Banchi in ritardo al Mossa, una parte degli studenti rischia di restare a casa

Parla la dirigente scolastica Marilina Meloni: "Pazienza e collaborazione da tutti"

L’istituto “Lorenzo Mossa” di Oristano – Foto di Daniele Pau

Tra banchi monoposto che tardano ad arrivare e l’ipotesi di adottare una didattica mista per alcune sezioni, il rientro a scuola per gli studenti, i docenti e il personale scolastico dell’Istituto tecnico “Lorenzo Mossa” di Oristano è un work in progress. Di certo per ora c’è l’organizzazione: ingressi contingentati e separati per classe, percorsi obbligati con segnaletica, sistemazione degli spazi nelle varie aule.

“Da mesi stiamo lavorando per una gestione degli spazi che possa garantire la sicurezza a tutti, studenti e docenti”, spiega la dirigente dell’istituto, Marilina Meloni. Ma i problemi non mancano: “Sono tre i punti cruciali che complicano questo rientro a scuola”, precisa la dirigente. “Primo, siamo ancora in attesa dei banchi monoposto: non sappiamo se e quando arriveranno. Ne abbiamo chiesto 450, sufficienti per il 50% degli studenti che possiamo ospitare. I nostri banchi biposto, viste le norme di sicurezza e di distanziamento da rispettare, possono essere occupati da un solo studente. Ma questo ci costringe a valutare per alcune classi la possibilità di utilizzare la didattica mista, una parte degli sudenti in aula e gli altri a distanza”.

“Sarà data priorità alle lezioni in presenza in tutte le classi che presentano maggiori carenze didattiche, o alle cosiddette categorie fragili, ovvero chi ha difficoltà nell’utilizzo della tecnologia per motivi personali, familiari o per contesto sociale”, spiega sempre la dirigente Meloni. “La didattica a distanza, con classi virtuali e piattaforme ad hoc, si sono rivelate uno strumento prezioso, che noi come istituto abbiamo adottato subito, poco tempo dopo l’inizio del lockdown. Certo, sarebbe utile avere un potenziamento della rete internet qui a scuola: lo abbiamo chiesto e siamo ancora in attesa di un intervento”, conclude la preside.

Per quanto riguarda gli ingressi, l’istituto ne ha predisposto tre, differenziati per classi. Il primo giorno di scuola, fissato per il 21 settembre, vedrà l’ingresso delle prime; il 22 settembre entreranno le seconde, e il terzo giorno, il 23 settembre, gli studenti del triennio. “Abbiamo predisposto un sistema di chiusura centralizzata con videosorveglianza”, spiega la preside Marilina Meloni, “in modo da regolamentare gli ingressi, evitare assembramenti e uscite non controllate. I tradizionali momenti di aggregazione sociale, come la ricreazione, al momento non saranno consentiti: la ricreazione si farà in classe”. Gli studenti saranno informati in tempo sul sito internet della scuola circa le modalità di ingresso.

Fondamentale ovviamente l’uso da parte di ragazzi, docenti e personale scolastico delle mascherine. Ma qui si aggiunge la seconda nota dolente. “In questi ultimi giorni”, spiega la dirigente, “nei piani del Comitato tecnico scientifico si prevede l’uso a scuola di mascherine che non siano autoprodotte. In questi giorni ci sono state consegnate circa 6.000 mascherine, ma proviamo a fare due conti: con circa mille persone nella nostra scuola, per quanti giorni basteranno? Sei giorni al massimo, e poi? Per questo motivo chiederemo a tutti gli studenti e i docenti di portare la propria mascherina. Quelle che abbiamo ricevuto saranno distribuite un poco alla volta, in modo da non terminarle subito”.

Palestre, laboratori e tutti gli spazi di condivisione didattica saranno organizzati e adeguati alle norme previste per evitare assembramenti. “Per quanto riguarda le attività sportive”, precisa la dirigente Meloni, “finché sarà possibile utilizzeremo tutti gli spazi all’aperto a nostra disposizione”.

Nessun problema per i corsi serali destinati agli studenti lavoratori: “Abbiamo attivato anche qui le classi virtuali”, spiega la dirigente, “per ottimizzare e minimizzare gli spostamenti: il docente sarà in classe e in collegamento per chi non potrà recarsi a scuola, per esigenze lavorative o personali”.

Tra organizzazione e misure da rispettare, arriva la terza nota dolente: l’organico docente. “Manca ancora il 30% degli insegnanti”, spiega la dirigente Marilina Meloni, “senza contare che siamo senza insegnanti di sostegno. Stanno arrivano ora le nomine dall’Ufficio scolastico, a distanza di una settimana dall’inizio delle lezioni”.

Il problema trasporti, condiviso dai colleghi dirigenti oristanesi, si presenta anche per il “Mossa”. “Come altre scuole, anche noi abbiamo circa il 90% di studenti pendolari”, precisa la preside. “Ad oggi non sappiamo come si stanno organizzando i trasporti e che misure di sicurezza adotteranno. È sconcertante, in questo senso, il silenzio assordante degli enti locali: ad oggi non abbiamo avuto nessun incontro, se non uno preliminare lo scorso 10 luglio con la Provincia”.

La dirigente del Tecnico “Mossa” , Marilina Meloni

La preside evidenzia inoltre di essere stata costretta a bloccare alcuni cantieri fermati dal lockdown e poi riaperti: sono lavori da ultimare, importanti per l’istituto, ma non compatibili con l’arrivo degli studenti.

Insomma, si fa di tutto per avviare l’anno scolastico in sicurezza. Il consiglio che la dirigente Marilina Meloni rivolge a tutti gli studenti del “Mossa”, ai docenti e alle famiglie è un invito alla collaborazione e alla pazienza: “Stiamo vivendo un periodo storico difficile. Sicuramente a marzo la situazione era peggiore, ora è migliorata, nonostante le incertezze. Possiamo continuare su questa strada, ma solo con la collaborazione di tutti la scuola può aprire e ripartire. Ora non è tempo di riserve e opposizioni ma di unione e collaborazione”.

Lunedì, 14 settembre 2020

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