Cinquant’anni dopo lo scudetto, bandiere al vento a Oristano e un solo grido: “Forza Cagliari”

Sventola il rossoblu sui balconi, vecchi quotidiani dell'epoca per ricordare la storica impresa sportiva

Foto di Guido Murtas

Non solo Pasqua. Per tanti sardi – amanti del calcio e meno – domenica 12 aprile il calendario ricordava anche un altro evento: cinquant’anni fa il Cagliari Calcio conquistò uno storico scudetto.

In molti anche a Oristano hanno voluto ricordare l’impresa dei rossoblù di Gigi Riva contro il Bari, battuto per 2 a 0 grazie ai gol di Rombo di tuono e di Bobo Gori.

Foto Guido Murtas

Chi c’era ha rivissuto le emozioni, rispolverando i giornali dell’epoca, come ha fatto Guido Murtas, consigliere comunale di Arcidano, che nella sua pagina Facebook ha condiviso le prime pagine originali, gelosamente custodite.

Ha festeggiato il Cagliari – squadra dell’intera Isola – anche chi quel 12 aprile 1970 non l’ha vissuto, ma che di quell’impresa ha sentito tanto parlare, come Nicola Mereu, 26 anni, che ha tirato fuori dalla mansarda la bandiera rossoblu con lo scudetto, dono prezioso di una persona cara.

Nicola Mereu

E immancabili i festeggiamenti da parte dei fan club. Non fa eccezione quello di Oristano, guidato da Gianluca Locci: “Come sezione Cagliari Fan Club Oristano Rossoblu affilata all’associazione Cagliari Fan Club”, spiega Locci, “abbiamo aderito all’iniziativa proposta dal Cagliari Calcio di festeggiare in maniera diversa, vista l’emergenza Covid 19 e l’impossibilità di ritrovarci allo stadio. Assieme ad altri soci abbiamo esposto il tricolore e vicino alla bandiera del Cagliari, altri soci della sezione hanno ricordato quello scudetto con maglie, sciarpe e bandiere”.

“La nostra sezione”, continua Locci, “ha festeggiato sui nostri canali social Facebook e Instagram le gesta dei campioni d’Italia, sperando di poter festeggiare in maniera normale almeno i 100° compleanno del sodalizio rossoblu, in programma a maggio”.

Assieme al club oristanese, hanno aderito anche le sezioni di Donigala Fenughedu, Fordongianus, Sinis e Gonnoscodina.

Foto di Gianluca Locci

Martedì, 14 aprile 2020

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