Venerdì, 20 settembre 2024
C’è anche la firma del giovane oristanese Alessandro Baroli nel progetto che ha portato alla realizzazione di Fuochi, il documentario vincitore della 10ª edizione dal Festival internazionale del documentario “Visioni dal Mondo”. Queste le motivazioni: “Il film riesce a rappresentare in maniera polivalente il rapporto che la popolazione sarda ha con il fuoco. Perché attraverso le diverse tecniche comunicative è riuscito a rafforzare i simbolismi legati alla figura del fuoco. Per il coraggio dimostrato nel voler documentare e creare delle immagini suggestive, significative e necessarie nonostante i pericoli legati alla realizzazione delle stesse. Riuscendo a darci un prodotto che crea un immaginario emozionante e folkloristico di questo elemento della natura”.
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Il documentario, le cui immagini sono state girate in gran parte nella provincia di Oristano, ha conquistato il primo posto nella categoria “New talent opera prima” e dal 22 settembre sarà disponibile sulla piattaforma online di ZaLab. “Ma lo porteremo nelle sale il prima possibile, anche con un tour in Sardegna”, annuncia Alessandro Baroli. “Il nostro documentario è nato dal progetto condiviso di quattro giovani, formati dalle Accademie del cinema di Roma e Milano, giovani sensibili ai temi ambientali, che insieme hanno voluto dare voce al lato più umano e intimo di chi vive il dramma degli incendi”.
La regia è di Ruben Gagliardini, Tommaso Giantomassi ha curato la fotografia, l’oristanese Baroli è stato sia produttore esecutivo che operatore di seconda macchina e Nicola Sorrentino ha ricoperto il ruolo di aiuto regista. Tutti hanno una età compresa tra i 24 e 28 anni.
I quattro giovani professionisti hanno seguito durante le giornate di lavoro gli operatori del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della base di Fenosu.
“Avere a disposizione una troupe ridotta ci ha permesso di documentare agilmente l’operato di donne e uomini che quotidianamente lottano contro le fiamme”, spiega Baroli. “In quei momenti concitati il rapporto con loro si riduceva a una scelta obbligata: filmare in silenzio il disastro attorno a noi”.
Diverse le figure incontrate dai quattro giovani durante la lavorazione del documentario: tutte desiderose di manifestare con il loro contributo, di impatto fortemente emotivo, il grido di dolore di una terra martoriata dai fuochi estivi”, illustra ancora Alessandro Baroli.
Dalle fiamme nel terreno, ai riti propiziatori: il documentario Fuochi affronta la tematica del fuoco a 360 gradi. “Dalle poesie, ai canti e alle testimonianze”, spiega Alessandro Baroli, “Fuochi trasmette lo sconforto di una terra incenerita dalla duplicità di un fuoco sacro in inverno e maledetto in estate”.
“Abbiamo ascoltato in rigoroso e rispettoso silenzio la denuncia dei protagonisti di Fuochi che maledicono i piromani e nel contempo sublimano l’elemento fuoco”, spiega ancora Baroli, in riferimento ad alcuni dei testimoni intervistati: c’è la veterinaria Monica Pais, che racconta la propria esperienza a contatto con gli animali feriti durante gli incendi, ci sono le maschere del carnevale tradizionale di Neoneli che durante il loro rito seguono il suono di un corno disponendosi in cerchio intorno a un fuoco. E ci sono i Tenores de Neoneli, che hanno collaborato con Lorenzo Subrizi e il coro Gabriel di Tempio Pausania per le musiche.
“Nostro intento, fin dalla stesura del progetto, era trasmettere attraverso le varie tecniche visive e non, un messaggio di realtà e consapevolezza che scuotesse e sensibilizzasse sempre più verso un pieno rispetto dell’ambiente e dei suoi principali elementi naturali”, conclude Alessandro Baroli. “L’auspicio resta per noi, quello di esserci riusciti attraverso il nostro documentario”.