Oristano chiede la fine di tutte le guerre con la manifestazione della Rete delle donne per la pace
24 Giugno 2025
Tante realtà del territorio aderiscono all'iniziativa "10, 100, mille piazze"

Foto d'archivio
Oristano
Tante realtà del territorio aderiscono all’iniziativa “10, 100, mille piazze”
Dieci, cento, mille piazze, e tra queste quella dedicata a Eleonora d’Arborea a Oristano. Farà tappa anche in città la Rete delle donne per la pace, che proporrà una manifestazione con letture, canti e silenzi per chiedere la fine di ogni conflitto nel mondo.
L’appuntamento è per giovedì 26 giugno dalle 18 alle 20, con l’adesione di diverse realtà cittadine e del territorio.
Abbracciano l’iniziativa Donne e Pace Sinistra Futura Oristano, il Comitato per la sanità pubblica Oristano, Cittadinanzattiva Oristano, Domus Oristano e Granate Rosa Terralba
Si aggiungono AVO Sardegna, AUSER Casa delle Donne Uras, Commissione Pari Opportunità, Lega Coop Sardegna, il Coro gospel femminile “Sound of Freedom” Oristano, la pittrice Norma Trogu, la scrittrice Savina Dolores Massa e il dj Tore Podda.
La manifestazione della Rete delle donne per la pace si svolgerà in contemporanea in tutta Italia: in Sardegna, oltre che a Oristano, andrà in scena anche in piazza della Costituzione a Cagliari e in piazza Tola a Sassari.
La giornata del 26 giugno non è casuale, ma rientra nella settimana della mobilitazione europea “Stop ReArm Europe”. “Siamo donne per la pace e per un futuro senza violenza e saremo in ogni territorio con una mobilitazione diffusa per rendere visibili le voci che si oppongono alla guerra, per creare spazi di confronto, pensiero e azione”, scrivono le organizzatrici della Rete. “Perché la pace non è un’utopia lontana, né un fatto privato o diplomatico. La pace è una pratica collettiva, un atto politico quotidiano, un bene comune da costruire insieme , qui e ora”.
“Siamo donne attive in molte città italiane, da nord a sud e nelle isole, impegnate nei movimenti per la pace, il disarmo, la giustizia sociale e ambientale. Da questo impegno condiviso nasce una rete nazionale finalizzata all’iniziativa del 26 giugno. Una trama plurale, in divenire, radicata nei luoghi e capace di visione, che riconosce nell’esperienza delle donne – nei corpi che si mettono in gioco, nelle parole che si sottraggono alla retorica del nemico e ai linguaggi del patriarcato – una forza di trasformazione”, aggiungono.
“Viviamo un tempo in cui la guerra viene normalizzata, giustificata, persino celebrata. La violenza bellica è tornata a essere linguaggio ufficiale delle relazioni internazionali, strumento di potere, fondamento dell’economia globale”, continuano dalla Rete. “Ogni giorno nella Palestina sotto occupazione e assedio siamo di fronte alla distruzione sistematica di esseri umani, delle condizioni minime per vivere, immaginare un domani, tramandare memoria e speranza. E assistiamo alla devastazione di vite e territori nel conflitto Russia – Ucraina, così come al protrarsi di conflitti dimenticati in Sudan, Congo, Siria, Yemen, Myanmar e in molte altre aree del mondo. È di questi giorni l’attacco di Israele contro l’Iran. È di queste ultime ore l’attacco USA a tre siti nucleari iraniani Guerre diverse, ma con radici comuni: una politica fondata sul dominio, sullo sfruttamento delle risorse e sull’indifferenza verso la vita umana e del pianeta”.
“A questa logica opponiamo pensiero e pratiche di pace”, concludono e organizzatrici. “Rifiutiamo la semplificazione binaria dell’amico/nemico, la retorica dell’intervento armato, l’idea che la pace possa essere imposta con le armi”.
Martedì, 24 giugno 2025