Niente Natale a casa per tanti oristanesi residenti nel Regno Unito: troppi rischi

Tanti giovani oristanesi bloccati tra Londra, Manchester e altre grandi città inglesi

Damiano Cadeddu, Stefano Leo e Fabio Carucci

Giovedì, 24 dicembre 2020

Sono tanti i sardi residenti nel Regno Unito che non torneranno nell’isola per Natale e Capodanno. Domenica scorsa l’Italia aveva sospeso i voli con il Regno Unito a seguito della scoperta in Gran Bretagna di una nuova variante del coronavirus. Poi martedì la Farnesina aveva dato il via libera al rientro per chi ancora risiede in Italia e per coloro che si trovano in condizioni di criticità e urgenza. Ma i dubbi non sono svaniti.

Damiano Cadeddu risiede e lavora nell’hinterland di Londra. È cresciuto a Nurachi e oggi, a 27 anni, è manager di un ristorante in terra inglese. “Da quando sette anni fa mi sono trasferito nel Regno Unito non sono mai tornato a casa per le feste. Quest’anno”, racconta Cadeddu, “avevo preso le ferie e fatto i biglietti aerei. Non vengo in Sardegna da un anno e mezzo, l’estate scorsa non sono tornato perché non me la sono sentita. Sarei disposto a fare il tampone sia alla partenza che all’arrivo. Dovrei partire il 29 dicembre”, conclude, “ma non credo riuscirò a salire sull’aereo, a meno che non cambi la situazione nei prossimi giorni”.

Di sicuro niente Sardegna per Stefano Leo, 27 anni, di Oristano. Vive a Manchester, dove fa il bar manager. “Io e la mia ragazza volevamo tornare per Natale, ma abbiamo rinunciato prima che bloccassero i voli. Ci sarebbe piaciuto tanto trascorrere le feste a casa. Però l’aumento dei contagi e la prospettiva di una quarantena all’andata e al ritorno ci hanno fatto cambiare idea”.

Un po’ più a sud, a Leicester, anche un altro oristanese, Fabio Carucci, 26 anni, tecnico di radiologia, ha rinunciato a tornare in Sardegna. “Vivo in Inghilterra con la mia ragazza, Carla, anche lei di Oristano. Entrambi avevamo in mente di prendere i biglietti per Capodanno, ma già a metà ottobre, per via dell’incremento dei contagi, avevamo capito che non ce l’avremmo fatta. Non volevamo mettere a rischio le nostre famiglie. Non saremmo venuti neanche se non avessero sospeso i voli”.

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