Con l’housing sociale il Comune cerca di evitare la demolizione dell’ex hotel Ca.Ma

Il caso arriva in Commissione e Consiglio

Le residenze realizzate nell’edificio sede dell’ex hotel Ca.Ma

Lunedì, 3 aprile 2023

Sembrano muovere verso l’housing sociale le intenzioni dell’amministrazione comunale di Oristano per far fronte alla situazione dell’ex hotel Ca.Ma di via Vittorio Veneto, le cui vicende giudiziarie rischiano di far finire in mezzo a una strada le famiglie che hanno acquistato gli appartamenti, realizzati senza cambio di destinazione d’uso e per i quali c’è una sentenza di demolizione.

Domani in commissione riferiranno gli assessori all’Urbanistica Ivano Cuccu e ai servizi sociali Carmen Murru sulla possibilità di acquisire al patrimonio comunale gli appartamenti da destinarsi, appunto, all’housing sociale. La demolizione, infatti, si potrebbe evitare – secondo l’articolo 31 del Testo unico edilizia – “salvo che con deliberazione consiliare non si dichiari l’esistenza di prevalenti interessi pubblici e sempre che l’opera non contrasti con rilevanti interessi urbanistici, ambientali o di rispetto dell’assetto idrogeologico”.

Gli appartamenti (almeno quelli non occupati da chi li ha acquistati) sarebbero subito disponibili, in un immobile che non necessita di particolari manutenzioni. L’assunto da cui parte l’amministrazione è che quei locali realizzano concretamente l’interesse pubblico, contribuendo a soddisfare – nell’immediato – una porzione della domanda di disagio abitativo sociale: 208 nuclei familiari ancora in graduatoria per un alloggio.

Per permettere ai già residenti di restare nelle loro case, come annunciato dal presidente della Commissione Urbanistica Fulvio Deriu, si potrebbe pensare a uno regolamento ad hoc (resta da accertare se sia possibile).

Le altre ipotesi al vaglio, rese note da Deriu, anche la possibilità di destinare la struttura in via Vittorio Veneto a edilizia economico popolare o ricavarne uffici pubblici. Scelte che non darebbero la garanzia alle famiglia che possiedono un appartamento di restarci dentro.

La complicata vicenda dell’ex Hotel Ca.Ma risale al 2016, quando la struttura fu sequestrata per abuso edilizio, dopo un esposto presentato dall’ex proprietario. Il costruttore, l’architetto Giovanni Lochi, che aveva acquistato lo stabile nel 2007, era finito nel registro degli indagati per aver costruito su una volumetria della quale non era proprietario. Nel 2017 era arrivata la condanna a nove mesi, con pena sospesa. Il giudice aveva anche disposto la demolizione di quanto realizzato in modo illegittimo (di fatto in pericolo è l’intero stabile) e il dissequestro del manufatto.

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