Da Oristano a Leicester: la sfida di Fabio Carucci, tecnico di radiologia

Lavora al Glenfield Hospital, uno dei centri di riferimento nel Regno Unito per le malattie cardiovascolari e respiratorie

Fabio Carucci

Leicester è la sua sfida e l’oristanese Fabio Carucci non ha alcuna intenzione di perderla. Ha scelto l’Inghilterra un anno fa, quando è partito con tante speranze e una laurea in Tecniche di radiologia medica per immagini e radioterapia. “Ho studiato a Cagliari, lì ho anche iniziato a lavorare in uno studio privato. Dopo un anno però ho scelto di cambiare”, racconta il giovane emigrato.

Carucci non si volta indietro: “In Inghilterra la figura del tecnico di radiologia è più indipendente dal punto di vista professionale. A portarmi qui nel Regno Unito è stata proprio questa prospettiva”. Così ha fatto le valigie ed è salito sul primo volo. “Ho fatto un colloquio a Leicester”, continua il giovane oristanese, “mi hanno preso e nel giro di un paio di mesi mi sono trasferito”.

Carucci lavora al Glenfield Hospital, uno dei centri di riferimento nel Regno Unito per le malattie cardiovascolari e respiratorie. “Per questo motivo”, continua il tecnico di radiologia, “in ospedale sono passati tanti positivi al Covid-19”.

L’oristanese torna con la mente a marzo, quando in Italia è iniziato il lockdown: “Nessuno era consapevole di quanto fosse grave la situazione. Qualche mese fa io stesso ho avuto i principali sintomi del Covid-19. Per questo motivo l’ospedale mi ha mandato a casa in isolamento domiciliare. A distanza di tempo ho fatto il test sierologico e ho scoperto di aver superato il virus”.

Schietto e determinato, Carucci si sente più maturo di dodici mesi fa: “Apprezzo tanto la multiculturalità inglese. Qui a Leicester ho colleghi che vengono da tutto il mondo, è bello interagire e confrontarmi con loro. Inoltre, in proporzione al costo della vita, qui gli stipendi sono mediamente più alti rispetto all’Italia. Ci si può permettere di uscire il sabato sera, di fare qualche viaggio”.

Nel cuore di Carucci, però, c’è spazio soltanto per un’isola. “Il senso di appartenenza alla Sardegna è cresciuto, a rafforzarlo è stata la lontananza. Se un giorno dovessi decidere di lasciare il Regno Unito”, conclude, “mi piacerebbe tornare a casa”.

Martedì, 8 settembre 2020

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