Bandiera bianca sulle piscine di Oristano: troppe regole e costi insostenibili, non si riapre

La Gymnica cerca soluzioni per l'estate e intanto trasferisce gli altri corsi al palazzetto di San Nicola

La piscina comunale – Foto Ufficio Stampa Comune di Oristano

Nonostante il via libera del Governo per la riapertura di palestre e centri sportivi, le piscine al coperto di Oristano resteranno chiuse. Per primo ha issato bandiera bianca il gestore della piscina comunale, la società sportiva Acquasport: chiusura sino a data da destinarsi, a causa di norme di difficile attuazione, sia dal profilo pratico che economico.

“Analizzando i nuovissimi protocolli e linee guida (gli ultimi datati 19 maggio) che ci consentirebbero di riaprire gli impianti comunali Acquasport, ci siamo trovati davanti adempimenti nuovi, costosi, di dubbia interpretazione e che richiedono tempi di espletamento per nulla brevi”, ha spiegato la società, che oltre all’impianto di Oristano gestisce piscine comunali a Cagliari e ad Assemini.

“Quando è stata ufficializzata la data del 25 maggio per la ripartenza, eravamo già attivi da giorni per organizzare le piscine ed accogliervi nuovamente in  sicurezza. Ma l’ultimo protocollo del Ministero della Salute si sta rivelando di difficile attuazione, sia sotto il profilo puramente pratico sia sotto quello economico”.

La lista dei requisiti da rispettare per l’apertura è lunga: “tamponi agli assistenti bagnanti; svuotamento delle acque di vasca (attualmente limpide e trattate) e successivo riempimento (con tempi che si allungherebbero notevolmente); installazione di sistemi di areazione costosissimi (su impianti di proprietà del Comune); onerose ed impegnative sanificazioni, dati i grandi spazi e volumi; contingentazioni e attività fruibili solo con turni fissi/prenotazioni; forti limitazioni di utenza nei corsi; pratiche di aggiornamento sull’autocontrollo, sulla sicurezza e di riorganizzazione del personale”.

Troppo, per impianti che già in condizioni normali faticano per far quadrare i conti.

“Chiaramente i mancati introiti dei mesi di chiusura rendono ancora più difficoltosa la ripresa, considerati i nuovi ingenti costi che si dovranno affrontare per l’adeguamento degli impianti natatori in relazione al rischio di contagio covid-19. Il silenzio e le difficoltà degli enti comunali (proprietari degli impianti), non fanno altro che complicare le cose”, dicono ancora i responsabili di Acquasport. “Ciascuno di noi sta facendo tutto il possibile per superare questo momento di incertezza, sia in previsione di una attesa e desiderata riapertura imminente delle piscine che per salvaguardare la stagione 2020/2021. Le piscine pubbliche sono per loro natura impianti sportivi energivori, con alti costi fissi, coperti solamente dalla partecipazione numerosa dell’utenza”.

Il presidente regionale della FederNuoto, Danilo Russu, si prepara al confronto con gli amministratori regionali, “perché un’intera generazione di agonisti rischia di scomparire assieme ai gestori e a tutte le figure professionali che ruotano attorno a loro. Forse ancora non si è percepita bene l’entità dell’eventuale disastro che andrebbe a perpetrarsi. Combatterò strenuamente affinchè non si continui a sottovalutare il problema”.

“È come se improvvisamente chiudesse l’università, impedendo allo studente di poter completare anni e anni di studio”, dice ancora il presidente di FIN Sardegna. “Arrivano all’agonismo dopo parecchi anni di scuola nuoto e poi iniziano un percorso di grandi sacrifici che li porta gradualmente a nuotare per 2/3 ore al giorno, più la palestra, sei giorni su sette, undici mesi all’anno. Si va avanti ed indietro seguendo quella linea nera, unica compagna di allenamento, perché nei pochi momenti di pausa è meglio utilizzare il fiato per recuperare, anziché parlare con i propri compagni”.

Le limitazioni delle linee guida, fanno notare dalla FIN, imporranno una limitazione nell’affluenza dei turni di scuola nuoto, acquafitness e di tutta l’attività di base necessaria a formare i nuovi talenti. E non finisce qui, perché per molti molti l’attività in acqua è terapeutica e riabilitativa.

A Oristano, anche la piscina al coperto che fa capo alla società sportiva Gymnica non riaprirà: i proprietari stanno valutando alternative per garantire ai propri clienti l’attività natatoria, coinvolgendo alcune strutture esterne con piscine all’aperto.

Per quanto riguarda i corsi, la Gymnica ha deciso di non continuare nella sede di via Ghilarza, ma di trasferire tutte le attività (sala pesi, move it, cross cardio, aerobica, jump fitness, tai chi, pilates, total body, kung fu) al palazzetto di San Nicola, adiacente al campo da calcio: l’accesso sarà da via Levante.

Per iscriversi è possibile lasciare un messaggio su Facebook/Instagram o su WhatsApp al numero 351 8090591; o ancora chiamare il numero WhatsApp dal lunedì al venerdì tra le 10 e le 11 o tra le 17 e le 18.

Martedì, 26 maggio 2020

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