Martedì, 15 marzo 2022
Il Comitato di via Lepanto ha chiesto un incontro urgente al sindaco di Oristano Andrea Lutzu e alla Commissione Urbanistica per chiedere che il Consiglio comunale non dia il via libera a un eventuale piano attuativo utile a consentire alla società Torre Sgr – che sta portando avanti un discusso progetto di housing sociale nel quartiere Sant’Efisio – di costruire fino a 20 metri, oltrepassando i limiti previsti dal Puc di Oristano.
“È ora che il Comune di Oristano prenda una posizione chiara sul discusso progetto di housing sociale nella via Lepanto”, scrive in una nota il Comitato, “una posizione che tenga conto dell’annullamento della concessione edilizia contenuta nella sentenza n. 789 del 24 novembre 2021 da parte del Tar della Sardegna”.
Il pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale era arrivato a seguito del ricorso presentato dallo stesso Comitato di via Lepanto.
“Sull’annullamento deciso dal Tar”, prosegue ancora il Comitato, “ora pende una richiesta di sospensiva al Consiglio di Stato, che inizialmente avrebbe dovuto decidere lo scorso 11 marzo a causa del carattere di urgenza della richiesta. Ma, con grande sorpresa del Comitato e dei nostri legali in trasferta a Roma, la società Torre Sgr ha ritirato l’istanza di urgenza della richiesta senza dare alcuna comunicazione”.
“Alla sorpresa”, sottolineano i residenti, “si è aggiunta l’amarezza a causa delle notizie sulla presunta volontà da parte della società Torre di presentare un piano attuativo da portare per approvazione in Consiglio comunale, che consentirebbe di costruire fino a 20 metri, oltrepassando i limiti previsti dal Puc di Oristano”.
Da qui la richiesta di un incontro chiarificatore richiesto dal Comitato al sindaco Lutzu e alla Commissione Urbanistica. “Non riusciamo ora a capire come si possa solo ipotizzare di presentare al Consiglio comunale un piano attuativo che consentirebbe di andare in deroga all’altezza prevista dal piano regolatore. In sostanza”, denuncia il Comitato, “si vuole scaricare sui consiglieri comunali la responsabilità di approvare una sorta di sanatoria su un progetto che le autorità preposte hanno già dichiarato illegittimo”.
Il Comitato di via Lepanto ha inoltre ricordato che già qualche anno fa “la Giunta comunale aveva tentato di inserire in una seduta del Consiglio la discussione del piano attuativo, ma pure allora le perplessità da parte dei consiglieri erano state notevoli e l’ordine del giorno era stato ritirato”.
“Noi del Comitato”, continua la nota, “insieme a molti residenti del quartiere, ci siamo costituiti e presentati anche al Consiglio di Stato perché abbiamo sempre ritenuto che il progetto dell’housing sociale in via Lepanto non sia adeguato nel nostro contesto per i motivi evidenziati in tante occasioni e che soprattutto sia giusto far rispettare le norme comunali in vigore”.
E se una costruzione alta 13 metri sarebbe ritenuta una scelta non ottimale, ma comunque accettabile da parte del Comitato, andare oltre significherebbe per i cittadini deturpare irrimediabilmente l’intero quartiere.
“Sarebbe pertanto giunto il momento che anche il Comune”, conclude il Comitato, “invece di tutelare gli interessi e accogliere le istanze provenienti dalla società costruttrice, finalmente scelga di prendere atto di quanto sancito dal Tar e si schieri con i suoi cittadini, rilasciando un’autorizzazione a costruire in linea con quello che le norme prevedono”.
Il Comitato dice: Deturpare il quartiere? Non si può sentire … (Secondo me, il quartiere è già abbondantemente deturpato di suo. Io proporrei di raderlo completamente al suolo e ricostruirlo con criteri urbanamente validi)