A rischio chiusura i corsi scolastici nel carcere: i docenti contestano

Organico non confermato dall'Ufficio scolastico provinciale. Giovedì un incontro online

Il carcere di Massama

Lunedì, 12 aprile 2021

Nel carcere di Massama erano attivi fino all’anno scorso due corsi di istruzione di secondo livello: l’AFM (ex ragioneria) e il liceo artistico. Ora rischiano di chiudere. I docenti però non ci stanno e lanciano un appello all’Ufficio scolastico provinciale, che ha deciso di non confermare per l’anno scolastico 2021/2022 l’organico in servizio presso la scuola carceraria.

L’Ufficio scolastico giustifica la sua decisione sulla base dell’incapacità dimostrata negli scorsi mesi da parte della direzione del carcere di assicurare il prosieguo dell’attività scolastica durante la pandemia. A pagarne le conseguenze saranno però i detenuti, che rischiano di essere privati di un diritto garantito dalla Costituzione.

È quindi arrivata la presa di posizione dei docenti, i quali hanno redatto un documento indirizzato alla direzione dell’Ufficio scolastico regionale e a quella provinciale, ai dirigenti scolastici del Mossa, del Cpia 4 e del De Castro e per conoscenza alla direzione della casa di reclusione di Massama, al garante dei detenuti di Oristano (l’avvocato Paolo Mocci), al personale scolastico in servizio al carcere di Massama, alle segreterie regionali e provinciali della Flc, di Cisl Scuola e della Uil.

Gli insegnanti hanno invitato i destinatari dell’appello a partecipare a un incontro online per confrontarsi sul problema. Appuntamento giovedì 15 aprile alle 15 sulla piattaforma Meet.

“Dal principio dell’emergenza Covid-19, nel marzo 2020”, scrivono gli insegnanti dei corsi di istruzione per gli adulti detenuti, “l’attività dei percorsi di istruzione di  secondo livello attivi nella casa circondariale di Oristano Massama è in pratica cessata. Ciò è accaduto perché la direzione del carcere non è mai stata in grado, da allora, di assumere le  misure organizzative necessarie per permettere la ripresa dell’attività scolastica nel rispetto delle norme per la prevenzione del contagio, né in modalità telematica né in presenza. Oltre che per questa grave e sostanziale incapacità, la direzione del carcere si è distinta in questi mesi per una sconcertante mancanza di rispetto e di spirito di collaborazione nei confronti delle istituzioni scolastiche, come testimoniano l’assenza di puntualità nelle comunicazioni e un’iterata indisponibilità al confronto”.  

“Questa situazione”, prosegue la nota, “puntualmente ricostruita nella comunicazione dell’Ufficio scolastico provinciale di Oristano, ha indotto lo stesso ufficio a non autorizzare per l’anno scolastico 2021/2022 i percorsi di istruzione di secondo livello nella casa circondariale di Oristano Massama”. 

“Gli insegnanti dei percorsi di istruzione degli adulti presso la casa circondariale esprimono la loro ferma contrarietà a questa decisione”, proseguono i docenti. “Occorre infatti considerare che  l’insegnamento nel contesto carcerario è un diritto costituzionale; necessita di competenze professionali specifiche, in merito alle metodologie didattiche e alle modalità di relazione da adottare con studenti spesso fragili e costretti all’esperienza difficile della detenzione; necessita di una costante e spesso tutt’altro che semplice interlocuzione con la direzione e il  personale dell’istituto di reclusione, indispensabile per concordare modalità adeguate di svolgimento dell’attività scolastica; si svolge secondo un ordinamento didattico differente rispetto ai corsi ordinari rivolti a studenti  non adulti”.

“La continuità di servizio e un considerevole investimento in documentabili attività di formazione specifica”, scrivono ancora gli insegnanti, “hanno permesso al personale di ruolo presso la sezione carceraria di acquisire le  competenze professionali necessarie, insieme a un’approfondita conoscenza del peculiare contesto sociale e istituzionale. Sono punti di forza faticosamente raggiunti nel corso degli ultimi anni e che non sarebbero garantiti, né per il prossimo anno scolastico né per quelli a venire, da un corpo docente assunto, nella migliore delle ipotesi, tramite incarichi di insegnamento a tempo determinato”.

“La decisione in oggetto comporterà dunque non solo una grave discontinuità didattica, ma un radicale ridimensionamento della capacità organizzativa e didattica  indispensabile per il buon funzionamento dei corsi di istruzione nel contesto della casa di reclusione. Essa si configura perciò come una misura gravemente peggiorativa della proposta  scolastica e lesiva del diritto allo studio dei cittadini detenuti”. 

“L’eventualità che la direzione della casa di reclusione non si dimostri in grado di consentire l’avviamento dell’attività scolastica per l’a.s.  2021/2022”, concludono i docenti, “dovrebbe invece sollecitare un rinnovato impegno da parte di tutte le istituzioni coinvolte affinché possa essere scongiurata. In ogni caso essa non costituisce un motivo valido per la mancata autorizzazione dal momento che, come si è verificato nell’anno scolastico in corso, gli insegnanti che non potessero prestare servizio in carcere potranno tempestivamente essere impiegati nelle classi del diurno, senza comportare alcun spreco della risorsa pubblica”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci qui il tuo nome