Il Liceo scientifico di Oristano verso i 50 anni: si farà una mostra. I ricordi del “Prof Marchi”

La scuola avvia una raccolta di testimonianze

Il Liceo Scientifico di Oristano

Sabato, 19 novembre 2022

Il liceo scientifico “Mariano IV D’Arborea” di Oristano si prepara a festeggiare i suoi primi cinquant’anni. Istituito nel lontano 1974, l’istituto guidato dalla dirigente Donatella Arzedi, ha lanciato un’iniziativa sui social qualche giorno fa: una raccolta di foto e testimonianze di tutti coloro che hanno frequentato e operato nell’Istituto in questo mezzo secolo.

L’idea è quella di organizzare una mostra, un grande evento per festeggiare il “compleanno” del Liceo oristanese che prima di trovare sede nel moderno caseggiato di via Messina venne ospitato in varie sedi, tra le quali un immobile di via Campanelli e uno di via Serneste.

Un album di ricordi che servirà a raccontare anche la città. Un album che si può cominciare a sfogliare con il racconto di un ex professore del Liceo, Antonio Marchi, ora noto per il suo impegno legato al magico mondo di burattini da lui realizzati e per il suo impegno a favore del teatro sardo.

Antonio marchi è stato insegnante di disegno e storia dell’arte e ricorda ancora proprio la prima sede della scuola, dislocata in alcuni locali presi in affitto dal comune tra via Campanelli e via Serneste.

“Ricordo il giorno dell’inaugurazione, all’epoca il preside era Vincenzo Garau”, racconta Antonio Marchi. “Io presi servizio quando c’erano ancora i docenti d’arte Giorgio Farris e il pittore Tino Biselli che poi andarono in pensione”.

“Più che definirmi un insegnante del Liceo scientifico, direi che sono stato anch’io uno studente”, prosegue Antonio Marchi. “Ho insegnato disegno e storia dell’arte dal ’72 fino agli anni 80, dopo vent’anni però decisi di andar via. Il mondo della scuola, in generale, stava cambiando e non mi ci ritrovavo più. Ero un rivoluzionario, in senso buono del termine, non il classico docente da lezione frontale. Piuttosto che alla cattedra, preferivo sedermi tra i banchi in mezzo agli studenti, e per questo venivo spesso criticato dai colleghi. Ma il rispetto non mancava mai: come loro rispettavano me io rispettavo loro”.

Anche la didattica di Marchi, per quegli anni, era “rivoluzionaria” o comunque fuori dall’ordinario. “Avevo un modo di approcciarmi ai ragazzi che andava al di là delle pagine di un libro”, spiega Antonio Marchi, “se dovevo insegnar loro cos’era il romanico, ad esempio, di certo non mi limitavo a spiegarglielo ma andavamo sul posto, a visitare la Basilica di Santa Giusta e a riprodurne le fattezze e così via”.

Tra i lavori più interessanti e coinvolgenti che Antonio Marchi ricorda ancora, c’è quello sulla riproduzione di una sezione della Scala di Milano, riuscendo a mettersi in contatto con Paolo Grassi, all’epoca della sovrintendenza del Teatro. O ancora, lo studio fatto sulla “Nascita di una città: Arborea”, l’organizzazione di scaffali in legno dove poter mettere i lavori e i disegni dei tanti studenti pendolari; il ballo del liceo scientifico organizzato nell’andito della scuola, le aule di disegno trasformate al pari di un teatro, con esibizioni e installazioni artistiche. Un modo di fare lezione sicuramente alternativo e fuori dagli schemi per quegli anni.

“Durante le mie lezioni”, ricorda sempre Marchi, “mettevo sempre un sottofondo musicale per rendere l’ambiente più confortevole possibile e liberare la creatività. Non ricordo uno studente o una studentessa non capace in disegno, tutti venivano messi nella condizione di esprimersi e nessuno veniva lasciato indietro perché meno portato per il disegno rispetto a chi invece era talentuoso”.

Tra gli studenti di Antonio Marchi anche tanti professionisti noti nell’ambito oristanese: da Valentina Marras, dirigente dell’Assl di Oristano, al veterinario Marco Vacca, all’agronomo Marco Pessini.

Alcuni di questi fanno parte della Big Massich, ricorda Marchi: la classe “più forte” del Liceo scientifico. “Stiamo parlando degli anni ’74 e ’75, ed è stata una classe, una quinta C se non erro, che per affinità e complicità che si era creata, è riuscita ad esser unita anche dopo gli anni del liceo”, racconta Antonio Marchi. “Ancora oggi, con molti di loro ci riuniamo, ricordiamo quegli anni”.

Antonio Marchi – Foto da Facebook

5 Commenti

  1. Bello, siamo stati noi i primi a frequentare il nuovo Istituto, il Prof Biselli, Prof Marchi sono stati i nostri insegnanti d’ Arte allora era preside il Prof Garau tutte persone che ancora ricordo con affetto… Sono stati anni belli un bel ricordo anche della nostra sezione D… 🤗💙 Rossella Baldinu

  2. Anch’io ho dei bellissimi ricordi frequentavo la sezione D , non so se qualcuno ricorda la prof. Bonsignore, persona e insegnante speciale, oltre naturalmente al prof. Biselli e prof. Marchi.
    Un saluto Paola Siddi

  3. V^C, mi sono diplomata negli anni 80, ricordi meravigliosi. Grande prof, Antonio, ricordo caramente anche la prof.ssa Sechi.
    Eravamo belli. Tutto era più bello.

    • Ho cominciato il Liceo Scientifico quando mio padre era ancora preside. Il professor Marchi, grande professore e amico, e la Pro.ssa. Sechi erano sicuramente due prestigiosi riferimenti di quegli anni del Liceo. Sicuramente il più bel periodo della mia vita scolastica.

  4. Buon pomeriggio. Anche io ho fatto parte della grande famiglia del Liceo Scientifico. Il primo anno “serale” al classico con tanto di occupazione in via Serneste. Poi scuola media n. 2 e infine triennio nella nostra casa. Tante le storie e gli aneddoti che ancora mi ricordano quegli anni. Un dato su tutti: alle finali dei giochi della gioventù di Genova, la rappresentativa sarda di atletica era composta da 23 atleti del Liceo Scientifico. Eravamo big massic? Chiedere a Francesco Garau e Gaetano Pitzolu.

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