Violenza di genere e sui minori: carabinieri e operatori sanitari a confronto
4 Aprile 2025
Ieri l'incontro all'ospedale San Martino

Oristano, 4 aprile 2025
Si è parlato di violenza di genere, violenza sui minori e repertamento di tracce biologiche nel corso di un incontro formativo tra il personale sanitario, i dirigenti dell’Asl 5 e i carabinieri. Ieri l’appuntamento nell’aula di formazione dell’ospedale San Martino di Oristano.
Erano presenti 40 professionisti sanitari, prevalentemente medici infermieri, delle strutture di Pronto soccorso, Ginecologia, Pediatria, Direzione medico ospedaliera e, in qualità di docenti, qualificati esperti dell’Arma.
Nell’introduzione il colonnello Steven Chenet, comandante provinciale dei carabinieri, ha parlato della risposta che i militari forniscono ai fenomeni di violenza di genere, a partire dalla prima accoglienza e ascolto in caserma, grazie anche alla creazione delle stanze protette, passando dalla formazione, sempre più crescente e specializzata del personale, e la tutela delle vittime, che viene garantita attraverso un sinergia inter-istituzionale tra gli attori della rete antiviolenza.
L’incontro è proseguito con un’ampia trattazione delle tecniche e buone prassi di repertamento di tracce biologiche in caso di violenza di genere e di violenza su minori in favore degli operatori sanitari, a cura del tenente colonnello Andrea Berti, comandante del Ris di Cagliari.
“I Ris di Roma, Parma e Cagliari”, si legge in una nota firmata dal comandante Chenet, “sono le unità dislocate sul territorio nazionale del servizio investigazioni scientifiche dell’Arma. Sotto il coordinamento del Racis, il Raggruppamento carabinieri indagini scientifiche, sono preposti a soddisfare le richieste di indagine tecnico-scientifiche di polizia giudiziaria dei reparti dell’Arma, della magistratura, grazie anche alla loro grande esperienza. Emblematica è la presenza ormai ultradecennale, della Sezione atti persecutori creata nell’ambito del Racis, che elabora una dettagliata analisi del fenomeno delle violenza di genere, e crea programmi di formazione del personale quale la fondamentale creazione del prontuario operativo che guida l’intervento dei militari dell’Arma, nonché i successivi adempimenti investigativi in stretta collaborazione con l’autorità giudiziaria”.

“La violenza di genere, nelle sue varie sfaccettature, è purtroppo un fenomeno complesso”, continua la nota, “per essere portato alla luce e adeguatamente contrastato richiede una strategia globale e una pluralità di interventi di natura diversa, quali l’adozione di specifici strumenti normativi unitamente a una mirata attività preventiva e repressiva delle forze di polizia, l’impegno della magistratura, la tutela delle vittime da parte delle istituzioni pubbliche e della rete di associazioni, la sensibilizzazione degli operatori sanitari e il coinvolgimento delle agenzie educative, prime fra tutte la famiglia e la scuola. In tema di violenza di genere è da tempo perseguita una sempre più convinta e capillare attività di formazione e di aggiornamento costante del personale dell’Arma dei carabinieri, chiamato a raccogliere la denuncia della vittima e a comprenderne la condizione, riuscendo a riconoscere, in base a un primo quadro fattuale nei casi di intervento, i segnali della violenza di genere. Analoga esigenza di formazione e specializzazione si avverte anche per le altre figure di professionisti coinvolti. Affinché avvenga questo cambiamento occorre mettere a fattor comune le diverse percezioni dei singoli soggetti istituzionali relativamente alla problematica in oggetto, in modo da costruire una metodologia operativa che faccia leva su un linguaggio condiviso e porre in essere una rete istituzionale permanente. Il lavoro di questa rete è infatti di fondamentale importanza nella lotta alla violenza di genere attraverso metodi e strumenti volti alla protezione delle donne e di eventuali minori coinvolti, nonché alla sensibilizzazione della popolazione per una maggiore prevenzione del fenomeno”.
I militari dell’Arma, inoltre, hanno sottolineato l’importanza di portare un messaggio di speranza nella società per promuovere un’effettiva parità di genere per aiutare le vittime a uscire dalla spirale della violenza, senza paura o vergogna di chiedere aiuto, e per ricordare l’imprescindibile valore del rispetto per il prossimo e, in particolare, nei confronti delle donne e dei minori. Con l’auspicio che tali approfondimenti contribuiscano a supportare quel percorso di crescita culturale che, iniziando proprio dalla consapevolezza e dalla conoscenza, possa tramutarsi in riscatto e progresso.
Infine il comandante provinciale Chenet ha ribadito il fondamentale ruolo delle Stazioni carabinieri (soprattutto dei loro comandanti), in particolare le più periferiche, distribuite su tutto il territorio della provincia, “che oltre a essere presidio di legalità ed elemento di collante tra le altre istituzioni e la collettività, grazie a una professionalità sempre più solida e in aggiornamento, sanno ascoltare e intercettare le problematiche della gente”.