Violenze in famiglia: “una sentenza esemplare, speranza di giustizia per le donne”
30 Maggio 2023


Martedì, 30 maggio 2023
“Una condanna tanto importante quanto emblematica per i processi sui casi di violenza di genere in Italia, da tempo al centro del giudizio critico della Corte europea dei Diritti Umani”.
Così Carmina Conte, presidente di Coordinamento3 – Donne di Sardegna, commenta la sentenza emessa ieri dal giudice Marco Mascia del Tribunale di Oristano, che ha condannato un imprenditore accusato di violenze sull’ex moglie Patrizia Cadau – già consigliera comunale a Oristano con il Movimento 5 Stelle – e sue due figli, rappresentati al processo dall’avvocata Cristina Puddu. L’imputato dovrà scontare 3 anni e 10 mesi, con un aumento di pena rispetto alla richiesta della pm Daniela Caddeo, 2 anni e 6 mesi.
“Un fatto tanto esemplare quanto inconsueto nel sistema giudiziario italiano”, commenta Carmina Conte, “che tende nella generalità dei casi ad ‘alleggerire’ la pena per questo genere di colpe, fino a renderla insignificante o peggio ad annullarla”.
Per Pupa Tarantini, presidente onoraria di Coordinamento3, presente ieri in aula con Susanna Galasso a sostegno delle vittime, “è una pena significativa, in linea con lo spirito e le indicazioni del Codice rosso, introdotto con la legge 69 del 2019, e quindi anni dopo i fatti contestati”. Un traguardo raggiunto grazie ad anni di battaglie delle associazioni contro la violenza di genere.

“La Corte europea per i Diritti umani”, ha sottolineato Carmina Conte, “nel 2022 ha condannato per la quarta volta l’Italia per la sua inadeguatezza nella protezione delle vittime di violenza domestica. Ancora una volta i giudici di Strasburgo hanno stigmatizzato la difficoltà, anche culturale, del sistema giudiziario italiano nell’affrontare il fenomeno della violenza contro le donne e le sue conseguenze sui minori. Inoltre la Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio, già nel 2021, aveva rilevato che nelle condanne per femminicidio la pena più frequentemente inflitta è inferiore a 20 anni, a fronte del riconoscimento, in un terzo dei casi, di circostanze attenuanti”.
“Ci auguriamo che questa sentenza non solo venga confermata nei successivi gradi di giudizio”, hanno aggiunto Conte e Tarantini, “ma che rappresenti un punto di riferimento nei tanti procedimenti giudiziari in corso per violenze di genere e femminicidio. Una speranza di giustizia per troppe donne intrappolate nella spirale della violenza e, spesso impossibilitate a denunciare l’inferno dentro casa”.