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Chiuso definitivamente l’impianto militare di spionaggio che operava a Oristano e Siamaggiore

4 Settembre 2025

Il bene passa al demanio. Come si utilizzerà lo spazio di Sa Rodia?

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Chiuso definitivamente l’impianto militare di spionaggio che operava a Oristano e Siamaggiore

Il Rud in viale Repubblica a Oristano

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Oristano

Il bene passa al demanio. Come si utilizzerà lo spazio di Sa Rodia?

Dopo 65 anni di attività è stata dismessa dal Ministero della Difesa la caserma del RUD, Raggruppamento Unità Difesa,  di viale Repubblica, a Oristano.

Da una decina di giorni i militari hanno lasciato la struttura: rimossi i sistemi di videosorveglianza e la targa esterna che ne indicava la funzione, smantellati gli apparati di sicurezza. L’edificio, che occupa una superficie di oltre un ettaro, dovrebbe rientrare ora nel patrimonio del Demanio dello Stato.

La struttura e le funzioni della caserma

La caserma oristanese ospitava mensa, alloggi, deposito armi e munizioni ed era sede del Distaccamento operativo tipo “B” a supporto del centro di trasmissioni di Siamaggiore, oggi dismesso. Si trattava di una delle sedi periferiche del RUD – con base centrale a Roma, a Forte Braschi – accanto a quelle di Alghero, Ladispoli, Lecce e San Donà di Piave.

Il Raggruppamento, inquadrato nello Stato Maggiore della Difesa, è un apparato interforze con compiti ufficiali di vigilanza e difesa delle installazioni militari destinate ad attività di intelligence. La caserma di Oristano ha svolto proprio questa funzione in relazione alle installazioni di Siamaggiore, su un’area di quasi tre ettari, lungo la strada provinciale 12 e per anni circondate da vincoli militari che limitavano perfino la possibilità di costruzione.

Di fatto quello che funzionava proprio grazie agli apparati d’antenna di Siamaggiore e quelli riceventi di Oristano era un grandissimo orecchio elettronico che serviva a intercettare le comunicazioni radio dei paesi dell’Africa occidentale.  Un’attività svolta sempre nel massimo della discrezione.

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La storia del RUD

La storia del RUD affonda le radici nel secondo dopoguerra. Nel 1946 nacque il 2º Reparto Autonomo Ministeriale (2º R.A.M.), trasformato nel 1960 in Raggruppamento Unità Speciali (R.U.S.), poi elevato a reggimento e infine, nel 1963, divenuto Raggruppamento Unità Difesa (R.U.D.). Negli anni Sessanta e Settanta la sua organizzazione fu legata anche all’operazione Gladio. Con la riforma dei servizi segreti del 1977 il RUD operò in collegamento con il SISMI, mentre dal 1981 passò sotto la nuova Direzione di amministrazione interforze. Un’ulteriore riorganizzazione arrivò nel 2007.

Il generale Roberto Zedda, comandante del RUD di Oristano dal 1997 al 2000, ha ripercorso la storia dei Capannoni Costieri di viale Repubblica, legata anche alla figura di suo padre, Delio Zedda. Nel libro “Oristano il Ponte Mannu 1943”, scritto in memoria del padre, Zedda ricorda come nel 1956 Delio venne inviato a Oristano con il compito di costituire, nei capannoni allora appartenuti alla Difesa Costiera, il 2° Distaccamento R.U.S., che comandò ininterrottamente fino al 1975.

“I capannoni costieri di viale Repubblica” ha ricordato Roberto Zedda, “furono realizzati nel 1939 dall’impresa di Cesello Putzu, su terreni che in precedenza ospitavano una carciofaia della famiglia Mele. L’opera si inseriva nell’arco di contenimento della difesa costiera del golfo di Oristano. All’interno vi erano una piccola officina, una riservetta per le munizioni e un capannone destinato ad ospitare armi da impiegare nei fortini della linea difensiva”.

Successivamente, con la nascita del RUS, la struttura divenne un complesso unico dotato di stazioni radio a Fenosu. “Quando poi l’unità si trasformò in RUD” ha aggiunto Zedda, “la vicinanza della nuova centrale elettrica a Fenosu – che interferiva con le telecomunicazioni – rese necessario lo spostamento delle postazioni radio a Siamaggiore. Da allora il RUD assunse il ruolo di unità logistica e di sicurezza a supporto dell’organizzazione SIGINT di Siamaggiore”.

Episodi storici e l’assalto di Barbagia Rossa

La presenza del RUD a Oristano si lega quindi non solo alla storia locale ma anche a vicende nazionali più ampie, spesso avvolte da riservatezza e ombre. L’unico episodio che portò i riflettori all’interno di queste basi fu l’assalto del 2 novembre 1978 rivendicato dal gruppo armato Barbagia Rossa. Quella notte tre uomini incappucciati immobilizzarono i quattro militari di leva di guardia, prelevando armi e munizioni ma senza arrecare alcun danno agli impianti.

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Il futuro della caserma

La dismissione della caserma di viale Repubblica apre ora uno scenario nuovo per la città di Oristano. La struttura, che per decenni ha rappresentato un tassello della rete militare italiana, potrebbe diventare un’opportunità di riuso civile.

La Regione Sardegna avrà la titolarità del bene, ma dovrebbe essere il Comune, con un progetto concreto, a doverne disegnare il futuro. A questo proposito da ricordare la mozione presentata da consigliere comunale dall’ex sindaco della città Pietro Arca, perchè proprio l’amministrazione comunale rivendicasse il passaggio del bene alla Regione, al momento della sua dismissione.

Giovedì, 4 settembre 2025

Red
4 Settembre 2025

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Commenti

  • Victor ha detto:
    4 Settembre 2025 alle 22:36

    Meglio vendere per fare nuove belle ville, così il comune incassa qualche milione da investire per qualcosa di utile.
    Di patrimonio immobiliare il Comune ne ha già tanto ed in rovina, inutile pensare a nuovi progetti comunali perché vuol dire spendere soldi nostri per fare cose inutili. Pensate ai palazzi storici posseduti ed abbandonati, alla nuova struttura di via solferino, all’ex mattatoio di via Rockfeller, all’ente risi e tanti altri…
    Meglio vendere la vecchia caserma o farne un altro parco.

    Rispondi
  • PU ha detto:
    4 Settembre 2025 alle 19:34

    Prima di trovare cosa farne … mettere tutti d’accordo e trovare i fondi… diventerà la solita topaia dimenticata come la maggior parte degli immobili militari che tanto le comunità locali di quest’isola desiderano e poi rimangono abbandonati…e l’elenco è lungo

    Rispondi
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