopo poco tempo. La passeggiata con assi di legno, per esempio, ha bisogno di una manutenzione costante e vernice impregnante ogni anno, che il Comune non è in grado di garantire. Per coloro che non hanno la minima idea di come verrà ridotto il lungomare secondo il progetto iniziale (se non si prendono provvedimenti) basta guardare il piazzale della Stazione di Oristano con le sue aiuole rinsecchite: quello sarebbe il look cimiteriale che ci aspetta”.

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