Mercoledì, 17 marzo 2021
Ancora troppi dubbi e incertezze sul futuro del dormitorio di Oristano, ormai chiuso da tempo e in cerca di una nuova sede dopo la vendita del locale privato di via Palmas.
Da un parte, c’è la “soluzione ponte”, proposta dall’assessorato ai Servizi sociali del Comune: utilizzare due casette prefabbricate in legno – l’acquisto verrà fatto con un vecchio finanziamento U.R.R.A – da collocare in un’area di demanio comunale, attualmente non sfruttata, all’angolo tra via dei Maniscalchi e viale Brianza.
Dall’altra parte, con il progetto di riqualificazione degli spazi aperti che investirà le frazioni di Oristano – grazie al bando nazionale “Qualità dell’abitare” – c’è la “soluzione Donigala”, con la Casa dell’accoglienza: riconversione dell’ex scuola elementare in dormitorio per soggetti fragili senzatetto, punti di ascolto e recupero e spazi per le attività della comunità residente (con un investimento di circa 764 mila euro).
Due ipotesi che però non convincono chi, quotidianamente, ha a che fare con le esigenze e le difficoltà di chi vive in strada ed avrebbe bisogno di una soluzione immediata. Luisanna Usai, responsabile dell’associazione di volontariato Domus di Oristano che gestiva il dormitorio (in convenzione con il PLUS), spiega i dubbi.
“Come associazione rinnoviamo come sempre la nostra più totale disponibilità a lavorare insieme al Comune, ai Servizi Sociali e Plus di Oristano”, dice Luisanna Usai. “Però l’emergenza non si ferma, continuano a esserci persone che necessitano di un alloggio. Al momento seguiamo 5/6 persone che ci conoscono ormai da tempo. Cerchiamo di dare loro contatti utili e di trovare una sistemazione temporanea. Ma c’è chi si è dovuto arrangiare da solo, chi dorme in macchina, chi ha ottenuto le case popolari o ancora chi – a spese proprie, con tanti sacrifici e difficoltà – ha preso in affitto una casa”.
“Per quanto riguarda le soluzioni ipotizzate finora, sono un po’ scettica”, aggiunge Luisanna Usai. “Da una parte, per i tempi del progetto casette in legno che, a mio avviso, saranno lunghi e impegnativi, dato che c’è di mezzo la realizzazione e la proposta di un bando. Dall’altra parte, anche la soluzione pensata per Donigala ci lascia delle perplessità. Una persona con difficoltà, magari anche fisiche e non solo economiche, avrà problemi nel raggiungere a piedi, in una strada così pericolosa come quella del ponte del Rimedio, una struttura d’accoglienza a Donigala, anche se ci sono i mezzi di trasporto pubblico”.
Per il momento quindi si aspetta di avere ulteriori novità dal Comune. L’invito che la presidente dell’associazione Domus rivolge a chi ha bisogno di un tetto è di rivolgersi sempre ai Servizi sociali.