La televisione educativa ha fatto l’Italia? All’Unla un seminario con Luca Bravi

Dalle trasmissioni tv degli anni Ottanta fino al palinsesto di supporto alla didattica durante la pandemia di Covid-19

L’immagine simbolica usata per la locandina del seminario

Martedì, 9 novembre 2021

Lunedì 15 novembre alle ore 16.30 la sala del Centro servizi culturali Unla di Oristano ospiterà il seminario “La televisione educativa in Italia. Un percorso di storia sociale dell’educazione”, a cura del ricercatore Luca Bravi.

Il seminario ripercorrerà la storia delle prime trasmissioni educative della tv italiana, da “Telescuola” a “Non è mai troppo tardi”, fino ai palinsesti per bambine e bambini degli anni Ottanta, Novanta e Duemila.

Tra i punti analizzati nell’incontro, il tentativo di “fare gli italiani” attraverso la lingua nazionale, ma anche il consumismo, lo svago e l’edonismo. Tra monopolio pubblico e privatizzazione, la storia della tv racconta la politica e la cultura degli italiani diventati telespettatori. Fino al lockdown per il Covid-19, quando anche la Rai è stata chiamata dal Miur a trasmettere un palinsesto di supporto alla didattica a distanza erogata dalle scuole.

Luca Bravi è ricercatore presso il Dipartimento di Formazione, lingue, intercultura, letterature e psicologia dell’Università di Firenze, dove insegna Storia dei processi comunicativi e formativi. Si occupa di storia sociale dell’educazione in relazione alle politiche d’inclusione in Europa, di storia dei media rispetto alla loro influenza sui contesti di formazione ed educazione e di processi storici di costruzione della memoria europea.

Bravi ha diretto numerosi progetti europei e ha coordinato seminari d’aggiornamento degli insegnanti in collaborazione con il Consiglio d’Europa, il Miur, la Regione Toscana. È autore di numerose pubblicazioni relative alle minoranze rom e sinti in Europa, legate in particolare ai temi della deportazione e dello sterminio e della successiva storia della scolarizzazione.

Per accedere ai locali del Centro servizi culturali sarà necessario esibire il Green Pass e rispettare tutte le prescrizioni di sicurezza anti-Covid.

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