A Oristano comunità energetica più vicina. Ecco benefici e come funzionerà
21 Ottobre 2025
Approvato lo studio di fattibilità presentato dalla società di ingegneria per l’ambiente Egeria

Foto d'archivio
Oristano
Approvato lo studio di fattibilità presentato dalla società di ingegneria per l’ambiente Egeria
La Giunta comunale ha approvato lo studio di fattibilità tecnico-economica per la costituzione, a Oristano, di una comunità energetica da fonti rinnovabili (Cer).
Lo studio, curato dalla società di ingegneria per l’ambiente Egeria, sarà utilizzato quale base per le successive fasi progettuali e operative di costituzione e avvio della comunità energetica.
Le comunità energetiche rinnovabili – si legge nello studio di fattibilità – prevedono la partecipazione volontaria di soggetti pubblici e privati: cittadini, piccole e medie imprese, enti territoriali e autorità locali, amministrazioni comunali, cooperative, enti di ricerca, enti religiosi, enti del terzo settore e di protezione ambientale, che condividono l’energia elettrica rinnovabile prodotta da impianti (di nuova realizzazione, con alcune eccezioni) nella disponibilità o sotto il controllo della Cer, realizzati su tetti, superfici, di uno o più soggetti associati alla comunità.
I diversi soggetti devono essere localizzati all’interno di un perimetro geografico rappresentato dal campo d’azione di una stessa cabina primaria, l’impiego della rete nazionale di distribuzione di energia elettrica esistente rende possibile la condivisione virtuale dell’energia rinnovabile della comunità. Tutti gli impianti alimentati da fonti rinnovabili possono essere inseriti in una Cer come unità di produzione, ma occorre ricordare che gli impianti devono essere di norma di nuova costruzione. Possono far parte di una Cer anche impianti già realizzati, purché entrati in esercizio successivamente alla data del 16 dicembre 2021 (data di entrata in vigore del D.lgs. 199/2021) e solo se non superano il 30% della potenza complessiva installata nella comunità energetica. La potenza degli impianti di produzione da fonte rinnovabile di una Cer non deve essere superiore a 1 MW. Una quota di energia prodotta viene immessa in rete, ma virtualmente condivisa tra i membri della Cer. È la base per ottenere l’incentivo specifico riconosciuto dal Gestore dei servizi energetici. Più è alta la quota condivisa in tempo reale, maggiore sarà il beneficio economico complessivo.
Lo studio di fattibilità è stato portato all’attenzione dell’esecutivo dall’assessore all’Urbanistica ed Energia Ivano Cuccu. Lo scorso luglio il sindaco Massimiliano Sanna e l’assessore Cuccu avevano incontrato a Palazzo Campus Colonna i rappresentanti della Provincia, del Consorzio Industriale, del Consorzio di Bonifica e della casa di reclusione Salvatore Soro di Massama, per definire, insieme ai tecnici della società Egeria, il percorso da seguire per la nascita della comunità energetica.
Gli studi preliminari individuano vari scenari che tengono conto di un numero crescente di impianti di produzione sugli edifici pubblici. Le simulazioni ipotizzano capacità di produzione, di autoconsumo, di costi, di risparmi e di ricavi corrisposti dal GSE per l’immissione di energia in rete.
Limitandosi ai soli impianti installabili sugli immobili comunali, la potenza installabile viene calcolata in 1.178 kilowatt peak, la produzione annua in 1.688.500 kilowattora e una forte riduzione di emissione di anidride carbonica in atmosfera (1.000,93 tonnellate/anno pari al beneficio che si otterrebbe dalla piantumazione di circa 6.000 nuovi alberi).
“Il percorso di costituzione della comunità energetica”, ha spiegato l’assessore Cuccu, “proseguirà ora riunendo ancora una volta al tavolo società, enti, associazioni e casa circondariale con cui già abbiamo iniziato a dialogare. Dobbiamo iniziare a dare identità alla Cer, definire con chi la vogliamo fare e perché. Siamo partiti, speriamo di chiudere il prima possibile”.
“Credo che entrare nella comunità energetica convenga a tutti”, ha aggiunto l’esponente della Giunta, “i margini di risparmio sono elevati. Si continuerà a pagare le bollette, ma all’arrivo dei dividendi una parte di quanto speso verrà rimborsata. Tra le finalità della comunità energetica, inoltre, c’è quella di aiutare le fasce più deboli”.
Martedì, 21 ottobre 2025