Al Diocesano si parla di un decreto inedito di Eleonora d’Arborea trovato in Spagna

Conferenza promossa dalla Fondazione Sardegna Isola del Romanico

Il Museo Diocesano Arborense di Oristano

Giovedì, 15 giugno 2023

Tra i preziosi documenti ritrovati all’Archivio Historico Nacional di Madrid c’era anche un decreto inedito di Eleonora d’Arborea. Se ne saprà qualcosa di più nel corso di una interessante conferenza organizzata a Oristano dalla Fondazione Sardegna Isola del Romanico: è in programma domani, venerdì 16 giugno, al Museo Diocesano Arborense, dalle 18.30.

I relatori saranno Giovanni Strinna, professore associato dell’Università di Sassari, e Mariangela Rapetti, professoressa associata dell’Università di Cagliari.

I documenti erano conservati all’interno di un fascicolo giudiziario seicentesco, che conteneva una traduzione parziale, in spagnolo, del Condaghe di Santa Maria di Bonarcado e una traduzione di cinque scritti sciolti provenienti dall’archivio del Priorato di Bonarcado, oggi non più esistenti.

Tra questi documenti vi sono alcuni inediti: tre carte di donazione di alcune terre da parte da parte dei giudici di Arborea a favore dei monaci, un inventario dei beni del Priorato di Bonarcado e un decreto emesso dalla giudicessa Eleonora D’Arborea a tutela del patrimonio dei monaci.

I documenti non sono conservati nei loro supporti medievali in pergamena, ma sono traduzioni della metà del Seicento, quando i testi erano disponibili presso l’archivio monastico di Bonarcado, prima che venissero dispersi.

“I contenuti di questi documenti”, dice il presidente della Fondazione Sardegna Isola del Romanico, Antonello Figus, “sono ricchi di nuove informazioni di cui prima del loro ritrovamento non disponevamo. Sarà quindi un’importante occasione per accrescere la documentazione e le informazioni sul Giudicato di Arborea, sulla giudicessa Eleonora e sui rapporti tra i giudici e i monaci. L’ingresso alla conferenza è aperto a tutti e gratuito: per questo ringraziamo la direttrice del Museo Diocesano, Silvia Oppo”.

Antonello Figus

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