La città ricorda Umberto Erriu, il carabiniere assassinato dalla banda della “Uno Bianca”
23 Aprile 2025
La cerimonia nei giardini di via Messina dedicati al militare

Un momento della cerimonia in onore di Umberto Erriu - Foto del Comando provinciale dei Carabinieri di Oristano
Oristano
I giardini pubblici di via Messina a Oristano hanno fatto ieri da cornice a una solenne cerimonia in ricordo del carabiniere Umberto Erriu, a 37 anni dalla sua tragica uccisione avvenuta il 20 aprile 1988 per mano della feroce organizzazione criminale nota come la banda della “Uno Bianca”.
Alla cerimonia hanno preso parte il comandante provinciale dei Carabinieri di Oristano, il vicario del prefetto, un rappresentante del Sindaco, i vertici delle Forze di Polizia Provinciali e, in un clima di intensa commozione, i familiari del militare caduto: la madre Maria Vitalia Cabiddu, vedova Erriu, e la sorella Maddalena.
Il militare, insignito della Medaglia d’Oro al Valor Civile e della Medaglia d’Oro quale Vittima del Terrorismo “alla Memoria”, perse la vita in un agguato che colpì sono solo il cuore dell’Arma dei Carabinieri, ma l’intera Italia. “Nato a Oristano il 21 gennaio 1964, Umberto Erriu era figlio dell’Arma: il padre Appuntato dei Carabinieri, lo zio caduto in guerra. Studente brillante e atleta promettente, mezzofondista di valore che si allenava ogni giorno nel campo sportivo della città arborense, Umberto si arruolò nell’Arma nel 1984”, ha spiegato il comandante provinciale dei Carabinieri, Steven Chenet. “Prestò servizio dapprima presso il Centro sportivo Carabinieri di Bologna, poi al 2° Battaglione Liguria di Genova e infine alla Stazione Carabinieri di Castel Maggiore, nel bolognese”.

“La sera del 20 aprile 1988, mentre svolgeva un servizio di pattuglia insieme al commilitone Cataldo Stasi, i due militari notarono tre uomini sospetti a bordo di una Fiat Uno bianca parcheggiata nei pressi della Coop di via Gramsci. Durante il tentativo di controllo, i due carabinieri furono travolti da una pioggia di fuoco: un attacco brutale e premeditato che li colse di sorpresa. Nonostante le gravi ferite, entrambi cercarono di reagire, ma caddero sotto i colpi, vittime di un’esecuzione spietata”, ha ripercorso Chenet.
Per l’alto senso del dovere e l’eroico sacrificio, ad Umberto Erriu sono state conferite onorificenze tra le più alte: la Medaglia d’Oro al Valor Civile “alla Memoria” è arrivata il 30maggio del 1989. Sul riconoscimento si piò leggere: “Capo pattuglia automontata mentre si apprestava, insieme ad un collega, al controllo degli occupanti un’autovettura in sosta, veniva fatto segno ad improvvisa azione di fuoco. Benché gravemente ferito, tentava di reagire con le armi in dotazione ma, ormai privo di forze, si accasciava al suolo, immolando la sua giovane esistenza. Splendido esempio di non comune ardimento e di altissimo senso del dovere spinti fino all’estremo sacrificio. Castel Maggiore (Bologna), 20 aprile 1988”.
La Medaglia d’Oro di Vittima del Terrorismo gli è stata riconosciuta il 27 giugno del 2014, per “gli alti valori morali espressi nell’attività
prestata presso l’Amministrazione di appartenenza”.
“In sua memoria, portano oggi il suo nome la Stazione dei Carabinieri di Simaxis, la Compagnia e la Stazione Carabinieri di Molinella (BO), e le Sezioni dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Oristano e Quartu Sant’Elena (CA). Il Carabiniere Erriu riposa nel cimitero di Oristano. Presso i Giardini Pubblici di Via Messina, a lui intitolati, sorge un cippo commemorativo accanto al quale è posta una targa che recita: “Giardini Umberto Erriu (1964 – 1988) carabiniere – medaglia d’oro al valor civile – fedele al suo compito, servì generosamente l’Italia, immolando la sua giovane esistenza””, ha aggiunto il comandante.
La cerimonia ha voluto unire istituzioni, cittadini e familiari per rendere onore ad un giovane carabiniere che ha donato tutto per il bene comune. Nel suo discorso, il comandante Chenet ha voluto sottolineare il valore della memoria e della gratitudine: “Umberto Erriu quel giorno cadde mentre faceva il suo dovere per gli italiani: serviva il suo Paese per portare giustizia. Ricordarlo oggi, dopo 37 anni, significa riaffermare l’importanza di valori come il sacrificio, il coraggio, la legalità. E farne esempio vivo per le nuove generazioni”.

Mercoledì, 23 aprile 2025