Lunedì, 28 novembre 2022
Tornano le polemiche sulla Fondazione Oristano ed ecco una nuova interpellanza presentata dal centrosinistra. Ad accendere ancora una volta i riflettori sull’ente è stata la relazione sulla revisione contabile del bilancio d’esercizio del 2021, redatta dal commercialista Remigio Sequi, che raccomanda agli amministratori “adeguate iniziative al fine di ridurre il ‘rischio di liquidità’, potenzialmente destinato a incrementarsi in un prossimo futuro”.
Nella sua relazione, il revisore legale suggerisce anche “un costante controllo sull’andamento finanziario della gestione, con una progressiva diminuzione dell’indebitamento e chiusura dei debiti più vecchi”.
L’interpellanza ha come primo firmatario il consigliere Umberto Marcoli (Oristano più) ma l’hanno sottoscritta anche gli altri sette esponenti della minoranza: Carla Della Volpe, Francesca Marchi ed Efisio Sanna (Oristano più); Maria Obinu, Giuseppe Obinu e Massimiliano Daga (Pd); Francesco Federico (Oristano democratica e possibile).
I consiglieri chiedono al sindaco Massimiliano Sanna e alla sua Giunta di spiegare i dati del bilancio d’esercizio, assieme al monito sulla gestione delle passività e del crescente debito, espresso nella relazione dal revisore dei conti.
Gli esponenti dell’opposizione chiedono inoltre se siano stati effettuati i controlli da parte del funzionario incaricato in base al regolamento sul controllo analogo approvato, e quali siano le risultanze di queste procedure.
Nella relazione, il revisore ha ricordato che la riduzione dei ricavi della Fondazione Oristano è dovuta al fatto che nel 2021 non si è svolta la Sartiglia, a causa dell’emergenza legata alla pandemia. Mancano insomma gli introiti legati a biglietteria, sponsorizzazioni e contributi, e la stessa situazione si ripeterà per il 2022.
Il bilancio si chiude con un utile di 2.850 euro, quale differenza tra le passività e le attività correnti. Le posizioni creditorie-debitorie più significative al 31 dicembre ammontano quasi a 658mila euro. Nel bilancio 2021, inoltre, sono presenti somme importanti sui crediti da incassare, pari a 707mila euro. E parte di questi crediti è stata incassata quest’anno.
A giudizio del revisore, non emergono “significativi dubbi sulla capacità dell’azienda di produrre reddito per un prevedibile arco temporale futuro. Per questi motivi, l’organo amministrativo nel bilancio d’esercizio 2021 ha ritenuto sussistente il presupposto della continuità aziendale al 31 dicembre 2021, tenendo conto degli eventi successivi a detta data”.