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Da Medea al carnevale sardo. Gli scatti di GianMarco Porru scelti dal Photo Vogue Festival

30 Novembre 2022

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Da Medea al carnevale sardo. Gli scatti di GianMarco Porru scelti dal Photo Vogue Festival

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Mercoledì, 30 novembre 2022

Classe ’89, originario di Silì ma da diversi anni con base a Milano, GianMarco Porru, con la sua “Sweet fritters ballad” – la ballata dei dolci fritti, è tra i 25 artisti selezionati per l’Italian Panorama Exhibition, la prima Local Open Call di Photo Vogue Festival, concluso di recente al centro culturale BASE di Milano.

Le foto di GianMarco Porru – artista multidisciplinare che da sempre utilizza diversi linguaggi e combina varie discipline artistiche – sono incentrate sul carnevale della Sardegna e sul mito di Medea. Le ha scelte una giuria composta dal team di Condé Nast Italia e da esperti dell’ampia comunità visual italiana, provenienti da contesti diversi.

Dedicata all’Italia come omaggio al paese di origine di PhotoVogue, la call era aperta a tutti i generi – dalla moda al documentario, dall’arte al reportage – e a tutti i mezzi, e quindi dalla fotografia al video, dall’illustrazione all’arte 3D o alle combinazioni di queste stesse discipline tra loro.

La maschera con lo specchio e il rimando al mito di Dionisio, i volti coperti, un filo che collega questi personaggi al cielo e alle dinamiche naturali, e quindi alla luminosità dei raggi del sole o all’arrivo delle nuvole, sono tutti tratti che accompagnano il progetto fotografico “Sweet fritters ballad” di GianMarco Porru che, insieme al lavoro degli altri 24 artisti selezionati, riflette così il ricco multiculturalismo dell’Italia.

Il progetto. “È un lavoro iniziato a marzo 2021”, racconta GianMarco Porru, “alla ricerca dell’ultimo capitolo video di una trilogia che ho dedicato al personaggio di Medea. Per questo capitolo conclusivo, come nel secondo, ho scelto una riscrittura di Christa Wolf, dove Medea non viene qui più descritta come la madre che ha ucciso i propri figli. Al contrario, ad ucciderli è stato il popolo di Corinto. A questa narrazione, dove c’è un forte elemento di drammaticità, ho unito il carnevale di Sardegna, uno dei pochi che conserva una certa tragicità e che ha dentro di sé anche un’idea di sacrificio”.

“Ho iniziato così a lavorare con il Laboratorio Piroddu”, prosegue l’arista di Silì, “facendo un grande lavoro sul loro archivio di costumi tradizionali ma anche su quelli che sono ora i nuovi capi d’abbigliamento. Da qui, con tutti questi elementi ho poi creato i miei personaggi: ognuno con delle caratteristiche specifiche, a partire dai loro movimenti che li avrebbero caratterizzati anche sul modo in cui sarebbero entrati in scena. In un secondo momento, questo studio di immagini ha poi preso una sua autonomia. Ho notato che questa sessione di foto aveva una sua grande forza, e mettendo insieme i vari scatti ho creato una nuova narrazione fotografica che poi è stata selezionata appunto da Vogue”.

“Questa intuizione di avvicinare l’aspetto tragico di Medea al Carnevale in Sardegna non è stata semplice”, spiega ancora Porru, “forse mi sono un po’ auto-boicottato e censurato perché l’immagine del carnevale sardo è complicata, è stato molto fotografato e si è in qualche modo anche auto-consumata, probabilmente anche perché oggi è rappresentata solo come una pratica folcloristica. Invece a me interessava capire quali delle maschere sarde rimandasse a un’idea di mascheramento libero, che consentisse poi a un personaggio – che io ho scelto proprio per quel suo modo di essere – la libertà di agire come desidera, in uno spazio come quello del carnevale dove si può certamente permettere la spregiudicatezza grazie all’anonimato della maschera o del costume”.

“Da qui la scelta della maschera limpia“, conclude GianMarco Porru, “maschere che ho sempre visto nelle fotografie e che da sempre mi hanno molto affascinato e che, a cavallo tra l’eredità di un culto dionisiaco e il nuovo carnevale, creavano così una sorta di ponte con la contemporaneità che ho cercato poi di ricreare”.

Redazione2
30 Novembre 2022

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