Francesco Abate in libreria con un nuovo libro, il tour di presentazione parte da Oristano
15 Ottobre 2025
"Gli indegni" sarà presentato al Museo Diocesano Arborense

Francesco Abate - Foto Giuseppe Argiolas
Oristano
“Gli indegni” sarà presentato al Museo Diocesano Arborense
Ha scelto Oristano per presentare il suo ultimo libro. Francesco Abate torna in libreria dal 21 ottobre con Gli indegni (Einaudi Stile Libero) e il tour di presentazione partirà venerdì 24 ottobre dal Museo Diocesano Arborense, a cura di Leggenda Ancora Insieme e della Libreria Mondadori.
Una scelta di cuore, come l’ha definita lo stesso Abate: “Ho vissuto a Oristano dal 1993 al 1998, ci ho scritto tre libri e ho un legame molto forte con la città, consolidato nel tempo da diverse amicizie”, ha spiegato. “Mi piaceva poter partire da Oristano, visto che è la città che ha portato fortuna ai miei primi tre libri. Spero porti fortuna anche a questo”.
L’appuntamento è fissato per le 18, quando l’autore dialogherà con Jimmy Spiga. Il libro è rivolto ai giovani di ogni generazione: “Dalla mia a quelli di oggi”, precisa Abate, “perché racconta la gioventù, la ricerca di un posto nel mondo e la voglia furiosa di vivere”.
Gli indegni ripercorre la storia di due giovani che si amano in maniera disgraziata dal 1979 al 2023, mostrando come la gioventù lasci progressivamente spazio all’età adulta. “Chi sono gli indegni lo scopriremo a metà libro”, spiega Abate. “Non sono indegni in senso stretto, ma si fanno vessillo di ciò che rappresenta un’offesa. Sono i reietti della società, gli ultimi. Giovani all’inizio degli anni Ottanta che non si riconoscono nel pensiero dominante, nel socialismo che stava ponendo le basi per il berlusconesimo. Sono ragazzi che percepiscono di avere qualcosa di diverso, come i gay e le lesbiche”.
Il progetto del libro risale a circa trent’anni fa, ma Abate ha deciso di completarlo solo ora, quando ha trovato lo sguardo giusto per raccontare quel periodo della vita senza autocompiacimento né malinconia eccessiva. “Nel 1991 ho scritto i primi capitoli”, racconta, “ma non volevo che il racconto fosse dominato dall’autocompiacimento. Scriverlo troppo tardi lo avrebbe reso troppo malinconico. È arrivato il momento in cui non ho nessuno dei due sguardi, né malinconico, né esaltato: sono il burattinaio che muove figure ispirate a persone che ho conosciuto in quegli anni, anche se non esistono davvero. Credo di essere riuscito a raccontare quel periodo senza gli errori che altri tipi di sguardo avrebbero inevitabilmente fatto commettere”.
Mercoledì, 15 ottobre 2025