Gli antichi segreti dell’artigiano delle pelli nelle abili mani di Paride Massidda

Il racconto del suo lavoro nella bottega Amerino tra difficoltà, resistenza e amore

Paride Massidda

Entrare nella sua bottega è come fare un viaggio nel tempo: macchine antiche per conciare le pelli, un tavolo di lavoro che sa di vissuto e un profumo di pellame inebriante. Non serve chiudere gli occhi, ma aprirli per notare che dietro quel tavolo, a lavoro tra le macchine, c’è Paride Massidda, un 41 enne che in quel luogo ha un sapore quasi anacronistico ma ci sta benissimo, perché lui i pellami li ha nel cuore.

Paride con la passione dell’artigianato c’è cresciuto. Sulle pelli sa tutto: “Il mio”, dice con gli occhi brillanti davanti a un pezzetto di cuoio a cui sta per ridare la vita, “è un lavoro che si costruisce giorno dopo giorno”.

Il mestiere l’ha imparato dal signor Zoccheddu, un uomo anziano che come lui faceva l’ambulante di scarpe nei mercati della Sardegna.

“A me piaceva tantissimo vendere scarpe.”, racconta Paride Massidda. “Grazie a quell’esperienza, durata anni, ho avuto l’opportunità e la fortuna di conoscere tutto sulla pelle, sulle macchine e sulla lavorazione”.

Paride Massidda al lavoro

Innamorato di questo lavoro, Paride, ha deciso di lasciare il mondo dei mercati ed essere lui il creatore di ció che vende, aprendo la propria bottega con il padre Amerino Massidda, sulla scalinata di San Sebastiano a Oristano.

“Mio padre mi ha aiutato tantissimo”, racconta ancora Paride. “Ogni volta che viene ad aiutarmi è bellissimo guardarlo mentre lavora. Da lui, ho sempre da imparare qualcosa”.

L’esterno della bottega Amerino

Mentre si muove dentro la sua bottega Paride Massidda è come un ballerino: sa esattamente che passi fare e con quale ritmo. “Il segreto è la curiosità”, spiega. “La curiosità di un artigiano non deve avere confini. Ogni giorno devi fare un passetto in più: è come una specializzazione”.

Il mestiere dell’artigiano sembra nascondere un’arte antica, ma in realtà è un mestiere moderno, costretto all’evoluzione per la soppravvivenza. “Dobbiamo andare a passo con i tempi”, afferma Paride. “Le aziende artigiane continuano a chiudere e se vuoi resistere devi inventare qualcosa, devi evolverti. È un lavoro difficile perché non ti rende ricco e, purtroppo, non c’è cambio generazionale”.

“Nell’ultimo periodo ho notato un miglioramento”, prosegue, “c’è più richiesta e le persone si affidano di nuovo a noi. La Sardegna però ha anche il problema dello spopolamento, quindi qui è più difficile avere un certo giro. Le persone sono stanche di lottare e di resistere e vanno via”.

“Io”, conclude Paride, “voglio resistere per mio figlio, per fargli conoscere quest’isola stupenda e, chissà, anche questo lavoro. Fare l’artigiano è un’arte, una passione: se ti piace, è la cosa più facile del mondo. Puoi farlo a occhi chiusi, proprio come amare”.

Una delle creazione di Paride, in fase di ultimazione

Venerdì, 14 febbraio 2020

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