Contro lo spreco di cibo nei campi, anche a Oristano arrivano i prodotti “cosìpernatura”

L'iniziativa nazionale lanciata dall'azienda biologica Naturasì insieme a Legambiente per sostenere la biodiversità alimentare

Per contrastare lo spreco di cibo nei campi, NaturaSì sostiene la vendita dei “cosìpernatura”: frutta e verdura esteticamente non perfetta ma non per questo meno buona e genuina. L’iniziativa della catena di negozi biologici, sostenuta anche da Legambiente, coinvolge il punto vendita presente a Oristano, in via Mariano IV D’Arborea, civico 28.

Ogni giorno il sistema produttivo rifiuta una quantità enorme di cibo solo perché non è omogeneo nella forma e nelle dimensioni. Cibo di buona qualità che però non incontra un’ideale di “perfezione” o di “standard” e per questo viene sprecato o non utilizzato a fini alimentari.

In Italia si calcolano 36 chili di cibo a testa perduti ogni anno lungo tutta la catena di produzione, distribuzione e consumo, che valgono circa l’1% del Pil nazionale, con una stima che oscilla tra i 12 e il 16 miliardi di euro. Nel resto d’Europa come in Italia il 21% dello spreco di frutta e verdura, secondo i dati Fao, avviene direttamente nei campi. Alimenti che vengono scartati, lasciati sui terreni o utilizzati per fare compost, spesso a causa di imperfezioni, perché non corrispondono agli standard che l’industria alimentare ha imposto in un primo momento e che poi sono diventati una condizione essenziale per l’accettazione anche da parte dei consumatori.

Da qui la sfida di NaturaSì che lancia con Legambiente un’iniziativa destinata a ridurre fortemente lo spreco di cibo nei campi. L’azienda del biologico ha deciso proporre ai clienti i cosìpernatura: prodotti solo un po’ più grandi o un po’ più piccoli di quelli che si trovano nei supermercati, o semplicemente dalla forma insolita. Ma buoni lo stesso, perché contenenti le stesse proprietà nutritive di qualsiasi altro prodotto biodinamico e biologico.

“Recuperando e mettendo in commercio quello che è appena più piccolo, o appena più grande, o appena diverso, passiamo da un 20% circa di prodotto scartato sui nostri campi a un massimo, quasi fisiologico, del 4%”, spiega Fausto Jori, amministratore delegato di NaturaSì. “Nei nostri 500 negozi i ‘cosìpernatura’ sono venduti con una riduzione che arriva fino al 50% del prezzo degli stessi prodotti standard”.

“Si tratta di un contributo che vogliamo dare a una vera e propria inversione di tendenza in campo agricolo, alimentare e anche culturale. Spesso si dice che per sfamare una popolazione mondiale sempre crescente occorre più uso della chimica. Noi vogliamo cominciare ad affrontare questo tema con un salto di paradigma. Non sprechiamo quello che c’è, che abbiamo coltivato e per cui sono stati impiegati acqua, energia, lavoro, risorse. Lo spreco è uno schiaffo all’ambiente ma anche all’etica e alla sostenibilità sociale”, aggiunge sempre l’Ad di NaturaSì.

Lo spreco alimentare è un problema che anche Legambiente affronta da anni, promuovendo azioni concrete e costanti volte a sensibilizzare i cittadini su tutta la rete territoriale e invitandoli ad adottare degli stili di vita sostenibili anche da un punto di vista del consumo alimentare.

“In un periodo di emergenza socio-economica come quello che il Paese
sta attraversando”, dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, “l’iniziativa in collaborazione con NaturaSì va nella giusta direzione, perché valorizza ulteriormente l’offerta di prodotti bio, con un impatto positivo sull’ambiente e sulla salute di ciascuno di noi”.

“In questa nuova fase”, prosegue sempre Ciafani, “siamo chiamati a ripensare i nostri modelli di consumo e a orientare le nostre scelte, anche e soprattutto tra gli scaffali, abbandonando le logiche di consumismo basate sulla standardizzazione dei prodotti agricoli e privilegiando alimenti che
garantiscano un uso ecologico ed etico delle energie e delle risorse impiegate per la loro produzione”.

“È una delle sfide su cui serve senz’altro confrontarsi anche a livello nazionale, nell’ambito del Green Deal europeo, per promuovere sempre di più l’agroecologia del nostro Paese. Serve maggiore concretezza per impedire gli sprechi alimentari, tra i fattori che contribuiscono all’aumento delle emissioni di gas climalteranti. Questa nuova iniziativa della nostra collaborazione strategica con NaturaSì è anche una risposta alla sempre più urgente lotta alla crisi climatica”, conclude il presidente di Legambiente.

Un cambio di rotta che sta dando già dei risultati positivi. Nella fase di prova del progetto “cosìpernatura”, da gennaio a maggio, i prodotti messi a disposizione nei negozi da NaturaSì sono arrivati a 795 tonnellate. L’obiettivo è di recuperare 2.500-3.000 tonnellate di frutta e verdura “imperfetta” in più all’anno. Questo significa, stando ai numeri, che il percorso ambizioso dello “spreco zero” del raccolto è già stato intrapreso. Con un vantaggio per tutti. La necessità di essere belli per forza, infatti, oltre che un danno all’agricoltura e all’ambiente, comporta una perdita economica non da poco. L’omogeneità della forma e della dimensione dei prodotti agricoli, infatti, fa alzare, per lo scarto, il prezzo al consumatore e riduce il reddito dell’agricoltore.

“Con i ‘cosìpernatura’ contribuiamo a rendere i prodotti biodinamici e biologici maggiormente accessibili anche nel prezzo”, dichiara Fausto Jori, “restando sempre più vicini a chi compra e a chi produce. Abbiamo deciso di andare in controtendenza rispetto alle regole del mercato, che impongono l’omogeneità anche a tavola, e diamo ai consumatori l’opportunità di scegliere prodotti buoni, coltivati nel rispetto dell’ambiente e del lavoro degli agricoltori, espressione della Natura che ‘per sua natura’ assume sempre forme diverse”.

“La ricerca di uniformità di forma e calibro ha portato anche alla selezione e allo sviluppo di sementi ibride tipiche di un approccio industriale all’agricoltura”, aggiunge sempre Fausto Jori. L’iniziativa dei “cosìpernatura”, oltre a ridurre lo spreco, ha dato di nuovo spazio alle sementi non ibride e autoctone, selezionate per la loro vitalità e produttività, e coltivate secondo i principi dell’agricoltura biodinamica e biologica.

“Sementi”, conclude Jori, “che gli agricoltori possono liberamente riseminare. Sta a questo punto anche alla politica decidere di rendere più facile e lineare questo percorso: finora le leggi hanno premiato la standardizzazione estrema. Questo nostro passo in avanti può dare una spinta a una revisione normativa che premi le attività antispreco o quantomeno che non le punisca”.

Martedì, 7 luglio 2020

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci qui il tuo nome