Tre nuove vie a Oristano rendono omaggio a Carta Raspi, Corriga e Mossa

Lo ha deliberato la Giunta su proposta dell'assessore Prevete

In verde e in azzurro le nuove vie nella zona della circonvallazione di Sa Rodia

Sabato, 22 ottobre 2022

Oristano ha scelto tre nuove vie per onorare Raimondo Carta Raspi, Antonio Corriga e Antonio Simon Mossa. Lo ha deciso la Giunta comunale, su proposta dell’assessore alla toponomastica, Simone Prevete.

Le nuove vie – nei pressi della discussa rotonda della nuova circonvallazione di Sa Rodia, a pochi passi da via Ernesto Campanelli e da via degli Artigiani – sono state realizzate con le lottizzazioni “Riccio e più” e “Bau Cannas”. La delibera ora è stata trasmessa al prefetto di Oristano Fabrizio Stelo per ottenere l’autorizzazione prevista dalla legge.

Nei giorni scorsi, l’esecutivo ha deliberato di denominare via Raimondo Carta Raspi l’area di pubblica di circolazione con ingresso sulla via Luigi Manconi Passino, in prossimità dell’intersezione con via Ettore Pais. La strada parallela, in prossimità dell’intersezione con via Antonio Zucca, è stata denominata via Antonio Corriga.

Infine, la Giunta ha deliberato di chiamare via Antonio Simon Mossa la strada con ingresso in prossimità della rotatoria e intersezione sull’asse della circonvallazione.

L’assessore Simone Prevete

Nato a Oristano nel 1893, Raimondo Carta Raspi fu uno storico, editore e intellettuale. Studiò Scienze sociali e fondò la casa editrice Il Nuraghe, pubblicando dal 1923 al 1930 un’omonima rivista culturale, espressione di numerosi intellettuali non allineati con l’imperante filo-fascismo della cultura regionale. “Nel 1933”, ricorda la delibera della Giunta comunale, “Carta Raspi scrisse e pubblicò Castelli medioevali di Sardegna, che resta un testo di riferimento per lo studio del sistema delle fortificazioni in età giudicale, probabilmente la prima opera a trattarne organicamente. Nel dopoguerra, rafforzando la sua vicinanza al Partito Sardo d’Azione di Emilio Lussu, fu tra i sostenitori delle istanze autonomistiche isolane, e nel 1946 fondò la rivista Il Shardana, che ebbe però breve vita, terminando le pubblicazioni l’anno successivo dopo solo 10 numeri”.

Era originario di Atzara l’artista Antonio Corriga, deceduto a Oristano nel 2011, all’età di 88 anni. Dopo essersi diplomato all’Istituto superiore d’Arte “Magistero” di Firenze e aver frequentato per alcuni anni l’Accademia delle Belle Arti, sempre nel capoluogo toscano, Corriga si trasferì a Oristano, dove aprì un laboratorio di ceramica e insegnò alla scuola professionale diretta da Vincenzo Urbani. “Dopo qualche anno”, è spiegato nella delibera, “lasciò l’arte della ceramica per concentrarsi unicamente sulla pittura. Nel corso della sua carriera si dedicò alla rappresentazione delle diverse tematiche: il sacro, il ritratto, la tradizione popolare vista sia nelle rappresentazioni delle feste religiose che nel quotidiano, ma fu anche autore di pregevoli lavori di protesta sociale. Numerose opere sono conservate presso gli uffici della Regione Sardegna, della Provincia di Oristano, del Comune di Oristano, del Comune di Atzara, nella sede della Comunità montana Barbagia-Mandrolisai”.

Antonio Simon Mossa (Padova, 1916 – Sassari, 1971), invece, è stato un architetto, politico, giornalista, poeta e scrittore, ideologo ed esponente dell’indipendentismo sardo. “Di origini algheresi”, si legge nella delibera, “Mossa si laureò in architettura ed avviò le proprie attività a Sassari e ad Alghero, dove si interessò al catalano locale ed alla lingua sarda. Introdusse una nuova teoria basata sul riappropriamento dell’identità sarda, definita come una comunità con storia, lingua e cultura propria in pericolo d’estinzione. La soluzione per porre fine al neocolonialismo italiano sarebbe stata l’adozione di politiche ispirate al socialismo e, attraverso l’indipendenza dell’isola, costituire una federazione europea di comunità in seno alla quale la Sardegna avrebbe così potuto intessere una rete di relazioni autonoma tra i vari stati, e stabilire un rapporto privilegiato con la Catalogna e la Corsica”.

“Nel 1964, pur facendo parte del Partito Sardo d’Azione, fondò insieme a Giampiero Marras il ‘Muimentu Indipendhentistigu Revolussionàriu Sardu’ e nel 1966 il gruppo clandestino “Sardigna Libera”; nello stesso anno fu anche eletto consigliere comunale del comune di Porto Torres. Morì prematuramente di malattia il 14 luglio 1971. Influenzò intellettuali e politici come Giovanni Lilliu, Antonio Ballero de Càndia, Sergio Salvi, Carlo Sechi Ibba e Gustavo Buratti, e le sue idee sono state adottate dall’area autonomista e indipendentista moderna”.

1 commento

  1. Evidentemente gli alacri impiegati comunali hanno copiato a piene mani da Wikipedia (confrontare per credere) senza nemmeno dichiarare le fonti… Ed il refuso sulla nascita di Raimondo Carta Raspi, sarà della redazione o già presente nella delibera? Misteri insolvibili…

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