Tra risate, ricordi e riflessioni Francesco Abate apre a Oristano il tour del suo nuovo libro
25 Ottobre 2025
Ieri sera un successo la presentazione de "Gli indegni"

Oristano
Ieri sera un successo la presentazione de “Gli indegni”
Molto più di una semplice presentazione, ma un vero spettacolo. Tra risate, slang casteddaio e momenti di riflessione è andata così ieri sera la prima tappa del tour del nuovo libro di Francesco Abate, Gli indegni (Einaudi Stile Libero), svoltasi al Museo Diocesano Arborense, a cura di Leggendo Ancora Insieme e della Libreria Mondadori.
Accanto ad Abate, sul palco anche Jimmy Spiga, amico di lunga data e tra le persone a cui lo scrittore è più legato. È stato proprio lui, come ha ricordato Abate davanti al pubblico, a dargli anni fa il soprannome di “Frisco”. L’intesa tra i due ha reso la serata un alternarsi di battute, risate e riflessioni, proprio come nel libro che lo stesso Spiga ha definito “bellissimo, pieno di spunti ma anche di tanta ironia”.
L’ironia non è mancata neppure con l’entrata a sorpresa di Massimiliano Medda, comico e volto dei Lapola, attore e conduttore televisivo, anche lui grande amico di Abate. Medda ha improvvisato un intervento durante il racconto del “Capodanno 1980”, trasformando la presentazione in un piccolo show. “E cosa puoi saperne tu del Capodanno?”, ha scherzato, interrompendo l’autore tra le risate generali.
La scelta di partire da Oristano non è stata casuale, ma affettiva e simbolica. “I miei primi tre romanzi li ho scritti qui”, ha spiegato Abate, “e ci tenevo a ripartire da questa città per dire grazie”.
Nel libro non mancano omaggi e riferimenti alla città, a partire da quello dedicato a Delfio Dovetta, il cui cognome è stato utilizzato per uno dei personaggi chiave, Cesare Dovetta, che aiuta la fidanzata del protagonista Livio ospitandola a casa sua.
“Un omaggio a Delfio, che aveva una caratteristica in comune con Cesare: l’accoglienza”, ha raccontato Abate. “Cesare mette a disposizione la propria casa per questi giovani di provincia, gli indegni per l’appunto, che non hanno ancora trovato un posto nel mondo. È qui che anche Livio trova una famiglia, non alternativa alla sua, ma capace di rispondere alle sue domande, e dove passerà un capodanno indimenticabile”.

Il libro, ha spiegato Abate, non è autobiografico, ma nasce da esperienze e materiali accumulati in oltre trent’anni. L’idea risale infatti ai primi anni ’90, quando lo scrittore – allora giovane giornalista – aveva scritto un articolo sui ragazzi degli anni Ottanta. Quel progetto era rimasto chiuso in una cartellina fino a oggi.
“Dopo il ricovero e il riposo obbligato dell’anno scorso”, ha raccontato, “ho avuto molto tempo per riflettere. A un certo punto mi sono detto: sai che c’è? C’è il rischio che a sessant’anni io non ci arrivi. Mi riprendo quella cartella e scrivo chi sono i giovani degli anni ’80”.
“Tutto ciò che trovate nel libro lo conosco, l’ho vissuto, ma non è autobiografico”, ha precisato. “L’indegno è Livio rispetto alla scuola che frequenta, per il luogo da cui arriva, per il fatto che non è accettato da nessuno. Ma Livio è indegno anche come lo ero io: non si riconosce, non lo riconoscono, e non si accetta. Sarà la musica a salvarlo: la passione per il punk, per Patti Smith, per quel primo concerto che lo porterà fino a Firenze”.
Gli Indegni ripercorre la storia di due giovani che si amano in maniera disgraziata dal 1979 al 2023, raccontando come la gioventù lasci progressivamente spazio all’età adulta.
“Chi sono davvero gli indegni lo scopriremo a metà libro”, spiega Abate. “Non sono tali in senso stretto, ma si fanno vessillo di ciò che rappresenta un’offesa. Sono i reietti della società, gli ultimi. I ragazzi che, all’inizio degli anni Ottanta, non si riconoscevano nel pensiero dominante, nel socialismo che stava ponendo le basi per il berlusconismo. Giovani che percepivano di avere qualcosa di diverso, come i gay e le lesbiche”.
Una serata quella di ieri sera, intensa e partecipata, che ha confermato ancora una volta la capacità di Francesco Abate di unire leggerezza e profondità, ironia e memoria.

Sabato, 25 ottobre 2025